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Emerging markets, opportunità d’entrata?

15 Luglio 2013 08:00
financialounge -  America Latina Asia borsa Europa giappone indice mercati azionari mercati emergenti USA
Nel 2012 i mercati azionari dei Paesi emergenti erano riusciti a registrare una performance superiore alla media mondiale. L’indice MSCI Emerging Markets, che misura l’apprezzamento complessivo dei listini dei paesi in via di sviluppo, aveva chiuso l’anno a +15,15%, circa due punti percentuali in più rispetto all’MSCI World Index (+13,18%), che invece riflette l’andamento di 1.600 titoli azionari mondiali.

Nei primi sei mesi di quest’anno, invece, le Borse emergenti sono sembrate in affanno con l’indice MSCI Emerging Markets in ritardo del 13,04%, dal 1 gennaio al 5 luglio, mentre l’MSCI World Index segnava un apprezzamento semestrale dell’8,3%. Osservando più da vicino gli andamenti delle tre principali aree emergenti del mondo, si scopre poi che mentre l’MSCI EM Asia ha perso nei primi sei mesi di quest’anno il 9,28%, l’MSCI Est Europa è sceso del 14,84% e l’MSCI Latin America addirittura del 19,69%.

Sono in molti a chiedersi, tra analisti, strategist e investitori retail se sia arrivato il momento di approfittare di questa correzione per entrare nelle Borse emergenti o se, al contrario, sia preferibile ancora molta cautela. Chi propende per la prudenza, fa prevalere due aspetti. Il primo riguarda il momentum negativo per gli investimenti in asset class di rischio e quello in azioni dei Paesi emergenti è tra i primi della lista.

Il secondo riguarda invece i futuri flussi di investimento che dagli Stati Uniti e Giappone si muoveranno alla ricerca di asset più redditizi ma anche più solidi e trasparenti: sotto quest’aspetto, l’investimento in emerging markets equity sembrerebbe meno competitivo rispetto a Wall Street e, in seconda battuta, Europa.

Coloro che, al contrario, suggeriscono di cominciare a prendere posizione sulle Borse emerging markets sottolineano la sottovalutazione di questi listini rispetto a quelli Occidentali e alle loro medie storiche: in particolare, l’Asia mostra attualmente dei rapporti prezzo/utili (p/e) e prezzo/mezzi propri (p/bv) ben al di sotto delle proprie medie decennali.

Il futuro dell’Est Europa dipenderà invece molto dall’evoluzione della crisi e della recessione del Vecchio Continente mentre il Sudamerica è legato in modo diretto al benessere degli States: se, come sembra, l’economia a stelle e strisce è destinata a migliorare nei prossimi mesi, anche quella dell’America meridionale la seguirà.
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