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Hanno ucciso il Bitcoin nella culla

26 Febbraio 2014 09:50
financialounge -  bitcoin Bitstamp hacker italia Mt Gox
“Is having it’s Lindsay Lohan moment” con questa frase Alex Daley, responsabile tecnologico e capo degli investimenti della Casey Research ha commentato il momento che sta vivendo la più celebre moneta virtuale, Bitcoin. La frase si potrebbe tradurre con un “sta facendo la fine di Lindsay Lohan”, la celebre attrice, cantante e modella italo irlandese che è salita agli onori della cronaca fin dalla tenera età. Ma la troppa popolarità non è facile da gestire, soprattutto quando si è ancora nell’età dell’infanzia. E così come Lindsay anche il Bitcoin sta vivendo momenti particolarmente difficili.

I dubbi espressi da Alex Daley non sono quelli di un qualunque nerd, ma di uno tra i maggiori consulenti tecnologici, che ha lavorato per le big del settore dell’high tech, passando da Microsoft a Facebook. Ecco perché quando afferma che la possibilità di saltare gli intermediari garantita da Bitcoin è una delle caratteristiche vincenti della valuta virtuale c’è da credergli. Così come quando dichiara che nonostante le altissime potenzialità “la tecnologia è ancora in una versione alfa, nella migliore delle ipotesi”.

E lo sottolineano le altissime oscillazioni che la moneta sta continuando a registrare, quasi a non voler trovare un certo grado di stabilità, con rally dai 20 dollari di Gennaio 2013 a picchi di 1200 dollari. E gli attacchi degli hacker non aiutano certo a far passare un’infanzia tranquilla alla cripto valuta. Sono di qualche giorno fa le scuse di Mt. Gox, la terza piattaforma al mondo per i Bitcoin, in grado di muovere qualcosa come il 14% degli scambi totali della moneta, riguardo al blocco dei prelievi per un problema tecnico, rivelatosi poi un attacco informatico. Attacco che è costato parecchio alla moneta virtuale, tanto da perdere il 20% del suo valore, circa 600 dollari. Ma Mt. Gox non è l’unica piattaforma ad aver avuto grossi problemi, anche la slovena Bitstamp ha registrato un analogo problema alla sua piattaforma. Secondo Prolexic, compagnia USA che opera nel campo della sicurezza, gli attacchi cibernetici hanno registrato una crescita esponenziale da parte degli hacker nei confronti dei big della finanza: “È dal 2011 che i cyber-criminali fanno ricorso a questa tecnica per assaltare grandi nomi del calibro di Bank of America, Jp Morgan a American Express”.

Anche i Governi di mezzo mondo si stanno mobilitando, ma anche loro per bloccare la crescita del Bitcoin. La Russia per esempio starebbe valutando di vietare la moneta virtuale, la Cina ne ha messo al bando l’utilizzo all’interno delle istituzioni finanziarie, e gli Stati Uniti, per la precisione lo stato di New York, starebbe valutando l’idea di creare una sorta di licenza. In Italia invece, nonostante qualche attività commerciali cominci timidamente ad accettare la valuta, i Bitcoin continuano a non essere presi in considerazione dalle autorità competenti, che al momento non si sono ancora prese l’onere di legiferare in materia. Vedremo se il nuovo Governo Renzi si mostrerà più attento alle nuove tecnologie del precedente. Al momento, nonostante il neo premier abbia twittato all’ex capo dipartimento alle Comunicazioni del MISE, Roberto Sambuco, che chiedeva maggior attenzione ai temi dell’economia digitale invocando un “Governo 2.0”, della moneta virtuale nell'Agenda Digitale non c’è traccia.
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