debito pubblico

Italia di nuovo in recessione, ecco tutte le implicazioni

6 Agosto 2014 12:55

financialounge -  debito pubblico italia PIL recessione
o italiano del PIL del secondo semestre si è attestato a -0,2%, deludendo le previsioni che propendevano per uno 0,0% / +0,1%. Ma al di là dei decimali, quel che preoccupa gli analisti e gli investitori sono le prospettive economiche: l'Italia torna in recessione e continua infatti a restare indietro rispetto agli altri grandi paesi della zona euro.

Per gli esperti di Morgan Stanley Research (MSR) il ciclo non è ancora compiuto e, nella migliore delle ipotesi, si aspettano una crescita a zero per l’intero 2014, e un'espansione di appena l'1% nel 2015, in parte guidata dai tagli fiscali recenti e dell’allentamento monetario nel credito previsto dalla BCE sebbene, fanno notare gli specialisti di MSR, entrambi gli effetti rischino di rivelarsi piuttosto limitati.

A questo punto la traiettoria del debito italiano è ben lontana dall’essere messa in sicurezza, nonostante un avanzo di bilancio primario che quest’anno dovrebbe salire a circa il 2,5%. Il problema, fanno notare da MSR, è che, data la mancanza di crescita e inflazione reale in Italia, questo pur rispettabile livello di avanzo primario non è ancora sufficiente per stabilizzare il debito pubblico: ecco perché MSR si aspetta un ulteriore aumento a oltre 135% del rapporto debito/PIL nel 2014. Queste dinamiche, secondo i professionisti di MSR, evidenziano che le finanze pubbliche italiane, che sono avviate su un percorso di guarigione, risultano vulnerabili agli shock di mercato visti gli elevati stock di debito pubblico da finanziare. Cosa fare per migliorare le prospettive?

Secondo MSR una traiettoria discendente del debito potrebbe essere raggiunta soltanto con un avanzo di bilancio primario di almeno il 4% del PIL, che dovrebbe essere mantenuto nel tempo, determinando di conseguenza uno status di austerità permanente: questo però danneggerebbe ulteriormente l'economia. In alternativa, il debito pubblico potrebbe scendere se la crescita nominale del PIL fosse accelerata ad almeno il 3%. Questo, tuttavia, richiederebbe un tasso di inflazione molto più alto, che è improbabile nel breve termine, o una più forte crescita reale che, a sua volta, non può concretizzarsi se non dopo un lungo periodo di riforme strutturali approvate. Proprio l’affrontare i problemi strutturali dell'Italia è un fattore che renderebbe gli esperti di MSR più costruttivi circa le prospettive macro a medio termine relative al nostro paese.

In questo senso la vittoria del premier Matteo Renzi alle elezioni europee fa ben sperare gli specialisti di MSR per le riforme la cui pre-condizione è la stabilità politica. L'approvazione della nuova legge elettorale, un passo fondamentale in questa direzione, è a metà del suo iter di approvazione, ma la riforma costituzionale per 'depotenziare' il Senato deve affrontare sfide complesse: un passo chiave può essere preso già questa settimana, ma l'intero processo di approvazione definitiva potrebbe richiedere ancora un altro anno ed è soggetto a battute d'arresto.

Trending