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Un Golden Gate per “Sei Californie”

22 Luglio 2014 09:05
financialounge -  california Golden Gate Silicon Valley tasse Tim Draper
Il pericolo più grosso che corse fu, paradossalmente, durante la festa del suo cinquantesimo compleanno. Era il 27 maggio 1987 e l’incredibile afflusso di visitatori curvò leggermente la struttura del ponte. Non accadde la tragedia, ma le autorità decisero di evitare di riorganizzare eventi simili.
Il Golden Gate, simbolo della California, è forte ma anche incredibilmente fragile.

Adesso rischia di essere smantellato (metaforicamente s’intende) dal progetto “split” di una California declinata al plurale. Se è vero che l’identità di un territorio si nutre di valori codificati, il progetto “Sei Californie” rischia di sezionare l’economia dello Stato ma anche il senso di appartenenza culturale.

L’ideatore della petizione è Tim Draper, magnate americano di capital venture, pioniere del Bitcoin, investitore in Skype e Tesla Motors, che vuole trasformare la Silicon Valley da “state of mind” a Stato vero e proprio.

Attualmente la zona può definirsi un bacino a corrente alternata di start-up e colossi internazionali e Draper vuole trasformarla in una vera e propria area a parte rispetto al resto della California, meno associata a spiagge e palme e più connotata sul piano dell’imprenditorialità e dell’innovazione hi-tech.
Per fare ciò la Silicon Valley necessiterebbe di una legislazione ad hoc per fluidificare i progetti e le ambizioni degli imprenditori. Le Sei Californie sarebbero Jefferson, North California, Silicon Valley, Central California, West California, and South California. La petizione draperiana ha raccolto circa 800.000 firme e sarà votata tramite referendum nel novembre 2016.

Per i sostenitori, le ripercussioni economiche di una scissione avrebbero un impatto positivo e riguarderebbero la ripartizione proporzionale di debito, tasse e spese per la California di oggi attraverso anche la creazione di un “nuovo governo” per la redifinizione del sistema tributario e la spesa pubblica. La manovra, secondo i sostenitori dell’iniziativa, porterebbe ad una ripresa dello Stato, il cui debito a settembre 2013 ammontava a 132 bilioni di dollari e al quale è stato cercato di dare rimedio attraverso l’innalzamento dell’aliquota sulle imposte sul reddito dal 10,3% al 13,3%.

I detrattori temono invece l’apocalisse culturale e la trasfigurazione di un popolo. Dividere la California significherebbe sottrarre l’identità territoriale ma anche provocare possibili ricadute politiche ed economiche, tra cui un enorme dispendio di denaro per eseguire la separazione, la nomina di nuovi senatori e la ratificazione di nuove leggi.

L’orchestratore Draper non terrebbe conto neppure del problema della disoccupazione disomogeneamente distribuita negli ipotetici distretti. La divisione avvantaggerebbe alcune zone a discapito di altre e potrebbe generare ostilità e animosità tra i diversi cittadini. Inoltre, essendo “Sei Californie” un’idea di matrice repubblicana, potrebbe essere letta come una campagna di sponsorizzazione del partito.

La storia del Golden Gate sostiene la California unita. Il ponte è molto più che un simbolo, è allegoria di unione. Gli aneddoti ad esso legati connotano la California come terra solare e viva. Rappresentazione del sogno di uno Stato, il ponte rischia di assistere alla sua fratturazione e alle conseguenti ripercussioni economiche e sociali.
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