Asia
Torna la fiducia tra gli investitori
29 Maggio 2013 20:00
ia è considerata l’area con il maggiore potenziale di crescita.
Gli orientamenti rilevati dallo Schroders Global Investment Trends Report indicano che nell’anno si registrerà un progressivo passaggio dagli investimenti obbligazionari agli azionari.
Statunitensi e Asiatici i più fiduciosi sulle prospettive di guadagno nei prossimi dodici mesi.
La ricerca Schroders Global Investment Trends Report (1), condotta su 14.800 individui in 20 Paesi, evidenzia un generale ritorno di fiducia da parte degli investitori (2), anche se in percentuali differenti nelle diverse aree geografiche. Oltre un terzo (38%) degli intervistati a livello globale prevede di aumentare l’ammontare investito nei prossimi 12 mesi, con un incremento medio del 3% rispetto allo scorso anno.
La percentuale d’incremento è maggiore per gli investitori Asiatici (5,5%) e minore per quelli Europei (1%), che risultano i meno fiduciosi. Quasi la metà (48%) degli investitori si dichiara più ottimista circa le opportunità d’investimento nel 2013 rispetto all'anno scorso, una percentuale più che doppia rispetto a quanti si dicono meno fiduciosi (18%). Statunitensi e Asiatici appaiono più ottimisti (59% in entrambi i casi) di Europei e Mediorientali (39%). Italia e Portogallo (rispettivamente con il 38% e il 37%) sono i Paesi in cui gli investitori dichiarano di essere meno fiduciosi.
In merito alle preferenze geografiche, il 58% del campione ritiene l'Asia/Asia Pacifico (3) l’area con le maggiori opportunità di crescita nel 2013. A livello regionale, a prediligere i mercati dell’Asia Pacifico è più della metà degli investitori asiatici (52%) e il 45% di Europei e Mediorientali, i quali puntano su quest’area più che su ogni altra. Anche negli Stati Uniti la maggioranza degli investitori (37%) riconosce all’Asia Pacifico il più alto potenziale di crescita.
L'Europa è invece ancora poco amata. Solo il 12% degli investitori Europei e Mediorientali e il 9% degli Statunitensi ritiene che ci siano buone prospettive in Europa occidentale; tra gli Asiatici questa percentuale scende addirittura al 7%.
In alcune aree geografiche appare chiara la tendenza a preferire il proprio Paese (il cosiddetto homebias): l'80% degli Statunitensi vede negli USA le migliori opportunità per i prossimi 12 mesi. In Asia, è il 55% a credere di più nei propri mercati. Europei e Mediorientali, invece, scommettono meno (40%) sul potenziale dei loro mercati. In Europa, i più inclini a investire localmente sono gli Svizzeri (61%), seguiti dai Tedeschi (59%).
Luca Tenani, Responsabile Distribuzione di Schroders Italia, osserva: “Chiaramente, il sentiment a livello globale sta cambiando: dalla nostra ricerca emerge un ottimismo più diffuso e una maggiore fiducia sulla ripresa economica, sia pure con ritmi diversi a seconda delle aree. Gli investitori sembrano decisi a tornare sul mercato azionario nel corso dell’anno e individuano nell’Asia le migliori opportunità”.
Le risposte sulle asset class ritenute più interessanti per i prossimi 12 mesi indicano un progressivo spostamento verso l’azionario. Oltre due terzi (68%) degli investitori pensa d’investire in azioni (4) nel corso dell'anno, solo il 25% intende puntare sugli strumenti obbligazionari.
“Nel complesso, il 71% del campione USA prevede d’investire in azioni nei prossimi 12 mesi, a conferma della fiducia nel proprio Paese e di una cultura finanziaria storicamente azionaria”, commenta Tenani.
L'interesse per il mercato azionario non si riflette però coerentemente nella propensione al rischio: ipotizzando una suddivisione fra asset a basso, medio e alto rischio, gli intervistati hanno dichiarato di voler frazionare gli investimenti dei prossimi 12 mesi rispettivamente nel 46, 34 e 20%. L’indagine mette inoltre in luce l'impatto sulla propensione agli investimenti delle mutate condizioni economiche a partire dalla recessione del 2008. Da allora, l’ammontare investito è aumentato solo per il 35% del campione, mentre è diminuito per il 48%.
La propensione al rischio varia da una regione all'altra: gli Asiatici dichiarano di voler allocare il 39% del patrimonio investibile in strumenti a basso rischio, gli Statunitensi il 40% e gli Europei il 51%.
“Per quanto l'anno scorso il mercato azionario europeo sia cresciuto di quasi il 20%, da gennaio il mercato giapponese sia salito di oltre il 36% e un bene rifugio come l'oro abbia perso più del 14%, la percentuale d’investitori che dichiara di preferire la liquidità appare elevata (29%). Un atteggiamento sorprendente, in un momento in cui in molti Paesi i tassi d’interesse sono bassi o prossimi allo zero. Eppure, per ben il 55% del campione, gli obiettivi d’investimento principali sono rappresentati da reddito e crescita del capitale a lungo termine. Emerge, quindi, una contraddizione tra aspirazioni e comportamenti”, continua Tenani.
La preoccupazione maggiore degli investitori per i prossimi 12 mesi è rappresentata dalla crisi del debito in atto nell'Eurozona, citata da quasi la metà del campione (49%). Oltre due quinti degli intervistati (42%) indica anche l'incertezza/instabilità politica mentre il 40% nutre dubbi su una ripresa economica mondiale.
Secondo lo studio, nei prossimi 12 mesi l'investitore medio investirà o reinvestirà l'equivalente di 61.500 Euro. Oltre la metà degli intervistati (53%) intende investire un importo compreso fra 10.000 e 40.000 Euro. Solo un quinto del campione globale (21%) investirà almeno 100.000 Euro. I risparmiatori Statunitensi prevedono gli investimenti più consistenti (132.487 Dollari, l'equivalente di 100.690 Euro), contro l'equivalente di 35.813 Euro degli Indonesiani.
Asia - L'importo medio che sarà allocato o riallocato nel 2013 supera appena i 49.000 Euro. In quasi la metà dei casi (45%) si attesta fra 10.000 e 40.000 Euro. Un terzo (34%) intende investire circa 60.000 Euro o più.
Europa e Medio Oriente - L'importo medio che sarà allocato o riallocato nel 2013 supera appena i 58.000 Euro. Poco più della metà dei casi (51%) si attesta fra 10.000 e 30.000 Euro. Neanche un quarto (24%) intende investire circa 60.000 Euro o più.
USA - L'importo medio che sarà allocato o riallocato nel 2013 supera appena i 132.000 Dollari (l’equivalente di 100.000 Euro). In poco più di un quarto dei casi (26%) si attesta fra 13.000 e 30.000 Dollari. Circa la metà (48%) intende investire 100.000 dollari o più.
(1) Schroders ha commissionato a Research Plus Ltd un sondaggio indipendente su 14.800 individui di 20 Paesi intenzionati a investire almeno 10.000 Euro (o importo equivalente) nei prossimi mesi 12 mesi. L'indagine è stata condotta online fra il 28 marzo e 12 aprile 2013 su un campione rappresentativo dalla realtà demografica dei vari Paesi.
(2) Nell’ambito del progetto, per investitori si intendono i soggetti interessati a investire almeno 10.000 Euro (o un importo equivalente) nei prossimi 12 mesi.
(3) L’area Asia Pacifico comprende Cina e Australasia (Australia, Fiji e Nuova Zelanda).
(4) Fondi d’investimento azionari, mercati azionari emergenti e fondi multi-asset.
Gli orientamenti rilevati dallo Schroders Global Investment Trends Report indicano che nell’anno si registrerà un progressivo passaggio dagli investimenti obbligazionari agli azionari.
Statunitensi e Asiatici i più fiduciosi sulle prospettive di guadagno nei prossimi dodici mesi.
La ricerca Schroders Global Investment Trends Report (1), condotta su 14.800 individui in 20 Paesi, evidenzia un generale ritorno di fiducia da parte degli investitori (2), anche se in percentuali differenti nelle diverse aree geografiche. Oltre un terzo (38%) degli intervistati a livello globale prevede di aumentare l’ammontare investito nei prossimi 12 mesi, con un incremento medio del 3% rispetto allo scorso anno.
La percentuale d’incremento è maggiore per gli investitori Asiatici (5,5%) e minore per quelli Europei (1%), che risultano i meno fiduciosi. Quasi la metà (48%) degli investitori si dichiara più ottimista circa le opportunità d’investimento nel 2013 rispetto all'anno scorso, una percentuale più che doppia rispetto a quanti si dicono meno fiduciosi (18%). Statunitensi e Asiatici appaiono più ottimisti (59% in entrambi i casi) di Europei e Mediorientali (39%). Italia e Portogallo (rispettivamente con il 38% e il 37%) sono i Paesi in cui gli investitori dichiarano di essere meno fiduciosi.
In merito alle preferenze geografiche, il 58% del campione ritiene l'Asia/Asia Pacifico (3) l’area con le maggiori opportunità di crescita nel 2013. A livello regionale, a prediligere i mercati dell’Asia Pacifico è più della metà degli investitori asiatici (52%) e il 45% di Europei e Mediorientali, i quali puntano su quest’area più che su ogni altra. Anche negli Stati Uniti la maggioranza degli investitori (37%) riconosce all’Asia Pacifico il più alto potenziale di crescita.
L'Europa è invece ancora poco amata. Solo il 12% degli investitori Europei e Mediorientali e il 9% degli Statunitensi ritiene che ci siano buone prospettive in Europa occidentale; tra gli Asiatici questa percentuale scende addirittura al 7%.
In alcune aree geografiche appare chiara la tendenza a preferire il proprio Paese (il cosiddetto homebias): l'80% degli Statunitensi vede negli USA le migliori opportunità per i prossimi 12 mesi. In Asia, è il 55% a credere di più nei propri mercati. Europei e Mediorientali, invece, scommettono meno (40%) sul potenziale dei loro mercati. In Europa, i più inclini a investire localmente sono gli Svizzeri (61%), seguiti dai Tedeschi (59%).
Luca Tenani, Responsabile Distribuzione di Schroders Italia, osserva: “Chiaramente, il sentiment a livello globale sta cambiando: dalla nostra ricerca emerge un ottimismo più diffuso e una maggiore fiducia sulla ripresa economica, sia pure con ritmi diversi a seconda delle aree. Gli investitori sembrano decisi a tornare sul mercato azionario nel corso dell’anno e individuano nell’Asia le migliori opportunità”.
Le risposte sulle asset class ritenute più interessanti per i prossimi 12 mesi indicano un progressivo spostamento verso l’azionario. Oltre due terzi (68%) degli investitori pensa d’investire in azioni (4) nel corso dell'anno, solo il 25% intende puntare sugli strumenti obbligazionari.
“Nel complesso, il 71% del campione USA prevede d’investire in azioni nei prossimi 12 mesi, a conferma della fiducia nel proprio Paese e di una cultura finanziaria storicamente azionaria”, commenta Tenani.
L'interesse per il mercato azionario non si riflette però coerentemente nella propensione al rischio: ipotizzando una suddivisione fra asset a basso, medio e alto rischio, gli intervistati hanno dichiarato di voler frazionare gli investimenti dei prossimi 12 mesi rispettivamente nel 46, 34 e 20%. L’indagine mette inoltre in luce l'impatto sulla propensione agli investimenti delle mutate condizioni economiche a partire dalla recessione del 2008. Da allora, l’ammontare investito è aumentato solo per il 35% del campione, mentre è diminuito per il 48%.
La propensione al rischio varia da una regione all'altra: gli Asiatici dichiarano di voler allocare il 39% del patrimonio investibile in strumenti a basso rischio, gli Statunitensi il 40% e gli Europei il 51%.
“Per quanto l'anno scorso il mercato azionario europeo sia cresciuto di quasi il 20%, da gennaio il mercato giapponese sia salito di oltre il 36% e un bene rifugio come l'oro abbia perso più del 14%, la percentuale d’investitori che dichiara di preferire la liquidità appare elevata (29%). Un atteggiamento sorprendente, in un momento in cui in molti Paesi i tassi d’interesse sono bassi o prossimi allo zero. Eppure, per ben il 55% del campione, gli obiettivi d’investimento principali sono rappresentati da reddito e crescita del capitale a lungo termine. Emerge, quindi, una contraddizione tra aspirazioni e comportamenti”, continua Tenani.
La preoccupazione maggiore degli investitori per i prossimi 12 mesi è rappresentata dalla crisi del debito in atto nell'Eurozona, citata da quasi la metà del campione (49%). Oltre due quinti degli intervistati (42%) indica anche l'incertezza/instabilità politica mentre il 40% nutre dubbi su una ripresa economica mondiale.
Secondo lo studio, nei prossimi 12 mesi l'investitore medio investirà o reinvestirà l'equivalente di 61.500 Euro. Oltre la metà degli intervistati (53%) intende investire un importo compreso fra 10.000 e 40.000 Euro. Solo un quinto del campione globale (21%) investirà almeno 100.000 Euro. I risparmiatori Statunitensi prevedono gli investimenti più consistenti (132.487 Dollari, l'equivalente di 100.690 Euro), contro l'equivalente di 35.813 Euro degli Indonesiani.
Asia - L'importo medio che sarà allocato o riallocato nel 2013 supera appena i 49.000 Euro. In quasi la metà dei casi (45%) si attesta fra 10.000 e 40.000 Euro. Un terzo (34%) intende investire circa 60.000 Euro o più.
Europa e Medio Oriente - L'importo medio che sarà allocato o riallocato nel 2013 supera appena i 58.000 Euro. Poco più della metà dei casi (51%) si attesta fra 10.000 e 30.000 Euro. Neanche un quarto (24%) intende investire circa 60.000 Euro o più.
USA - L'importo medio che sarà allocato o riallocato nel 2013 supera appena i 132.000 Dollari (l’equivalente di 100.000 Euro). In poco più di un quarto dei casi (26%) si attesta fra 13.000 e 30.000 Dollari. Circa la metà (48%) intende investire 100.000 dollari o più.
(1) Schroders ha commissionato a Research Plus Ltd un sondaggio indipendente su 14.800 individui di 20 Paesi intenzionati a investire almeno 10.000 Euro (o importo equivalente) nei prossimi mesi 12 mesi. L'indagine è stata condotta online fra il 28 marzo e 12 aprile 2013 su un campione rappresentativo dalla realtà demografica dei vari Paesi.
(2) Nell’ambito del progetto, per investitori si intendono i soggetti interessati a investire almeno 10.000 Euro (o un importo equivalente) nei prossimi 12 mesi.
(3) L’area Asia Pacifico comprende Cina e Australasia (Australia, Fiji e Nuova Zelanda).
(4) Fondi d’investimento azionari, mercati azionari emergenti e fondi multi-asset.