BTP

Fondi 2014, quelli sui corporate hanno reso meno dei governativi

5 Dicembre 2014 16:10

financialounge -  BTP corporate bond mercati obbligazionari
ue anni in cui erano riusciti a registrare performance superiori a quella dei fondi specializzati sui titoli di stato della zona euro, i fondi corporate bond investment grade euro quest’anno mostrano un rendimento inferiore a quello dei diretti concorrenti: al 2 dicembre, il loro apprezzamento medio è pari al +5,23% mentre quello degli obbligazionari governativi euro a medio lungo termine si attesta al +8,12%.

L’anno scorso, invece, erano stati i prodotti focalizzati sui bond societari (+3,42%) a prevalere sui rivali (+1,54%) e così anche nel 2012 quando a fronte di un ottimo +10,29% messo a segno dagli obbligazionari governativi loro erano riusciti a contabilizzare un rialzo del 12,99%.

Manca poco meno di un mese per poter superare i rivali ma, a meno di clamorosi rovesciamenti di fronte, sembra improbabile un sorpasso entro il prossimo 31 dicembre. Ma la sfida tra due delle asset class più gettonate dagli investitori italiani consente una riflessione per il prossimo anno e, probabilmente, per alcuni anni a venire. Chi li ha in portafoglio o ha intenzione di sottoscriverli deve tenere nel dovuto conto che ciò che è accaduto negli ultimi tre anni è qualcosa di davvero irripetibile.

Prendiamo ad esempio il BTP decennale che tre anni fa riconosceva un rendimento annuo del 7% e che oggi paga circa due punti percentuali: in questi 36 mesi, l’investitore ha beneficiato sia di una cedola molto generosa (7% all’anno) e sia di un importante capital gain (circa il 45%): chi acquista oggi un BTP a 10 anni riceverà una cedola annua limitata al 2% e avrà la possibilità di un capital gain comunque ridotto (perché il titolo potrebbe andare teoricamente fino a un rendimento pari a zero ma è impossibile che si proietti fino a -5%).

Stesso discorso per gli acquirenti dei bond societari che pagano poche decine di punti base in più rispetto ai titoli di stato ma che sono molto più esposti ai rischi di mercato, come abbiamo constatato sia nella crisi di maggio-giugno 2013 che in quella dell’ottobre scorso.

Ne deriva che chi predilige gli investimenti obbligazionari dovrà optare per portafogli ampiamente diversificato (anche in titoli in valute estere e in bond del debito emergente) e che adottano approcci di gestione flessibili in modo da adeguarsi rapidamente alle dinamiche di un mercato che, nel 2015, dovrà fare i conti anche con il temuto rialzo dei tesso negli USA.

Trending