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Il Brasile accelera sulle energie rinnovabili
27 Gennaio 2014 09:10

embrare paradossale ma, proprio quando sono stati scoperti i ricchissimi giacimenti di petrolio al largo di Santos e di Rio De Janeiro, il Brasile ha mostrato un rinnovato dinamismo nello sviluppo delle energie alternative. Infatti, mentre continuano ad essere stanziati ingenti investimenti plurimiliardari per estrarre il greggio dal mare, il paese sudamericano evidenzia una crescita strutturale in tutte le altre fonti di energia.
In aggiunta, se è vero che il 47% dell’energia consumata in Brasile deriva dal petrolio, il 35% è di origine idroelettrica, l’8% prodotta dal gas, il 5% dal carbone, il 4% dalle energie rinnovabili e l’1% dal nucleare. Da segnalare che da alcuni anni, oltre l’80% delle nuove autovetture brasiliane sono alimentate tramite la cosiddetta tecnologia flex che consente il funzionamento del motore con qualsiasi miscela di benzina ed etanolo. Quest’ultimo, peraltro, vede il Brasile al secondo posto al mondo come produttore, con una quota di mercato del 30%, preceduto soltanto dagli Stati Uniti, il cui market share è al 58%, ma con un tasso di crescita annuo molto inferiore rispetto a quello del Brasile.
In soli 10 anni, cioè dal 2003 quando la Volkswagen brasiliana ha avviato la produzione della prima autovettura con alimentazione flex, l’intera produzione del paese sudamericano, cioè circa 3 milioni di veicoli l’anno, è equipaggiata con motori con questa tecnologia meccanica.
Un altro segmento di punta nelle energie rinnovabili del paese è poi quello del solare dove gli italiani offrono un importante contribuito come nel caso di Pirelli (che sta per realizzare nello stato di Bahia il più grande stabilimento alimentato a energia solare del mondo) e il Politecninco di Milano che ne curerà lo studio preliminare.
In aggiunta, se è vero che il 47% dell’energia consumata in Brasile deriva dal petrolio, il 35% è di origine idroelettrica, l’8% prodotta dal gas, il 5% dal carbone, il 4% dalle energie rinnovabili e l’1% dal nucleare. Da segnalare che da alcuni anni, oltre l’80% delle nuove autovetture brasiliane sono alimentate tramite la cosiddetta tecnologia flex che consente il funzionamento del motore con qualsiasi miscela di benzina ed etanolo. Quest’ultimo, peraltro, vede il Brasile al secondo posto al mondo come produttore, con una quota di mercato del 30%, preceduto soltanto dagli Stati Uniti, il cui market share è al 58%, ma con un tasso di crescita annuo molto inferiore rispetto a quello del Brasile.
In soli 10 anni, cioè dal 2003 quando la Volkswagen brasiliana ha avviato la produzione della prima autovettura con alimentazione flex, l’intera produzione del paese sudamericano, cioè circa 3 milioni di veicoli l’anno, è equipaggiata con motori con questa tecnologia meccanica.
Un altro segmento di punta nelle energie rinnovabili del paese è poi quello del solare dove gli italiani offrono un importante contribuito come nel caso di Pirelli (che sta per realizzare nello stato di Bahia il più grande stabilimento alimentato a energia solare del mondo) e il Politecninco di Milano che ne curerà lo studio preliminare.