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“Recessione nel 2020? Dipenderà dai consumatori”

L’attività manifatturiera Usa è debole, ma finché i fondamentali dei consumi saranno solidi, spiega Darrell Spence di Capital Group, non c’è da aspettarsi una recessione

di Redazione 17 Gennaio 2020 19:00

Economie in rallentamento, venti di recessione che spirano a intermittenza. La guerra dei dazi avviata da Trump nei confronti principalmente della Cina, ma che non ha lasciato indenne l’Europa, ha messo sotto pressione soprattutto l’industria manifatturiera in tutte le principali economie creando incertezza tra le imprese in fatto di investimenti. In Europa questa incertezza non ha pari, dal momento che il Vecchio Continente dipende fortemente dal commercio globale.

PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CALO


Ad ottobre 2019, ultimo dato disponibile, la produzione industriale dell’area euro registrava un calo del 2,2% rispetto a un anno prima, con la produzione di beni capitali intermedi calata addirittura del 3,6%; il peggior risultato, con il -6,3%, è stato conseguito dalla Germania, Paese dove ha un peso rilevante, rappresenta circa il 12% del settore manifatturiero complessivo, il settore automobilistico, colpito in successione dallo scandalo sulle emissioni noto come “Dieselgate”, dal calo della domanda globale e dal processo di “elettrificazione” dell’auto. Ironia della sorte, negli Stati Uniti, dove l'attività manifatturiera e quella delle esportazioni rappresentano ciascuna il 12% circa della produzione economica, l'impatto è stato più moderato: lo scorso novembre la produzione industriale mostrava un calo limitato allo 0,8%.

RISCHI DI RECESSIONE?


Dati nel complesso poco confortanti che spingono a chiedersi se non sia probabile una recessione. Darrell Spence, economista di Capital Group, osserva che negli Stati Uniti esistono due economie a confronto: mentre l'attività manifatturiera è stata debole, i fondamentali dei consumi sono risultati solidi. “Finché permarrà questa situazione”, spiega, “non mi aspetto una recessione nel prossimo anno”.

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UN QUADRO MACRO ANCORA FAVOREVOLE


L’economista di Capital Group sottolinea come la disoccupazione statunitense sia ancora al di sotto del 4%, la crescita dei salari è stata solida e la spesa al consumo sostenuta. La domanda interna, ricorda, è risultata ragionevolmente solida anche in Europa e in Cina. “Anche se le questioni commerciali dovessero esercitare ulteriori pressioni sull'economia, gli investitori dovrebbero tenere a mente che le società intelligenti sono fluide e possono adattarsi a circostanze mutevoli”.
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