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Scenario 2014-2015 a rischio per l’Europa

4 Dicembre 2013 22:00
financialounge -  Eurozona inflazione Invesco italia John Greenwood USA
Si sta delineando uno scenario a rischio per l’Europa nel biennio 2014-2015. Lo ha rivelato stamani John Greenwood, Capo Economista di Invesco, incontrando i giornalisti a Milano.

“C’è il rischio concreto che accada quello che è successo in Giappone dopo la crisi del 1989-90, cui sono seguiti due decenni di stagnazione e deflazione” ha dichiarato John Greenwood aggiungendo che serve un intervento di sostegno da parte della BCE per contrastare gli effetti della crescita troppo lenta dei Paesi dell’Eurozona che, inoltre, non riescono ad abbattere il proprio indebitamento. Il pericolo deflazione è peraltro particolarmente significativo nel nostro paese dove l’alto livello di indebitamento del settore finanziario impedisce di dare ossigeno all’economia. Greenwood ha indicato poi la soluzione adottata dagli Stati Uniti che, sebbene non priva di qualche critica, permetterà nell’arco di 3-5 anni di tornare gradualmente a una situazione di crescita sostenibile del Pil.

Tornando al Vecchio Continente, John Greenwood tratteggia tre possibili scenari: “Il peggiore, anche se meno probabile, è quello di una ricaduta nella recessione a causa di un’ulteriore stretta monetaria e fiscale. Il più roseo, che prevede invece una graduale accelerazione verso un potenziale di crescita del Pil dell’Eurozona tra il 2 e il 2,5% l’anno, appare inverosimile, perché richiederebbe un intervento monetario espansivo che la Bce continua a rifiutare su basi puramente ideologiche”.

Ecco quindi che per John Greenwood lo scenario più probabile è rappresentato da un andamento altalenante, con tassi di crescita prossimi allo zero e il rischio concreto di deflazione, dal momento che è pressoché certo che l’inflazione rimarrà estremamente bassa per almeno uno o due anni, a causa della scarsa crescita del PIL e della debolezza della domanda interna: una situazione destinata a rimanere tale finché la politica monetaria e del credito in Europa non cambierà sostanzialmente.

Per quanto riguarda le economie emergenti, l’economista di Invesco, che è anche consulente dell’autorità monetaria di Hong Kong, ha spiegato che continuerà il deflusso di denaro iniziato nell’estate 2013, a mano a mano che i tassi di interesse USA riprenderanno a salire: “Saranno necessari ancora uno o due anni perché queste economie tornino a una situazione più stabile e sostenibile. Nel frattempo, esse non saranno in grado né di espandere la spesa interna né di rimodellare significativamente la loro tradizionale impostazione export oriented” ha concluso John Greenwood.
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