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New York

Goodbye Little Italy

7 Aprile 2014 16:00
financialounge -  New York settore immobiliare USA
Celebrato attraverso film, mostre e fotografie, tanto da divenire uno dei quartieri più importanti e caratteristici per il turismo nella Grande Mela, il quartiere Little Italy potrebbe scomparire e con lui, un pezzo della storia di New York ed in parte di anche noi italiani.

Partendo dai ricordi, dalle mappe e dalle fotografie di un tempo, si può osservare quanto fosse estesa la comunità italiana nella city: un quartiere di oltre 50 isolati, orgoglio di tutta una comunità e, in parte anche, di un’intera nazione, che in quei ristoranti i cui nomi ricordavano il nostro paese, aveva visto un percorso di rivincita, che dalla povertà tutta italiana arrivava fino a quell’eldorado che erano gli Stati Uniti, attraverso le grandi navi della speranza di allora.

Oggi le cose sono molto cambiate e Little Italy è sull’orlo dell’estinzione. La colpa è da ricercare nell’aumento dei canoni di locazione e nei cambiamenti demografici: nel corso degli anni si è passati dai 50 isolati ad un massimo di due o tre. L’Umberto’s Clam House è stata venduto per 17,5 milioni di dollari ed il suo proprietario si è visto raddoppiare il canone a 34 mila dollari al mese; il Giovanna’s ha chiuso dopo che al proprietario sono stati chiesti 32 mila dollari al mese ed “Il Fornaio”, un tempo appartenuto alla famiglia del gangster Gambino, rimane vuoto ed insieme a lui altri 7 ristoranti hanno abbassato la saracinesca nell’ultimo anno. E come se non bastasse un intero condominio a Mulberry Street sta convertendo tutto il piano terra in negozi al dettaglio, mentre un hotel è stato costruito su Grand Street, accanto a quello che era il ristorante Florio, ormai chiuso.

Per Robert Jr. Ianniello, presidente dell’associazione dei Commercianti di Little Italy e proprietario del già citato Umberto’s Clam House: “Non si può pensare di ricostruire da un’altra parte, se ce ne andiamo, non torneremo più. Non si può costruire un Olive Garden e dire che è Little Italy”.

Ma i problemi non riguardano solo il quartiere italiano a New York, anche la storica libreria Rizzoli, nel cuore della Grande Mela, rischia la chiusura. Lo stabile nella 57esima strada potrebbe essere infatti abbattuto per far posto a nuovi lussuosissimi edifici, adibiti ad abitazioni private od uso commerciale. Considerata come l’“ambasciata italiana” della cultura, dello stile, dell’arte e della moda, il bookstore è stato anche celebrato in numerose pellicole, la più famosa è "Manhattan" di Woody Allen. La sede newyorkese della Rizzoli per il momento si limita a dire che l’azienda è ancora in attesa di ulteriori informazioni da parte della proprietà, la quale si trincera dietro ad un categorico “no comment”.

A questo punto non resta che sperare nella politica, chissà se con il sindaco Bill de Blasio, di origine italiana, non si riesca a salvaguardare un patrimonio ricchissimo, che in fondo, è anche un po’ nostro.
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