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Sovrappeso nell’azionario e nel credito della zona euro

15 Novembre 2013 20:00
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I paesi sviluppati sembrano essere in una migliore posizione ciclica nei prossimi 12/18 mesi, in sensibile miglioramento rispetto agli ultimi cinque anni, ma il trend di crescita continua ad essere sostanzialmente inferiore rispetto al periodo prima della crisi, e i freni strutturali alla crescita futura, derivanti dai vari processi di transizione rimangono significativi.

Alcuni paesi sviluppati, in particolare gli Stati Uniti, possono tuttavia vantare enormi vantaggi competitivi nel settore manifatturiero avanzato, nelle nuove tecnologie energetiche e nella qualità delle loro istituzioni, che potrebbero favorire il percorso di lungo periodo della crescita.

I paesi emergenti da parte loro hanno sfruttato le opportunità di crescita locale e la favorevole domanda globale negli ultimi 10-15 anni, e ora si trovano ad affrontare un contesto diverso. Per ragioni sia interne che globali le loro economie stanno rallentando nel breve termine ed anche nel lungo termine la storia della “grande convergenza” non può più essere data per scontata.

Sono le conclusioni a cui giunge Giordano Lombardo, CIO di Pioneer Investments nella sua “CIO Letter” di novembre che si riallaccia dalla precedente lettera in cui si diceva che i principali fattori che hanno sostenuto i mercati finanziari negli ultimi 30 anni, ovvero il secolare ribasso dei tassi di interesse e l'intervento benigno ed efficace delle banche centrali, saranno largamente assenti nel prossimo scenario di medio-lungo termine.

Lombardo riprende quindi l’analisi degli elementi peculiari che caratterizzano le principali aree economiche, quali Stati Uniti, Europa e Paesi Emergenti. Per Lombardo, un percorso di crescita sostenibile per l'economia degli Stati Uniti dovrebbe essere basato su miglioramenti sia dal lato della domanda che dell'offerta. Mentre il processo di riduzione dell'indebitamento delle famiglie (deleveraging) appare ben avviato, pur se non abbastanza per migliorare significativamente le prospettive del mercato del lavoro, il settore delle imprese appare ancora in relativo ritardo in fatto di contributo alla crescita.

Un settore delle imprese con abbondante disponibilità di cassa potrebbe ridare nuovamente slancio agli investimenti in conto capitale se gli “animal spirits” (ovvero le forze istintive che spingono ad agire), per citare Keynes, tornassero a farsi sentire. Le aziende hanno buone ragioni per investire (non solo negli Stati Uniti, ma a livello globale) perché i rendimenti sul capitale sono molto alti con un costo del finanziamento, invece, storicamente basso.

Tuttavia, gli “animal spirits” dipendono non solo dalle prospettive economiche mondiali, ma anche da un contesto politico stabile ed è questo l'elemento attualmente mancante. Per quanto possa sembrare strano, a fronte della cosiddetta “rinascita del manifatturiero” e dal contributo di innovazione in settori come la robotica, la “nuvola telematica” (cloud computing), lo stoccaggio dati e così via, si nota che altri studi in materia di innovazione (Robert J. Gordon) sostengono che la crescita della produttività negli Stati Uniti è in calo secolare a causa di una relativa mancanza di innovazione rispetto all'esperienza storica.

D'altro canto è tuttavia probabile che i miglioramenti nelle forniture di energia (in gran parte favoriti da nuovi metodi di estrazione mineraria tramite il cosiddetto shale gas) possano fornire benefici ai margini e alla redditività di una parte significativa del settore industriale degli Stati Uniti nel prossimo futuro.

Spostandoci nel Vecchio Continente, Lombardo crede che le prospettive di ripresa economica dell'Eurozona siano, nel complesso, superiori al rischio di ricaduta, una volta che il pericolo estremo di una rottura dell'Euro rimanga sotto controllo grazie all'azione della BCE.

"Per questa ragione continuiamo ad assegnare un sovrappeso agli investimenti in area euro, in particolare sull'azionario e sull'obbligazionario con rischio di credito, favorendo altresì settori e paesi che potrebbero beneficiare maggiormente della ripresa ciclica" rivela Lombardo.

Infine, la necessità di riforme strutturali per sostenere la transizione a lungo termine verso una crescita sostenibile è comune a molti paesi all'interno dell'universo emergente con una precisa raccomandazione: la selettività rimarrà un requisito fondamentale per coloro che investono in questa area. Le difficoltà di transizione della Cina, da un modello di crescita che fa perno sugli investimenti ad un altro guidato dai consumi, sono confermate dall'evidenza storica.

"Se, durante la transizione, la Cina dimostrerà di poter migliorare la produttività modificando il suo mix di specializzazione, probabilmente continuerà a crescere ad un ritmo rapido, anche se la crescita degli investimenti dovesse rallentare" conclude Lombardo che non nasconde che la sfida della Cina è complicata dal suo debito.
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