idee di investimento

Idee di investimento - 18 agosto 2014

18 Agosto 2014 09:50
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L’andamento delle Borse nelle ultime due settimane sta segnalando un ritorno di attenzione, da parte degli investitori, ai valori fondamentali dei titoli e non tanto ai singoli settori o all’intero listino azionario. In questo contesto, dovrebbero essere favorite le strategie basate sulla ricerca del valore effettivo delle aziende che non sempre è quello espresso dalle quotazioni di mercato.

È la cosiddetta strategia “value” (legata cioè al valore dei singoli titoli) che si è dimostrata valida negli anni ’30 come anche in questo nostro complesso contesto economico finanziario. A questa conclusione giunge l’articolo “John Maynard, quel diavolo di un investitore” di Carlo Benetti di Swiss & Global Asset Management nel commento analitico Alpha e Beta del 4 agosto 2014 i cui concetti base sono stati ripresi nell’articolo “Perché lo stile value è una strategia senza tempo” nel quale si spiega come John Maynard Keynes, che è ritenuto il più grande economista del Novecento, sia stato anche un innovatore nello stile di gestione, anticipando lo stile “value” e intuendo l’importanza della finanza comportamentale.
Keynes fu infatti il primo investitore “value” e “bottom-up” perché comprese il significato della valutazione dei fondamentali e la paziente attesa dell’assorbimento delle sottovalutazioni nei prezzi. La sua esperienza nel gestire il patrimonio del King’s College resta di eccezionale attualità a distanza di tanti anni: non a caso John Wasik, che ha dedicato un libro al lato meno conosciuto di Keynes, quello dell’investitore (Keynes's Way to Wealth: Timeless Investment Lessons from The Great Economist, 2013), la definisce una “lezione senza tempo” utile ancora oggi all’investitore individuale e all’operatore professionale.

A proposito di investitoti professionali, BNP Paribas Investment Partners, nell’articolo “La situazione geopolitica e i dati del PIL USA aumentano i timori degli investitori” rivela di mantenere una posizione neutra nel comparto azionario internazionale. La posizione sovrappesata nella grande Cina (comprendente la Cina continentale, Hong Kong e Taiwan) rispetto ai mercati emergenti mondiali, si basa sul fatto che il sentiment negativo sia eccessivo e si traduca in basse valutazioni e posizioni nette corte: BNP Paribas IP sovrappesa inoltre l’Eurozona rispetto al Regno Unito. Passando al reddito fisso, BNP Paribas IP ha rettificato l’esposizione alle obbligazioni societarie high-yield europee in modo tattico e, visti i tassi di default nel complesso bassi e i dati patrimoniali societari generalmente soddisfacenti, preferisce effettuare operazioni di carry trade su tali obbligazioni e sul debito dei mercati emergenti denominato in valuta locale.
BNP Paribas IP ha inoltre assunto posizioni lunghe (cioè rialziste) in obbligazioni indicizzate all’inflazione dell’eurozona contro titoli di Stato nominali in quanto ritiene che l’aumento del costo della vita scontato dai titoli indicizzati sia troppo basso. Nell’ambito dell’approccio multi-asset flessibile, BNP Paribas IP sovrappesa i titoli di Stato italiani rispetto ai titoli di Stato del Regno Unito e il debito messicano denominato in dollari USA contro i Treasury a 10 anni.

Interessante, infine, la ricetta suggerita da Gareth Isaac, Fund Manager Fixed Income di Schroders in vista di un probabile rialzo dei tassi che, di norma, costituisce una cattiva notizia per gli investitori obbligazionari. Nell’articolo “Bond, la strategia in vista di tassi d’interesse in rialzo” il gestore spiega infatti perché i fondi obbligazionari unconstrained e la loro gestione attiva della duration del portafoglio rappresentino un modo efficace per ridurre il rischio e gli impatti, o addirittura per trarre vantaggio dalla situazione, di un aumento dei tassi di interesse.
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