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Catherine Yeung

OCSE: Cina prima economia mondiale nel 2016

11 Giugno 2013 20:00
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L’economia cinese, che ha già superato quella dell'Eurozona, è proiettata a diventare la prima economia al mondo nel 2016 circa. Quasi un quarto della popolazione vive nelle città, dove il reddito pro capite è pari a quello di alcuni paesi dell'OCSE.

La migrazione dalle campagne verso le città e l'abbandono dell'attività agricola a favore di settori e servizi a elevata produttività continuerà ad alimentare la crescita. Se saranno implementate le riforme delineate nel dodicesimo piano quinquennale (2011-15) e nelle conclusioni del tredicesimo Congresso del partito comunista cinese (novembre 2012) il rapido miglioramento degli standard di vita continuerà. In parallelo, anche il renminbi inizierà, gradualmente, ad essere più utilizzato oltre i confini nazionali e i vincoli apposti sugli afflussi e i deflussi di capitale saranno allentati.

Tuttavia, nonostante questi importanti fattori di crescita citati dall’OCSE il mercato azionario cinese (indice MSCI China) non ha brillato nei primi mesi dell’anno, fatta eccezione per alcune delle società legate ai consumi interni. Parte della spiegazione può essere riconducibile all’atteso cambio alla guida del Paese e più recentemente le misure introdotte per dissipare il rischio di possibili bolle nel settore immobiliare.

Catherine Yeung, Direttore degli Investimenti azionari asiatici di Fidelity Worldwide Investment, spiega a FinanciaLounge perché le prospettive per il mercato cinese restino favorevoli, confermando la tesi sostenuta dal OCSE:

“Il cambio al vertice della Cina è avvenuto all’insegna della continuità e riteniamo che con tutta probabilità il governo proseguirà sulla strada tracciata, seguendo le linee del piano quinquennale in vigore, che come noto è incentrato sul ribilanciamento dell’economia dalle esportazioni a favore dei consumi interni”.

La Cina infatti, è fermamente impegnata nel ribilanciamento dell’economia dalle esportazioni ai consumi interni, come delineato nel Piano Quinquennale del Governo di Pechino: l’obiettivo è quello di rendere la crescita economica cinese più bilanciata e sostenibile, meno dipendente dall’economia internazionale e con un maggior contributo dei consumi interni al PIL.

“Rispetto al resto del mondo”, prosegue Catherine Yeung “la crescita in Cina registra tuttora valori molti positivi. Anche su questo fronte, però, occorre mantenere il giusto equilibrio. Una crescita fuori controllo, infatti, renderebbe necessario intervenire con una politica più restrittiva. Inoltre, il governo e le autorità di regolamentazione si stanno adoperando per rendere accessibili le azioni A, ad esempio aumentando le quote di investitori istituzionali esteri qualificati (QFII), e questo ci ha permesso di cogliere alcune opportunità d'investimento molto interessanti, soprattutto considerato il livello appetibile dei multipli”.

Un fattore chiave poi è quello della liberalizzazione di numerosi settori, attualmente caratterizzati da una massiccia presenza di aziende statali. I cinesi vogliono aprire il proprio mercato, consentire l'accesso a concorrenti esteri e promuovere il settore privato. Pertanto vi sono numerosi motivi per ritenere che le liberalizzazioni continueranno.

In particolare è molto probabile che sia varata anche la riforma dei tassi d'interesse, per consentire alle banche di fissare autonomamente i propri tassi sui depositi e sui prestiti, come avviene nei mercati sviluppati, contribuendo ad una maggiore efficienza del settore del credito.

“Complessivamente riteniamo che vi siano prospettive di medio-lungo periodo particolarmente positive per le società meglio posizionate per beneficiare della crescita dei consumi in Cina, mentre prosegue la corsa della Cina verso una posizione di leadership economica a livello mondiale, con l’atteso sorpasso sugli Stati Uniti, con quanto ne consegue anche in termini di internazionalizzazione e apprezzamento del Renminbi” conclude Catherine Yeung.

Per maggiori informazioni si può anche fare riferimento alla documentazione riferita ai fondi FF - China Consumer Fund e FF - China RMB Bond Fund.
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