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Soft o hard Brexit? Meglio proteggersi comunque dai rischi

Con le trattative per la Brexit in corso, è il caso di proteggere il portafoglio di investimento anche dall’ipotesi peggiore con scelte consapevoli su sterlina, titoli di stato e obbligazioni bancarie.

16 Ottobre 2018 07:50
financialounge -  Brexit Mike Amey Morning News PIMCO Regno Unito https://www.flickr.com/photos/number10gov/44741094662/in/album-72157701253759034/

Il rush finale dei negoziati sulla Brexit tra Regno Unito e Unione Europea è entrato nel suo ultimo semestre. Infatti, entro il prossimo 29 marzo, le due controparti devono trovare un accordo per procrastinare fino al dicembre 2020 le attuali norme commerciali e legali, altrimenti sarà ‘hard Brexit’. Mike Amey, managing director and portfolio manager di PIMCO, ha esaminato l’attuale situazione per fornire indicazioni pratiche agli investitori, affinché possano effettuare scelte di portafoglio consapevoli.

IL PUNTO DI PARTENZA


Il punto di partenza, secondo l’esperto, è comprendere che le attuali quotazioni e valutazioni dei diversi asset finanziari britannici incorporano una probabilità significativa di una hard Brexit ma non tutte le sue potenziali implicazioni: c’è pertanto spazio, in entrambi i sensi, sia nel caso di configurasse un esito condiviso tra Regno Unito e UE (soft Brexit) e sia nel caso di mancato raggiungimento dell’accordo entro marzo 2019.

SCENARIO BASE: SOFT BREXIT


Detto questo, lo scenario base di PIMCO è quello di un esito condiviso sulla Brexit. Se il Regno Unito e l'Unione Europea (UE) firmassero l'accordo di transizione che estende i negoziati fino a dicembre 2020, ci sarebbero vantaggi per entrambe le parti: la UE si assicurerebbe che il Regno Unito contribuisca al bilancio europeo fino alla fine dell'attuale periodo fiscale nel dicembre 2020, mentre il Regno Unito potrebbe essere nelle condizioni migliori per limitare i rischi derivanti da una separazione dirompente in soli cinque mesi, un evento per il quale l'economia sembrerebbe non essere completamente preparata. “Ecco perché vediamo un maggior rischio di una Brexit dirompente alla scadenza del dicembre 2020 rispetto all'attuale scadenza del marzo 2019" spiega Mike Amey.

CAUTELARSI DA TUTTE LE EVENTUALITÀ


Lo stesso Amey, tuttavia, consiglia prudente  gestire il rischio di portafoglio in funzione di tutte le eventualità. Per comprendere i possibili movimenti di mercato delle diverse asset class britanniche, sia in caso di hard Brexit che di soft Brexit, è necessario constatare che i rendimenti obbligazionari UK hanno inseguito quelli della zona euro, nonostante il Regno Unito abbia già iniziato il suo ciclo di tassi di interesse. Secondo l’analisi condotta da Amey, questo trend è dovuto al fatto che il mercato si aspetta che il ciclo monetario statunitense possa fermarsi (o, addirittura, si inverta) nel caso di una Brexit dirompente: i rendimenti obbligazionari UK hanno pertanto sostanzialmente replicato quelli nelle aree in cui il ciclo di restrizione deve ancora iniziare.

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STERLINA TRA IL 5% E IL 10% AL DI SOTTO DEL SUO FAIR VALUE


“Nel frattempo, reputiamo che la sterlina britannica stia negoziando sui mercati valutari tra il 5% e il 10% al di sotto del suo fair value (valore intrinseco, ndr) a lungo termine: una sconto che attribuiamo prevalentemente al rischio Brexit” fa inoltre sapere Mike Amey. Il quale, relativamente al mercato delle obbligazioni societarie in sterline, osserva una discrepanza tra i bond di emittenti industriali e quelli bancari. Mentre i primi trattano sul mercato in linea con gli omologhi statunitensi, le obbligazioni bancarie britanniche continuano a negoziare con un premio di rendimento, sempre riconducibile al rischio Brexit. Peccato che, fa notare l’esperto, le banche britanniche operino in uno dei sistemi finanziari più regolamentati al mondo e abbiano alcuni dei più alti coefficienti patrimoniali del settore.

COME SFRUTTARE LA SOFT BREXIT


Alla luce di questa situazione, Mike Amey suggerisce agli investitori di apportare adeguate modifiche al portafoglio al fine di poter beneficiare di una soft Brexit. “Nel caso di un accordo condiviso entro marzo 2019, ci aspettiamo che i guadagni dei titoli governativi UK tendano a sottoperformare quelli dei bund tedeschi e dei titoli del Tesoro statunitensi. Inoltre mentre ipotizziamo un costante apprezzamento della sterlina britannica, non escludiamo che le obbligazioni bancarie britanniche possano registrare performance inferiori ai bond finanziari delle altre aree geografiche” specifica Mike Amey. Il quale implementa queste sue convinzioni nei portafogli globali adottando un modesto sottopeso per la duration (scadenza medi dei titoli che determina l’esposizione alla variazione dei tassi) britannica e un modesto sovrappeso sulle obbligazioni delle banche commerciali statunitensi.

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PROTEGGERSI DA UNA HARD BREXIT


L’esperto, inoltre, consiglia di prendere in considerazione adeguate garanzie sul portafoglio anche per proteggersi da una hard Brexit. Uno scenario nel quale, secondo Mike Amey, i rendimenti dei titoli UK potrebbero diminuire di 25-40 punti base (e i prezzi , che si muovono in direzione opposta, aumentare), la sterlina britannica deprezzarsi di un ulteriore 5% -10% e le obbligazioni della banche commerciali britanniche subire ulteriori pressioni. A causa dell’incertezza economica, si potrebbe inoltre registrare un calo della liquidità nel segmento degli asset legati agli immobili commerciali. La nota conclusiva di Mike Amey è che i gestori attivi e ben informati sulle diverse asset class britanniche dovrebbero avere a disposizione elementi sufficienti per coprire i rischi indesiderati a seconda dei due scenari e, al contempo, potrebbero cercare di sfruttare le opportunità che si verranno a creare in caso di hard o soft Brexit.
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