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Scacco all'Europa con l'accordo sul gas tra Russia e Cina

22 Maggio 2014 16:45

financialounge -  cina Europa Russia settore energetico Vladimir Putin
go braccio di ferro tra l’Europa e gli Stati Uniti, da una parte, e la Russia, dall’altra, nel conflitto russo-ucraino, si arricchisce di un nuovo capitolo: il maxiaccordo sul gas tra la Russia e la Cina.

Ieri, infatti, dopo 10 anni di negoziati, è stata siglata un’intesa trentennale da 400 miliardi di dollari che impegna il paese guidato da Vladimir Putin a rifornire la Cina per 38 miliardi di metri cubi di gas all’anno a partire dal 2018, anno in cui dovrebbe essere definitivamente completata la struttura di trasporto del gas russo-cinese.
Altro aspetto importante, dalle prime indiscrezioni, risulterebbe che il prezzo medio della fornitura si attesterebbe intorno ai 350 dollari per mille metri cubi di gas, cifra che si confronta con i 350-380 dollari pagati dai principali clienti europei.

Questo accordo è una vittoria politica di Putin e potrebbe mettere ancora di più all’angolo l’Europa.
Il Vecchio Continente da anni evidenzia una eccessiva dipendenza energetica dalle forniture russe e, anche per questo, sta cercando di promuovere iniziative per la diversificare delle importazioni di energia in modo da renderle economicamente e politicamente più sicure.
L’Unione Europea, con una popolazione di oltre mezzo miliardo di persone è il più grande consumatore di energia al mondo ma può contare solo su un 20% dell'energia che utilizza prodotta in casa. In particolare il 30% del gas consumato in Europa arriva dalla Russia e, circa l’80% di questo, attraversa il territorio ucraino.
A chi affermava che la Federazione Russa usasse le proprie forniture energetiche come arma di dissuasione per l’Europa nella crisi russo-ucraina, altri esperti rispondevano che il Vecchio Continente resta un cliente importante per la Russia, visto che si stima che il 60% delle entrate di Gazprom (il colosso energetico nazionale russo) sia introitato dai mercati europei: un calo della quota d’importazioni europee porterebbe a drastico ammanco nelle entrate dello stato russo. Con l’accordo di ieri, però, Putin ha gettato le basi per una diversificare delle proprie esportazioni energetiche verso i paesi asiatici.
È vero che l’accordo sarà operativo dal 2018 ma la mossa russa mette ancora più in difficoltà l’Europa sul versante degli approvvigionamenti energetici visto anche la crisi libica (altro importante fornitore energetico all’Europa).

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