diversificazione

L’occasione degli inflation linked

5 Febbraio 2014 09:10

financialounge -  diversificazione Fondi obbligazionari inflazione
�investimento in fondi obbligazionari area dollaro (-5,52%) e quello in fondi obbligazionari governativi internazionali (-7,76%) si sono rivelati infelici nel 2013, la sottoscrizione in prodotti del risparmio focalizzati sugli inflation linked bond è stata addirittura peggiore (-9,30%). Ma quest’anno le cose potrebbero cambiare e virare a favore dei fondi inflation linked.

Intanto dal primo al 17 gennaio scorsi, mentre i fondi obbligazionari area dollaro hanno guadagnato il 2,24% e i fondi obbligazionari governativi internazionali l’1,81%, i fondi inflation linked bond hanno messo a segno un rialzo del 2,54%. Ma, cosa più importante per chi volesse oggi sottoscriverli o, avendoli in portafoglio si chiedesse se mantenerli o meno, le prospettive sono piuttosto favorevoli a questa asset class. Il punto di partenza è il tasso corrente di inflazione: 0,86% quello della zona euro, l’1,50% negli USA e il 2,04% nel Regno Unito.

È vero che tutte le previsioni parlano di un costo della vita sotto controllo e qualcuno paventa addirittura un pericolo deflazione (soprattutto per l’Eurozona). Ma è altrettanto vero che la crescita americana e quella inglese sono ormai avviate (e con esse la spinta ad un incremento dell’inflazione) e quella della zona euro sembra destinata a rafforzarsi nel corso dei prossimi trimestri.

In questo scenario, ipotizzare a 12-24 mesi un’inflazione del 2% nella zona euro (target della Banca centrale europea), del 2,5% -3,0% negli States e nel Regno Unito, non sembra del tutto avventata. E, se così fosse, destinare una quota del proprio giardinetto a reddito fisso a fondi inflation linked potrebbe rivelarsi una buona fonte di diversificazione.

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