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“Azioni vincenti nel prossimo decennio, rendimento fino al 3% annuo”

Pictet AM propone il nuovo paradigma dei prossimi anni fatto di tre regole: il Qe appartiene al passato, il nuovo wathever it takes sarà fiscale, i tassi bassi diventano strutturali. Il risultato è che le azioni vincono sugli altri asset

di Virgilio Chelli 13 Febbraio 2020 09:00

All’ingresso degli anni 20 la lettura delle economie e dei mercati non è senza contraddizioni: manifatturiero estremamente negativo, servizi in buona salute, mondo sviluppato che tentenna e Paesi Emergenti che aumentano la forza relativa, consumi solidi ma investimenti e scambi con l’estero in sensibile decelerazione.
Gli investimenti languono per l’incertezza che incombe sul commercio internazionale, anche se nel lungo periodo si vedono segni di timido recupero. Intanto i consumi, che rappresentano i tre quarti del Pil USA, sono supportati dalla crescita reale dei salari, dalla bassa inflazione e dalla disoccupazione ai minimi. Un quadro certamente non avverso agli utili aziendali.

CON IL NUOVO PARADIGMA, PER L’AZIONARIO UN EXTRA RENDIMENTO FINO AL 3% L’ANNO


Partendo da questa realtà gli esperti di Pictet AM, Andrea Delitala, Head of Investment Advisory, e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager, prevedono che gli anni 20 ci collocheranno a in un nuovo paradigma in cui crescita potenziale e inflazione saranno strutturalmente inferiori rispetto al passato, con tassi di interesse stabilmente a zero o sotto l’1% nel lungo periodo. In questo quadro, secondo Pictet AM, l’azionario può godere di un extra rendimento fino al 3% annuo.

ECONOMIA ANEMICA, CRESCITA POTENZIALE E INFLAZIONE ‘NORMALE’ INFERIORI AL PASSATO


Il nuovo paradigma delineato dagli esperti di Pictet AM sarà un mondo inedito in cui le politiche monetarie hanno esaurito il proprio ruolo di stimolo all’economia, a cui potrebbe subentrare una fiscalità espansiva, come auspicato da Mario Draghi e ribadito da Christine Lagarde. Forse anche l’andamento anemico dell’economia corrisponde al nuovo paradigma, in cui crescita potenziale e inflazione ‘normale’ sono ridimensionate rispetto al passato.

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IL NUOVO WATHEVER IT TAKES SARÀ LANCIATO DALLA POLITICA FISCALE


Secondo Delitala e Piersimoni nel nuovo paradigma degli anni 20 vigeranno tre regole. La prima è lo stallo delle politiche monetarie in stallo. Dopo l’allentamento di metà ciclo della Fed e l’ultimo QE lanciato dalla Bce, le banche centrali occidentali saranno a lungo paralizzate, avendo esaurito la politica monetaria, il proprio compito e la propria efficacia. Questo sposta l’ago della bilancia sulla politica fiscale, che potrebbe essere la protagonista di un “whatever it takes” come quello lanciato da Draghi nel 2012, grazie a condizioni favorevoli nel rapporto tra crescita nominale, seppure contenuta, e tassi di interesse complessivamente talmente bassi da configurare una buona sostenibilità del debito pubblico.

I TASSI DI INTERESSE BASSISSIMI DIVENTERANNO UN FATTORE STRUTTURALE


Gli esperti di Pictet AM sottolineano che a differenza delle misure monetarie la politica fiscale ha una gestazione molto lunga e complessa e potrebbe comportare in Europa persino la revisione del patto di stabilità, ma ha un’efficacia immediata sul Pil o sui consumi mentre l’allentamento monetario si trasmette in tempi lunghi. E qui arriviamo alla terza regola del nuovo paradigma di Pictet AM, che dice che l’attuale livello bassissimo dei tassi di interesse diventa strutturale. Le valutazioni finanziarie dovranno tenerne conto insieme a una serie di fattori secolari, come demografia, innovazione, deglobalizzazione.

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PER LE OBBLIGAZIONI NON UNO SCENARIO DA SOGNO, MA NEMMENO UNA TRAGEDIA


Ovviamente tassi strutturalmente bassi non rappresentano un’occasione d’oro per le obbligazioni, secondo gli esperti di Pictet AM neppure una tragedia, mentre sono sicuramente una buona notizia per l’equity, con un extra rendimento che, nello scenario low for long, può arrivare secondo Delitala e Piersimoni anche al 3%. Una previsione che si basa sulle stime di crescita degli utili, che si è già ridotta in modo consistente, su tassi di interesse bassi che supportano i margini delle imprese, e sulla disponibilità degli investitori a pagare un premio di rischio sulle azioni relativamente elevato.

LO SCENARIO LOW FOR LONG VALE UN EXTRA RENDIMENTO DELLE AZIONI FINO AL 3%


In conclusione, Pictet AM ipotizza tre scenari sul livello futuro dei tassi di interesse e del rendimento atteso dalle azioni. Il primo, con una probabilità assegnata del 40%, prevede la normalizzazione dei tassi reali intorno all’1,5% e implicherebbe una limatura del 2-3% del rendimento atteso delle azioni. Il secondo, quello low for long sempre con probabilità 40%, i tassi reali stazionano tra 0 e 0,5%, il che implicherebbe un aumento dei P/E e in termini di aumento delle valutazioni azionarie varebbe circa 3 punti l’anno, con un extra rendimento in conto capitale tra l'1 e il 3% annuo. Il terzo considera una recessione, con probabilità al 20%, con tassi in discesa ma senza migliorare le valutazioni azionarie.

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