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Azioni, più Europa e sovrappeso in energia e industria

22 Ottobre 2014 16:10
financialounge -  BCE Europa settore energetico
Emerge un aumento dell’esposizione sul Vecchio Continente e, a livello settoriale, un sovrappeso nell’energia, nell’industria e nei materiali di base nel Barometer di ottobre 2014, il rapporto a cura della Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity.

“A livello di allocazione regionale, aumentiamo la ponderazione dell’Europa sino al sovrappeso e riduciamo l’investimento nei mercati emergenti a livello neutrale. Confermiamo inoltre la sottoesposizione all’azionario statunitense, essenzialmente per motivi di valutazione” dichiarano gli esperti della PSU per i quali la decisione di sovrappesare il mercato europeo è dettata dalle condizioni favorevoli della liquidità e dal potenziale di crescita offerto dalla debolezza dell’euro.

Secondo gli analisti della PSU, il recente progresso degli aggregati monetari della regione e la flessione della moneta unica suggeriscono infatti che il rischio di deflazione (ora nelle stime di consensus) possa essere sopravvalutato. Inoltre, il programma della BCE per l’acquisto di ABS e covered bond, studiato per ridare vita al settore dei prestiti e scongiurare la minaccia deflazionistica, è l’ultima tappa prima di un vero e proprio QE (quantitative easing).

“Se questi interventi mirati non sortiranno l’effetto desiderato, la banca centrale potrebbe prendere in considerazione l’acquisto di titoli di Stato su larga scala, ma anche la mancata attuazione del QE non sarebbe necessariamente negativa per il mercato azionario, in quanto implicherebbe un miglioramento della situazione economica” ricordano gli specialisti della PSU che, relativamente alle valutazioni delle azioni europee non particolarmente convenienti, ritengono sia dovuta prevalentemente al fatto che gli utili aziendali restano insolitamente bassi per questa fase del ciclo economico.

“Nelle ultime settimane anche le valute emergenti si sono svalutate rispetto al dollaro americano. Tale flessione aumenta la competitività dei Paesi in via di sviluppo sul fronte delle esportazioni proprio mentre la domanda estera tende a salire. Le valutazioni dell’azionario emergente si confermano favorevoli, anche se lo sconto offerto dall’asset class rispetto ai mercati avanzati si è ridotto dal 30% dello scorso marzo al 20% attuale. Tuttavia, questi elementi positivi sono attenuati dalla debolezza dell’attività economica e dai disinvestimenti dal mercato azionario” puntualizzano i professionisti della PSU che poi spiegano il posizionamento prudente sugli Stati Uniti: “Si tratta di una scelta dettata dai timori per le condizioni non ottimali della liquidità e le valutazioni elevate. Mentre i nostri indicatori del ciclo economico continuano a puntare verso un forte slancio, gli indici dell’azionario statunitense hanno già registrato record storici; inoltre, valutazioni pari a 15,8 volte gli utili prospettici a un anno sono onerose in base ai nostri calcoli. Crediamo che la situazione presenti dei rischi, soprattutto in un momento in cui la Fed sta riducendo gli stimoli monetari”.

Sul Giappone la PSU conferma invece un assetto neutrale. “Le azioni nipponiche sono scambiate più o meno in linea con il resto del mercato. Anche se la banca centrale continuerà probabilmente a sostenere l’economia con misure accomodanti, preoccupa un eventuale secondo incremento dell’imposta sui consumi soprattutto alla luce delle ripercussioni della prima maggiorazione, rivelatesi più gravi del previsto. Inoltre, gli investitori sembrano eccessivamente ottimisti sulla borsa giapponese dopo il rialzo che ha portato il Nikkei ai massimi dal 2007” rivelano gli esperti della PSU che, in termini di allocazione settoriale, confermano la preferenza per le aree cicliche a buon mercato, sovrappesando energia, materiali e industria. “Il comparto energetico ha registrato una correzione sulla scia del forte calo mensile del petrolio ed è attualmente il più conveniente in base ai nostri punteggi. Ravvisiamo un potenziale di rialzo in quest’area, soprattutto perché il prezzo del greggio è vicino al limite inferiore del range e l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche aumenta le possibilità di un’interruzione della produzione. I titoli finanziari dovrebbero beneficiare del rialzo dei tassi negli Stati Uniti e delle migliori prospettive per il mercato del credito. Il settore meno allettante resta quello della sanità, caratterizzato da valutazioni elevate e ingenti posizioni” conclude la PSU.
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