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Perché gli indici di Borsa non dicono tutto

18 Aprile 2014 15:00
financialounge -  assicurativi beni di consumo finanza indice MSCI World settore energetico settore farmaceutico settore immobiliare settori
Dal primo gennaio di quest’anno al 16 aprile scorso la variazione dell’indice Msci World in euro, il paniere che raccoglie le performance di circa 5.000 aziende mondiali quotate in tutto il mondo, è stata appena dello 0,03%: cioè dopo 106 giorni del 2014 è come se le Borse mondiali non si fossero mosse dal punto di partenza. Ma se è questo che dice l’indice quello che si può constatare tramite un più attento studio è che mentre alcuni settori di Borsa possono vantare rialzi tra i 2 e i 9 punti percentuali altri accusano perdite tra i il 3% e il 7%.

Tra i settori che si sono distinti da inizio anno figurano le utilities (+9, 10%), l’energia (+3,99%), il real estate (+3,41%), il farmaceutico (+2,05%) e l'alimentare (+1,95%). Sul versante opposto, invece, le perdite maggiori sono a carico dei settori dei beni di consumo durevoli (-3,21%), dei servizi commerciali e professionali (-3,72%), dei servizi finanziari (-3,75%), degli assicurativi (-3,88%), dei beni di consumo discrezionali (-4,13), dei media (-4,18%) e della grande distribuzione (-7,65%).

Questa panoramica di performance settoriali ci conferma che, pur in uno scenario di mercato apparentemente piatto in base alla variazione dell’indice generale Msci World, è comunque stato possibile cogliere, per i gestori di portafoglio attivi più capaci, diverse opportunità (nei settori per esempio delle utilities, energia, immobiliare e salute) limitando o azzerando l’esposizione in altri (come la grande distribuzione, i media, gli assicurativi e i servizi finanziari). È quello che gli indici di mercato non possono dire ma che la rigorosa selezione dei settori e dei titoli è in grado di fare per garantire performance migliori rispetto alle medie di mercato.
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