diversificazione
L’importanza della diversificazione azionaria
2 Ottobre 2014 14:00

imi nove mesi dell’anno l’indice dei fondi comuni ha registrato un rialzo del +4,21%. Si tratta di un valore medio compreso tra un minimo dello 0,28% dei fondi monetari euro e il +7,64% dei fondi, passando per il +4,28% dei fondi obbligazionari e il +5,88% dei bilanciati.
All’interno poi dei fondi a vocazione azionaria, è possibile notare ampie divergenze di performance tra i fondi azionari area euro (+2,54%) e quelli azionari America (+15,4%): tra questi due estremi, si piazzano i fondi azionari Europa (+4,18%), gli azionari Italia (+6,75%), gli azionari Pacifico (+8,67%), gli azionari Paesi emergenti (+9,76%), e gli azionari globali internazionali (+11,09%).
Col senno del poi sarebbe stato quindi meglio, per il risparmiatore, sottoscrivere fondi azionari America rispetto a quelli specializzati sull’Europa. Anzi, a voler essere molto pignoli, l’ideale sarebbe stato sottoscrivere i fondi azionari biotech, i prodotti del risparmio gestito focalizzati sulle imprese della biotecnologia, che hanno registrato un ritorno medio da inizio anno del 19,77%.
Ma siamo proprio sicuri che sarebbe stata la scelta giusta? I fondi biotech hanno mostrato una esuberanza a inizio anno guadagnando nei primi due mesi, per la precisione dal 1 gennaio al 24 febbraio, il 20,85%. Poi però dal 24 febbraio al 14 aprile, cioè in meno di due mesi, hanno lasciato sul parterre il 22,4%: quanti investitori, onestamente, avrebbero avuto i nervi saldi per riuscire a mantenere il proprio investimento in questi fondi durante questa brusca correzione? Alla luce di questo esempio, la conclusione che si deve trarre è una soltanto: quando si investe in un fondo, in particolare quelli molto specializzati (e il discorso vale anche per quelli obbligazionari), è indispensabile farlo solo se si è consapevoli anche dei rischi, soprattutto a breve termine, che si corrono in termini di oscillazione delle quotazioni.
L’alternativa consiste nel diversificare il portafoglio in tante asset class in modo che nessuna di esse possa incidere eccessivamente sulle performance del portafoglio.
“Nelle scelte di investimento relative ad un portafoglio azionario, è di fondamentale importanza effettuare un’adeguata diversificazione” sottolinea infatti Carlo Majolo, Portfolio Manager di Vontobel Asset Management che poi aggiunge: “Tale diversificazione risulta efficace se vi è un processo decisionale in grado di guidare le scelte riguardanti aree geografiche, settori e singoli titoli”.
In Vontobel, un approccio di tipo top-down (cioè basato su valutazioni di tipo macroeconomico) viene utilizzato per identificare le aree geografiche ed i settori più appetibili. Diversi tipi di indicatori sono presi in considerazione: parametri riguardanti le condizioni macroeconomiche; indicatori relativi all’appetibilità dei mercati azionari (rapporto tra prezzo e utili, rendimento offerto dai dividenti, ecc.); indicatori mutuati dall’analisi tecnica; indicatori di posizionamento degli investitori; indicatori di volatilità dei mercati. Grazie anche al supporto di modelli quantitativi, è possibile individuare le aree geografiche ed i settori più interessanti. Per quanto riguarda le scelte sui singoli titoli, in Vontobel operano diversi team di analisti fondamentali che individuano le migliori società da inserire nei portafogli, tenendo conto delle specificità dei singoli prodotti e mandati di gestione.
“Attualmente siamo particolarmente favorevoli all’investimento azionario. Incrociando i risultati relativi all’allocazione geografica e settoriale, riteniamo che i temi più interessanti siano i seguenti: Eurozona, Giappone, UK, società svizzere di medie e piccole dimensioni, asset manager svizzeri. Per quanto riguarda i mercati emergenti, preferiamo in particolare la Cina. A livello di singoli titoli, privilegiamo le società con elevato grado di diversificazione geografica del fatturato, in particolare quelle esposte alle aree economiche a maggiore crescita (Usa e Paesi emergenti)” tiene a precisare infine Carlo Majolo.
All’interno poi dei fondi a vocazione azionaria, è possibile notare ampie divergenze di performance tra i fondi azionari area euro (+2,54%) e quelli azionari America (+15,4%): tra questi due estremi, si piazzano i fondi azionari Europa (+4,18%), gli azionari Italia (+6,75%), gli azionari Pacifico (+8,67%), gli azionari Paesi emergenti (+9,76%), e gli azionari globali internazionali (+11,09%).
Col senno del poi sarebbe stato quindi meglio, per il risparmiatore, sottoscrivere fondi azionari America rispetto a quelli specializzati sull’Europa. Anzi, a voler essere molto pignoli, l’ideale sarebbe stato sottoscrivere i fondi azionari biotech, i prodotti del risparmio gestito focalizzati sulle imprese della biotecnologia, che hanno registrato un ritorno medio da inizio anno del 19,77%.
Ma siamo proprio sicuri che sarebbe stata la scelta giusta? I fondi biotech hanno mostrato una esuberanza a inizio anno guadagnando nei primi due mesi, per la precisione dal 1 gennaio al 24 febbraio, il 20,85%. Poi però dal 24 febbraio al 14 aprile, cioè in meno di due mesi, hanno lasciato sul parterre il 22,4%: quanti investitori, onestamente, avrebbero avuto i nervi saldi per riuscire a mantenere il proprio investimento in questi fondi durante questa brusca correzione? Alla luce di questo esempio, la conclusione che si deve trarre è una soltanto: quando si investe in un fondo, in particolare quelli molto specializzati (e il discorso vale anche per quelli obbligazionari), è indispensabile farlo solo se si è consapevoli anche dei rischi, soprattutto a breve termine, che si corrono in termini di oscillazione delle quotazioni.
L’alternativa consiste nel diversificare il portafoglio in tante asset class in modo che nessuna di esse possa incidere eccessivamente sulle performance del portafoglio.
“Nelle scelte di investimento relative ad un portafoglio azionario, è di fondamentale importanza effettuare un’adeguata diversificazione” sottolinea infatti Carlo Majolo, Portfolio Manager di Vontobel Asset Management che poi aggiunge: “Tale diversificazione risulta efficace se vi è un processo decisionale in grado di guidare le scelte riguardanti aree geografiche, settori e singoli titoli”.
In Vontobel, un approccio di tipo top-down (cioè basato su valutazioni di tipo macroeconomico) viene utilizzato per identificare le aree geografiche ed i settori più appetibili. Diversi tipi di indicatori sono presi in considerazione: parametri riguardanti le condizioni macroeconomiche; indicatori relativi all’appetibilità dei mercati azionari (rapporto tra prezzo e utili, rendimento offerto dai dividenti, ecc.); indicatori mutuati dall’analisi tecnica; indicatori di posizionamento degli investitori; indicatori di volatilità dei mercati. Grazie anche al supporto di modelli quantitativi, è possibile individuare le aree geografiche ed i settori più interessanti. Per quanto riguarda le scelte sui singoli titoli, in Vontobel operano diversi team di analisti fondamentali che individuano le migliori società da inserire nei portafogli, tenendo conto delle specificità dei singoli prodotti e mandati di gestione.
“Attualmente siamo particolarmente favorevoli all’investimento azionario. Incrociando i risultati relativi all’allocazione geografica e settoriale, riteniamo che i temi più interessanti siano i seguenti: Eurozona, Giappone, UK, società svizzere di medie e piccole dimensioni, asset manager svizzeri. Per quanto riguarda i mercati emergenti, preferiamo in particolare la Cina. A livello di singoli titoli, privilegiamo le società con elevato grado di diversificazione geografica del fatturato, in particolare quelle esposte alle aree economiche a maggiore crescita (Usa e Paesi emergenti)” tiene a precisare infine Carlo Majolo.
Trending