riforma fiscale

Una migliore dinamica macroeconomica e un prolungamento del ciclo mettono in luce Wall Street rispetto a Europa e Giappone.

Lo spread tra il Libor e l’Overnight Indexed Swap (OIS) si è impennato come non accadeva dal 2008: ma secondo Amundi l’attuale contesto è differente.

Tra i maggiori rischi in grado di ostacolare l’espansione e le attività a livello globale spiccano le guerre commerciali e un picco dei rendimenti reali.

L’indice dei prezzi al consumo è salito a febbraio al 2,2% su base annua mentre l’inflazione inerziale è rimasta stabile all’1,8%: i timori sembrano rientrati.

La riduzione delle tasse dovrebbe incentivare i profitti nel 2018 ma le grandi società USA hanno innestato la marcia già prima delle riforma di Trump di fine dicembre.

Durante i bassi regimi macro di volatilità, come quello attuale, le correzioni sono più brevi e i recuperi più rapidi. E fanno emergere occasioni di acquisto.

Il governo USA e la Federal Reserve avrebbero stretto una collaborazione per un dollaro più debole, crescenti aspettative inflazionistiche e mercati azionari ancora sostenibili.

La riforma è un’ottima notizia per le borse. Ma è il momento di combinare strategie alternative alla selettività dei titoli, sostiene Carlo Benetti di GAM.

I tassi di interesse del mercato obbligazionario sono destinati a salire anche nel corso di quest’anno sebbene ad un ritmo piuttosto moderato.