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Xinjiang: il governo di Pechino punta sull'ovest della Cina

15 Ottobre 2013 08:00
financialounge -  cina crescita economica esportazioni industria petrolio risorse naturali Xinjiang
Ha una superficie pari a circa un sesto di tutta la Cina, ma il suo prodotto interno lordo è già il 19,2% del PIL di tutto il Paese. Grazie al ritmo accelerato che ha visto una crescita nel 2012 del 12,5%, ben al di sopra del 7,5% della Cina, lo Xinjiang si propone come uno dei nuovi grandi protagonisti dei prossimi anni. Le ragioni sono evidenti.

È la regione più occidentale del paese e quindi su di essa il governo di Pechino sta puntando per esportare merci e servizi verso l’Asia centrale, la Russia, il Pakistan, la Mongolia, il Karazistan, il Kirghizitan, il Tagikistan, l’Afghanistan e l’India. Dispone del 40% delle risorse naturali di carbone, il 30% di quelle petrolifere e il 34% del gas naturale del paese. Molto ricca anche la produzione agroalimentare, quello delle seta e del cotone. Non sorprende affatto che proprio in questa regione gli investimenti diretti esteri si sono moltiplicati passando negli ultimi sei anni da 47 a 335 milioni di dollari.

La produzione industriale al momento è molto dipendente dall’estrazione del petrolio e del gas (51,1% del totale), ma stanno aumentando in modo significativo il settore della trasformazione dei minerali, quello delle materie prime e prodotti chimici, quello agroindustriale, quello della trasformazione dei metalli non ferrosi e il meccanico – elettromeccanico.

Un mix ben assortito che peraltro, ha permesso alla regione dello Xinjiang di registrare l’anno scorso un aumento dell’export del 20,5% a fronte di una drastica riduzione (-22,5%) dell’import.
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