crescita economica

Mercati emergenti, la crescita deve essere produttiva

18 Novembre 2014 15:05

financialounge -  crescita economica mercati emergenti strategia di investimento Vontobel
scita economica è un fattore molto importante soltanto se è produttiva. Si tratta di un aspetto di fondamentale rilievo anche negli investimenti e, in particolare, in quelli indirizzati sui mercati emergenti le cui economie si sono espanse rapidamente durante gli ultimi 30 anni ma con i margini di profitto aziendali che sono via via diminuiti negli ultimi anni.

I gruppi emergenti che hanno accantonato significative riserve di liquidità (portando in forte attivo la posizione finanziaria netta) hanno infatti dato precedenza alla crescita rispetto ai profitti. Sono molte le compagnie di paesi in via di sviluppo che hanno alimentato attività al di fuori del loro core business e dalle loro specificità oppure hanno sconfinato in nuovi Paesi dove però non sono riuscite a ricoprire significative posizioni di mercato. La conseguenza è che questo «modello di crescita» ha eroso gli standard di produttività complessivi con un declino piuttosto evidente del ROE (return on equity) aggregato negli ultimi tre anni.

In un contesto in cui molti mercati emergenti evidenziano tassi di crescita in rallentamento, un aumento della concorrenza ed un incremento del costo del capitale, diversi asset manager stanno privilegiando, nelle scelte di portafoglio, la redditività alla crescita fine a se stessa: un focus sui profitti e meno enfasi al tasso di crescita de fatturato. È infatti piuttosto difficile che si possano ripetere le elevate performance dell’inizio del secolo: per ottenere risultati migliori rispetto ad una media inferiore al passato si rende indispensabile un approccio di investimento più attivo con l’investitore chiamato ad avere un orizzonte di lungo termine (almeno tra i 5 e i 7 anni), per dare modo al team di gestione di incamerare l’extra rendimento atteso. In pratica, gli investitori devono pensare di più alla qualità dello sviluppo e della crescita economica che alla quantità della crescita in quanto l’appeal dei mercati emergenti non è dato dalla crescita economia, ma dal creare valore aggiunto per gli azionisti e per gli investitori.

“In tutti i casi, la crisi finanziaria del 2008 ha permesso a molti paesi emergenti di dimostrare quanti cambiamenti strutturali siano riusciti ad ottenere rendendo più solidi i proprio sistemi finanziari: dai tassi di cambio flessibili che permettono un aggiustamento naturale dei deficit delle partite correnti al livello del debito, soprattutto quello esterno, minore rispetto al passato con una migliore struttura delle scadenze, fino alle riserve valutarie più consistenti. Questi profondi cambiamenti hanno permesso a molti paesi di implementare per la prima volta politiche economiche e monetarie controcicliche nel momento di maggiore stress di mercato dell’ultimo decennio e di cambiare la percezione che gli investitori avevano delle attività finanziarie emesse da questi paesi” commenta Chiara Bellon, Head of Portfolio Management Italy di Vontobel che ammette, tuttavia, che negli ultimi anni una certa differenziazione si è creata tra paesi con fondamentali più solidi e altri che non hanno ancora trovato una stabilità sufficiente. La crescita delle economie locali, per quanto superiore a quella dei paesi sviluppati, negli ultimi anni è meno brillante e ha richiesto un supporto in termini di politiche monetarie ed economiche piuttosto importante.

“Nella nostra allocazione di portafoglio trovano posto sia le obbligazioni dei paesi emergenti, in particolare quelle in divisa locale, che le azioni. Le prime presentano livelli di rendimenti attraenti se comparate con i quelli estremamente bassi offerti dalle obbligazioni governative, soprattutto in termini reali. Le divise locali presentano un’ulteriore opportunità di guadagno nel medio periodo in uno scenario di continuo miglioramento dei fondamentali di alcuni paesi. Per quanto riguarda l’investimento azionario nei paesi emergenti, la filosofia di investimento di Vontobel privilegia le aziende di elevata qualità la cui crescita degli utili è legata alla crescita dei consumi da parte della classe media, destinata a crescere sia come numero di individui ma anche disponibilità di reddito” spiega Chiara Bellon.

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