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Silver Economy, gli impatti sui mercati globali

28 Ottobre 2014 15:55
financialounge -  baby boomers Natixis Investment Managers silver economy
Che impatto può avere l'invecchiamento della popolazione sulle
economie, sui mercati finanziari globali, sul settore sanitario e in
ultima istanza sui risparmiatori? Quanto può espandersi la cosiddetta «silver economy»?



Alcuni professionisti degli investimenti di Natixis Global Asset Management
hanno alimentato una sorta di forum su queste tematiche destinate ad
avere una vasta eco nei prossimi decenni.
“Come sottolineano i vari
esperti, la silver economy non ha solamente effetti su quelli che
potranno essere i settori finanziari più promettenti. Il progressivo
invecchiamento della popolazione pone e ci pone come industria
dell’asset management delle nuove sfide: come poter garantire le risorse
necessarie in vista del pensionamento, come coniugare crescita e
protezione del capitale, come raggiungere obiettivi finanziari di lungo
periodo per un numero sempre maggiore di clienti? Risparmiatori,
soggetti istituzionali, consulenti finanziari hanno oggi, tutti, la
necessità di una maggiore consapevolezza e di nuovi approcci di
investimento. Il nostro obiettivo come Natixis Global Asset Management è
costruire portafogli durevoli, capaci di affrontare diversi scenari di
mercato, focalizzati sulle reali necessità dei clienti, su obiettivi
personali e su strategie basate sul rischio” sottolinea Antonio
Bottillo, Amministratore Delegato per l’Italia di Natixis Global Asset
Management. La longevità e l'invecchiamento della popolazione avranno
probabilmente un impatto enorme sulle economie più avanzate nei prossimi
decenni: il fatto che i baby boomers siano prossimi alla pensione avrà
infatti un’influenza sostanziale anche sullo sviluppo delle nostre
economie, sia in positivo che in negativo.

“Il costo dell'invecchiamento
della popolazione può incidere pesantemente sui sistemi assistenziali
pubblici e privati per gli anziani. Al contempo, però, una popolazione
che invecchia può agire anche da motore per la crescita economica. Lo
stile di vita e le esigenze di spesa delle persone anziane è diverso da
quello dei giovani. La «silver economy» si sta allargando sempre di più:
entro il 2030, si prevede che tale fascia dell'economia contribuirà per
il 50% del prodotto interno lordo (PIL) statunitense e giapponese. In
questo caso, il settore sanitario, dei consumi e finanziario possono
fornire buone opportunità di investimento” fa presente Jens Peers, CIO,
Sustainable Equities di Mirova mentre David Lafferty, Chief Market
Strategist di Natixis Global Asset Management ricorda come il baby-boom
successivo alla seconda guerra mondiale abbia determinato anche un boom
dei consumi a livello globale. “I 76 milioni di cittadini statunitensi
nati tra il 1946 ed il 1964, sommati al numero altrettanto elevato di
nuovi nati nel resto del mondo, hanno vissuto gli anni migliori a
livello di entrate e consumi, ovvero dagli anni Ottanta ai primi anni
2000. A quel tempo, nel mondo sviluppato, i risparmi a fini
pensionistici divennero il primo obiettivo di investimento. Negli Stati
Uniti, tale obiettivo fu supportato dalla creazione a metà degli anni
Ottanta di conti di risparmio ad imposte differite, ossia l'IRA e il
piano 401(k)” spiega David Lafferty.

Nella fase dell'accumulo, i baby
boomers confluirono risorse in tali conti di nuova istituzione e
supportarono la rapida espansione dei fondi comuni. Poiché tali risparmi
erano destinati alla pensione, gran parte di tali flussi confluirono
sui mercati azionari. Oggi, con l'aumento degli ultra 65enni al ritmo di
circa 10.000 americani al giorno, la stessa generazione si trova a
dover affrontare le esigenze della fase distributiva. Abbandonata la
fase primaria dell'accumulo, il nuovo obiettivo dei boomer è pertanto
quello di individuare asset che generino una rendita, e tale tendenza
avrà importanti effetti sui mercati di capitale.

“Basta pensare ai
nostri genitori, nonni o anche a noi stessi per comprendere che
l'invecchiamento del corpo indica l'inizio del suo declino - il che
significa più visite mediche, più medicinali ed un ricorso maggiore a
servizi e strumenti sanitari nel complesso. Tale contesto porrà delle
sfide globali nel futuro, ma offrirà anche opportunità” commenta infine
Jeanne Gilchrist, Global Equity Analyst di Loomis, Sayles & Company
per il quale, sebbene sia difficile analizzare tali opportunità in
termini globali a causa delle notevoli differenze tra paesi in termini
di regolamentazione e rimborsi, emergono vasti settori nel mondo
sanitario che beneficeranno dell'invecchiamento della popolazione, tra
cui le società farmaceutiche/biotecnologiche, i produttori di farmaci
generici/biosimilari e le strutture sanitarie/ospedaliere.
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