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Cassa Depositi e Prestiti

Pechino pronta a calare il tris in Italia

29 Luglio 2014 14:10
financialounge -  Cassa Depositi e Prestiti cina enel eni italia Piazza Affari
Non c’è due senza tre. Questo proverbio ben si adatta a quello che gli investitori cinesi hanno fatto e hanno intenzione di fare in Italia. Dopo il doppio importante investimento del 27 marzo scorso, quando la banca centrale cinese si è aggiudicata il 2,1% di ENI (per 1,36 miliardi di euro) e il 2,07% di Enel (per 785 milioni), ecco pronto il terzo colpo: Cdp Reti.

Fonti vicine al deal che sta conducendo le trattative con gli investitori esteri hanno fatto trapelare la notizia che State Grid Corporation of China, la più grande società elettrica del mondo, sarebbe molto vicina alla firma dell’acquisizione del 35% di Cdp Reti, il veicolo finanziario nel quale sono confluite le partecipazioni strategiche della Cassa Depositi e Prestiti relative al 30% di Snam e al 29,9% di Terna. In base all’ultima capitalizzazione di Borsa delle due società di servizi pari, rispettivamente, a 14,9 miliardi per Snam e a 8 miliardi per Terna, Cdp Reti vale poco di più di 6,8 miliardi di euro: per rilevare il 35% di Cdp Reti, State Grid Corporation of China dovrebbe sborsare circa 2,4 miliardi di euro.

In attesa di verificare nelle prossime settimane se anche questo terzo importante colpo cinese in Italia vada in porto, la vicenda permette di fare alcune riflessioni su perché gli investitori cinesi stiano ora investendo nel Bel Paese.

Innanzitutto la Cina, come banca centrale, ha necessità di investire le ingenti risorse finanziarie accumulate in oltre 30 anni di crescita impetuosa grazie a esportazioni e a saldi commerciali in forte avanzo e la diversificazione è necessaria: le imprese di punta italiane come lo sono ENI ed Enel rappresentano la giusta via di mezzo tra un impiego solido e con un buon rendimento annuo e le opportunità di crescita a medio lungo termine grazie alla forte internazionalizzazione dei due gruppi energetici italiani.

In secondo luogo, anche le imprese cinesi di grandi dimensioni hanno la stessa necessità della banca centrale di Pechino e per crescere studiano i dossier internazionali dove allocare le loro disponibilità economiche e il 35% di Cdp Reti ha tutte le caratteristiche per suscitare un forte interesse per colossi come State Grid Corporation of China.

Infine, ma non meno importante, nello scacchiere mondiale le quotazioni di Borsa delle imprese italiane sono quelle tra le più distanti dai massimi del 2007 e quindi presentano valutazioni ancora interessanti per gli investitori internazionali dotati di liquidità da investire nel medio lungo periodo: se il processo di risanamento delle finanze pubbliche e le riforme strutturali andranno in porto, gli investimenti esteri, e non soltanto da parte di istituzioni cinesi, potranno facilmente moltiplicarsi con ricadute positive sul listino di Piazza Affari.
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