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La paghetta dei genitori

27 Febbraio 2014 14:20
financialounge -  coldiretti crisi famiglie italiane giovani occupazione Roberto Moncalvo settore immobiliare
A salvare i giovani trentenni è ancora la paghetta dei genitori.
Secondo lo studio “Crisi: i giovani italiani e il lavoro nel 2014” promosso dalla Coldiretti/Ixè, più della metà dei trentenni italiani vive ancora grazie al sostegno economico dei propri genitori (51%) o dei nonni ed altri parenti (3%). Percentuale che arriva fino al 79% se si considerano i giovani under 34. In questo scenario il 75% dei giovani italiani che vive ancora a casa con i genitori cerca di rendersi utile facendo la spesa (76%), cucinando (73%) e facendo piccole riparazioni domestiche (60%). C’è anche chi, se pur risulti una minoranza, non si fa nemmeno il letto (16%).

A margine della ricerca, il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, ha sottolineato che "La famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno. La struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare, considerata in passato superata, si è invece dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini''.

La ricerca continua evidenziando la buona volontà dei giovani: pur di poter lavorare un giovane su quattro (23%) accetterebbe un posto da spazzino, lavorerebbe in un call center (27%) o farebbe il pony express (36%). Una flessibilità che si riflette, non solo sulla tipologia di lavoro, ma anche sulla remunerazione: il 33% degli intervistati ha dichiarato di essere pronto ad accettare un orario più pesante a parità di stipendio, pur di poter lavorare, o in alternativa uno stipendio inferiore anche di 500 euro a parità di orario (il 32%).

Una situazione che diventa ancora più insostenibile in caso di separazione: il portale immobiliare.it ha rivelato come 167.000 italiani divorziati siano tornati a vivere con i propri genitori. La casa sembra quindi essere il più grande scoglio per quei giovani under 35 che decidono di divorziare dal proprio coniuge: 2 italiani su 3 non vivono più nella casa in cui abitavano quando erano sposati.
È evidente che la giovane età non abbia permesso a questi ultimi di poter mettere da parte abbastanza risparmi per poter costruire una nuova autonomia abitativa e tornare a vivere con i propri genitori, sembra essere la soluzione più conveniente e per molti l'unica. Situazione che migliora leggermente se analizzata dopo 5 anni dal divorzio: solo il 3,3% continua a vivere sotto lo stesso tetto dei genitori.

Anche la vita risulta più costosa una volta che si torna ad essere una “famiglia unipersonale”, cioè single, situazione che tra l’altro colpisce circa un italiano su tre. Sempre secondo Coldiretti la spesa media per alimentari e bevande è di 332 euro al mese, il 62% in più rispetto ad una famiglia tipo di 2/3 persone che si attesta intorno ad una media di 204 euro per persona. Aumentano i costi anche per trasporti (+29%), combustibili per l’energia (76%) ed abitazione (+101%).
Se i costi più alti in tavola sono da ricercare nella mancanza di formati adeguati ad una vita da single, che costringono ad acquistare maggiori quantità, l’incidenza più alta nelle abitazioni è dovuta ai prezzi più elevati al metro quadro per le case e gli appartamenti più piccoli.
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