M&A nel Hi tech ai livelli più alti dal 2000

Il totale delle operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni) nel settore high-tech ha toccato da inizio anno 174,4 miliardi di dollari dopo l’annuncio dell’acquisizione da parte di Amazon di Twitch Interactive Inc., la piattaforma di videogiochi in streaming, per un importo pari a 970 milioni di dollari.
Questo livello segna un aumento del 54% dell'attività nel settore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e, soprattutto, il più alto volume nei primi otto mesi dell’anno a partire dal 2000, cioè alla fine del boom delle dot-com.
L’acquisizione di Twitch è la seconda operazione per importo sborsato da parte di Amazon dopo il suo acquisto di un portafoglio di edifici per uffici a Seattle nel 2012, ed è la nona più grande operazione di M&A nel settore tecnologico finora in questo trimestre: ricordiamo che il più importante affare del settore dell’alta tecnologia del 2014 è quello di importo pari a 19,5 miliardi di dollari relativo all'offerta di Facebook per WhatsApp nel mese di febbraio.

Da notare che, nonostante questo exploit, nei primi otto mesi dell’anno, il controvalore di tutte le attività di M&A del settore dell’alta tecnologia rappresenta soltanto il 7,6% del totale mondiale posizionando l’hi tech al settimo posto nella graduatoria.
Il podio è infatti costituito dall’M&A del settore healthcare con 359,6 miliardi di dollari (+167% rispetto allo stesso periodo del 2013), da quello del settore energia e petrolio con 267,8 miliardi (+29%) e dall’M&A del settore media e intrattenimento con 259,3 miliardi (+194%). Precedono l’hi tech anche i volumi relativi alle operazioni di fusione e acquisizione dei settori finanziario (222,9 miliardi), immobiliare (211,9 miliardi) e industriale (182,6 miliardi).
Tornando all’M&A da inizio anno del settore hi tech, è interessante infine sottolineare che se le società target delle operazioni sono state in larga maggioranza società USA (106,8 miliardi di dollari pari al 61,2% del totale), oltre un quinto del totale è targato Asia: il 14,2% (24,8 miliardi) società cinesi, il 4,8% (8,4 miliardi) aziende sudcoreane e il 2,2% (3,8 miliardi) imprese giapponesi.