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Si intensifica il focus sulla Fed

di Russ Koesterich 29 Maggio 2013 20:00
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Dopo quasi un mese di rialzo dei titoli, i mercati azionari hanno visto il ritorno della volatilità la scorsa settimana, con qualche moderato sell-off. Molti mercati si sono focalizzati sulla brusca e improvvisa correzione del Giappone ma, secondo noi, il vero motivo del ritorno della volatilità si deve all'aumento dei timori degli investitori sulle politiche monetarie delle Banche Centrali.

La settimana scorsa l'indice Dow Jones Industrial Average è sceso dello 0,3% toccando quota 15.303, l'indice S&P 500 ha perso l'1,1% a 1.649 punti e il Nasdaq Composite è sceso dell'1,1% a quota 3.459. Nei mercati del reddito fisso i rendimenti hanno continuato il recente moderato andamento al rialzo (i prezzi sono scesi), con il rendimento dei Treasury a dieci anni in rialzo dall'1,95% al 2,01%.

Gli investitori normalmente osservano la Federal Reserve e le altre Banche Centrali per cercare di comprendere il possibile andamento dei mercati finanziari ma di recente l'osservazione si è trasformata in ossessione. Gli investitori stanno analizzando ogni singola parola della Banca Centrale ed eventuali cambiamenti di tono e di atteggiamento in materia di politica monetaria. La scorsa settimana la ripresa della volatilità è stata generata dai commenti della Banca Centrale americana e della Banca centrale giapponese.

Perché gli investitori mostrano tanto interesse verso la politica monetaria della Banca Centrale?
Uno dei motivi è che i mercati stanno stranamente subendo l'influenza dei tassi di interesse e dei programmi di acquisto degli asset da parte della Banca Centrale. Da diversi anni, i tassi di interesse bassissimi e l'espansione dei bilanci delle Banche Centrali, hanno spinto gli investitori verso asset più rischiosi, come i titoli azionari o i bond high yield. In questo contesto un eventuale mutamento di direzione della Banca Centrale potrebbe generare un contesto diverso per gli investimenti.

La forte attenzione alla policy della Banca Centrale contribuisce inoltre a spiegare il motivo per il quale gli investitori hanno prediletto così tanto due mercati in particolare: gli Stati Uniti e il Giappone. Anche se sono rallentati da inizio anno i flussi nei mercati azionari continuano ad interessare in modo sproporzionato questi due paesi. Uno dei motivi della sovraperformance di queste regioni è che le economie di entrambi i paesi sono in costante crescita, mentre altre regioni (in particolare l'Europa) stanno perdendo quota.

Tuttavia, anche la politica della Banca Centrale rappresenta certamente un fattore di differenziazione. Le Banche Centrali di USA e Giappone sono, in questo momento, le più aggressive al mondo, dunque, sino a quando gli investitori rimangono focalizzati sulla politica della Banca Centrale, non deve sorprendere la sovraperformance dei mercati di questi paesi.

Anche se il paese del Sol Levante rimane uno dei mercati migliori in termini di performance da inizio anno, gli investitori si sono allarmati la scorsa settimana, quando c'è stato un brusco sell-off in seguito alla confusione generata dai commenti della Bank of Japan. Il ribasso conferma che gli investitori sono focalizzati sui possibili cambiamenti di direzione della politica dei tassi di interesse. Anche il minimo accenno di svolta della Bank of Japan può essere sufficiente a generare un aumento della volatilità del mercato.

Come dovranno comportarsi dunque gli investitori in questo contesto?
In primo luogo, dato che ci stiamo avvicinando a un moderato cambiamento della politica della Fed, gli investitori dovranno prevedere qualche aumento dei livelli di volatilità. Negli ultimi cinque anni gli investitori si sono abituati a un'unica direzione della Federal Reserve, verso una politica monetaria sempre più espansiva. Anche se è prevista una svolta lenta e graduale della Fed, gli investitori dovranno abituarsi alla realtà di una eventuale politica monetaria restrittiva. Il consiglio non è quello di disinvestire dai titoli azionari ma gli investitori dovranno prepararsi ad assistere a un andamento più altalenante del mercato nei prossimi mesi.

Inoltre il consiglio è adottare prudenza, sopratutto nei settori dei mercati finanziari in cui le valutazioni possono essere distorte a causa di condizioni monetarie insolite, come le small cap USA e alcuni titoli che pagano i dividendi, come quelli legati al settore delle utility.

Nei mercati del reddito fisso, la nostra preferenza va ai settori del credito (come gli high yield e i prestiti bancari) rispetto ai Treasury, grazie alla posizione ancora estremamente accomodante della Banca Centrale. I rendimenti dei Treasury sono aumentati gradualmente nelle ultime settimane e la tendenza dovrebbe continuare con la Fed che lentamente inizierà a cambiare la posizione monetaria. Non è previsto un brusco e improvviso aumento dei rendimenti, ma le pressioni al rialzo sui tassi rendono i Treasury sempre meno interessanti.
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