La finanza comportamentale

Purtroppo sembra paradossale ma, al contrario, è abbastanza normale che gli investitori siano tentati di comperare in Borsa durante le fasi di toro e, viceversa, siano quasi impossibilitati a non vendere durante le correzioni dei listini azionari. Non solo.

Più c’è euforia e più la tendenza all’acquisto è massima mentre nei momenti di grave crisi dei mercati finanziari si manifesta l’effetto contrario di vendita indiscriminata. Per superare questo deficit, viene in aiuto la cosiddetta finanza comportamentale, ovvero la disciplina che consente di individuare gli aspetti psicologici che condizionano le decisioni d’investimento.

Grazie a questionari specifici, ai risparmiatori non vengono proposte né soluzioni d’investimento e nemmeno asset allocation. La finalità, invece, è quella di individuare le emozioni e gli automatismi mentali che possono portare l’investitore a scelte non ottimali o, addirittura, controproducenti per il suo profilo di rischio.

I risparmiatori, in questo modo, possono conoscere meglio sé stessi e non soltanto i prodotti d’investimento in modo da mettere a fuoco quale ruolo svolgono l’emotività e le abitudini nel processo decisionale e nella percezione dei rischi. D’altra parte, riuscire a migliorare il livello di consapevolezza del modo in cui vengono decisi i propri investimenti è di fondamentale importanza per compiere scelte più serene e lungimiranti.