ETP
Investitori più prudenti, puntano su bond, oro e petrolio
22 Agosto 2014 12:05

rsa settimana è stata la quinta consecutiva in cui sono stati registrati flussi netti in ETP sulle commodity (cioè l’insieme di ETF, ETC e ETN che hanno come attività sottostante di riferimento le materie prime) di tipo “long” (rialzisti) collegati al prezzo dell’oro con volumi mensile che si sono attestati al livello più alto degli ultimi due anni: il saldo netto si è attestato a 70,2 milioni di dollari, trainando l’intero settore degli ETP focalizzati sui metalli preziosi che nel complesso ha raccolto 79,2 milioni.
In parallelo, i flussi in ETP rialzisti sul settore petrolifero hanno raggiunto il loro saldo positivo più alto in otto settimane in concomitanza del calo dei prezzi del petrolio: le sottoscrizioni settimanali, al netto dei riscatti, hanno raggiunto i 40,3 milioni portando a 40,9 i milioni di raccolta netta del settore degli ETP specializzati sulle commodity dell’energia.
Sempre la scorsa settimana, per la precisione dal 6 al 13 agosto, in base ai dati raccolti da Epfr Global, in Europa sono stati registrata riscatti per 3,5 miliardi di dollari dai fondi azionari: il peggior dato settimanale da oltre due anni. In parte i deflussi sono confluiti nei fondi azionari Paesi emergenti mentre il grosso (oltre due miliardi di dollari) si è diretto sui fondi obbligazionari.
L’insieme di questi dati, sia quelli relativi agli ETP sulle commodity che quelli inerenti ai fondi comuni europei, rivelano che gli investitori hanno assunto un atteggiamento più prudente. Da un lato hanno preferito posizionarsi sui fondi obbligazionari invece di quelli azionari dopo i deludenti dati economici europei delle ultime settimane mentre, in parallelo, hanno assunto posizioni rialziste sia sul prezzo dell’oro perché ritengono possibile qualche rischio di coda visti i conflitti in Ucraina, Iraq, Siria e Libia combinati con i problemi di debito dell’Argentina, e sia su quello del petrolio, perché sono interessati a puntare sul rimbalzo delle quotazioni supportato dal crescente rischio politico in Medio Oriente.
Sarà ora interessante verificare, alla luce del rafforzamento del dollaro americano che favorisce l’export europeo, se questa prudenza proseguirà nelle prossime settimane oppure se ci sarà spazio per un ritorno alle attività a rischio del Vecchio Continente, in particolare verso le azioni area euro e Europa.
In parallelo, i flussi in ETP rialzisti sul settore petrolifero hanno raggiunto il loro saldo positivo più alto in otto settimane in concomitanza del calo dei prezzi del petrolio: le sottoscrizioni settimanali, al netto dei riscatti, hanno raggiunto i 40,3 milioni portando a 40,9 i milioni di raccolta netta del settore degli ETP specializzati sulle commodity dell’energia.
Sempre la scorsa settimana, per la precisione dal 6 al 13 agosto, in base ai dati raccolti da Epfr Global, in Europa sono stati registrata riscatti per 3,5 miliardi di dollari dai fondi azionari: il peggior dato settimanale da oltre due anni. In parte i deflussi sono confluiti nei fondi azionari Paesi emergenti mentre il grosso (oltre due miliardi di dollari) si è diretto sui fondi obbligazionari.
L’insieme di questi dati, sia quelli relativi agli ETP sulle commodity che quelli inerenti ai fondi comuni europei, rivelano che gli investitori hanno assunto un atteggiamento più prudente. Da un lato hanno preferito posizionarsi sui fondi obbligazionari invece di quelli azionari dopo i deludenti dati economici europei delle ultime settimane mentre, in parallelo, hanno assunto posizioni rialziste sia sul prezzo dell’oro perché ritengono possibile qualche rischio di coda visti i conflitti in Ucraina, Iraq, Siria e Libia combinati con i problemi di debito dell’Argentina, e sia su quello del petrolio, perché sono interessati a puntare sul rimbalzo delle quotazioni supportato dal crescente rischio politico in Medio Oriente.
Sarà ora interessante verificare, alla luce del rafforzamento del dollaro americano che favorisce l’export europeo, se questa prudenza proseguirà nelle prossime settimane oppure se ci sarà spazio per un ritorno alle attività a rischio del Vecchio Continente, in particolare verso le azioni area euro e Europa.