Andreas Wild

Borsa: valutare con cura IPO e aumenti di capitale

3 Settembre 2014 09:10
financialounge -  Andreas Wild borsa Christoph Blieffert Europa IPO mercati azionari private equity
Il ruolo principale delle borse è quello di consentire alle imprese di assumere capitale: questa è la funzione "primaria" del mercato. Lo sottolineano Andreas Wild e Christoph Blieffert, analisti azionari di ETHENEA, che precisano: “Negli ultimi anni, a seguito della crisi finanziaria, tale funzione primaria è stata svolta in misura insufficiente, non soltanto per via delle basse valutazioni delle attività finanziarie, ma anche per la scarsa propensione al rischio degli investitori, inclusi i sottoscritti”.

Ma quest’anno il trend è decisamente cambiato.
Il volume degli aumenti di capitale e delle nuove entrate in borsa è sulla buona strada per raggiungere nuovamente i livelli precedenti alla crisi: già nella prima metà del 2014, infatti, ha raggiunto quota 202 miliardi di euro.
Dai colloqui che i due analisti hanno intrattenuto con numerose aziende nelle scorse settimane è emerso che questo trend è destinato a perdurare, sempre che la correzione in atto sui mercati non si accentui rispetto al livello attuale. “Si tratta di una dinamica decisamente positiva a nostro avviso. La creazione di capitale tramite il mercato rappresenta inoltre un’importante alternativa al credito bancario, resasi tra l’altro sempre più necessaria in tempi di contrazione dei bilanci delle banche. In seguito alla crisi finanziaria, il ricorso al capitale proprio e le iniezioni di grandi volumi di liquidità hanno assunto un’importanza sempre maggiore nei bilanci delle imprese” sottolineano Andreas Wild e Christoph Blieffert.

V’è da dire che sul mercato borsistico primario non vengono scambiati soltanto i titoli delle aziende "classiche". Attualmente anche gli istituti finanziari si avvalgono di questa modalità per approvvigionarsi di capitale, in ragione dei requisiti normativi più stringenti in materia di capitale. Né occorre dimenticare a tal proposito i numerosi fondi di private equity che negli ultimi mesi hanno portato in borsa molte delle società nelle quali avevano investito prima della crisi finanziaria.
In seguito a tali vendite questi fondi hanno colto nuove opportunità d’investimento, spesso in settori in crescita destinati a svolgere in futuro un ruolo decisivo nell’Europa intesa come centro di innovazione.

Ma quali implicazioni comporta questo trend per i risparmiatori?
“Per l’investitore, o acquirente dei numerosi titoli appena entrati in borsa, la faccenda è meno semplice di quanto non appaia in un primo momento. Abbiamo analizzato l’indice di Bloomberg sulle IPO europee, che misura la performance di tutte le offerte pubbliche iniziali di società europee durante il loro primo anno di quotazione in borsa. Fino agli inizi di marzo, la performance dei titoli appena quotati è andata di pari passo con quella dell’indice europeo STOXX 600, che abbiamo selezionato come riferimento. Successivamente però il rendimento dei suddetti titoli è scivolato sempre più in territorio negativo, fino a segnare una sottoperformance di oltre il 7% a fine luglio” rispondono i due analisti secondo i quali i motivi di questa under-performance sono da ravvisare in un deterioramento della qualità degli emittenti e nel conseguente incremento del rischio per gli investitori.

I rischi impliciti possono includere tra l’altro la solidità finanziaria dell’azienda in questione (sia il suo elevato livello di indebitamento) o l’eventuale scarsa capacità di generare flussi di cassa; oppure possono riguardare il modello aziendale.
“Ciò vale soprattutto per le aziende che puntano a entrare sul mercato con una nuova tecnologia, o che sono relativamente giovani: negli USA, ad esempio, il 74 % delle aziende che sono entrate in borsa tra il quarto trimestre 2013 e il primo trimestre 2014 non hanno ancora realizzato utili. Tale dato rappresenta il valore più elevato mai registrato da marzo 2000, alla vigilia dello scoppio della bolla tecnologica, quando l’80% delle nuove imprese entrate in borsa risultava in perdita”. In pratica, concludono Andreas Wild e Christoph Blieffert, è bene soppesare attentamente le proprie scelte d’investimento in campo azionario senza farsi trascinare da effimere euforie legate al marketing aziendale in fase di IPO o di raccolta di nuovo capitale.
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