L'analisi
Crisi demografica e investimenti tra opportunità e rischi
Columbia Threadneedle Investments fa il punto sulle sfide generate dalla demografia globale e sulle aziende e i settori che potranno beneficiare di questo trend
di Antonio Cardarelli 23 Settembre 2025 07:55

La crisi demografica globale incide in maniera forte sugli investimenti. La popolazione mondiale continua a invecchiare, anche nelle economie emergenti, e l’economia si trova ad affrontare nuove importanti sfide.
A fare il punto sulle implicazioni tra trend demografico e investimenti è Sally Springer, Senior Sustainable Research Analyst, Global Research di Columbia Threadneedle Investments. Il punto di partenza dell’analisi è una ricerca dell’Università della Pennsylvania, secondo la quale il 2023 è il primo anno nella storia dell’umanità in cui il tasso di fertilità globale è sceso al di sotto del livello di sostituzione. Il picco della popolazione globale, inizialmente stimato all’anno 2086, secondo le revisioni più recenti potrebbe essere raggiunto nel 2055.
Dal punto di vista economico e fiscale l’andamento demografico comporta una maggiore pressione sui conti pubblici. In Giappone, spiega Springer, l’invecchiamento ha portato il Paese dal 18% del Pil globale nel 1994 all’attuale 4%. La maggior parte degli investimenti pubblici, per forza di cose, dovrà riguardare pensioni e sanità, a scapito degli investimenti per la crescita. A fronte di popolazioni attive in calo costante, l’unico modo per sostenere la crescita economica è migliorare la produttività.
E qui entra in gioco l’intelligenza artificiale. Come sottolinea l’esperta di Columbia Threadneedle Investments, di fronte a mercati del lavoro sempre più rigidi, le imprese stanno accelerando l’adozione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per incrementare la produttività. Gli investimenti riguardano trasversalmente tutti i settori, dal manifatturiero al retail, fino ai servizi. “Il punto chiave è che queste tecnologie consentono di sostenere la crescita economica futura senza dover aumentare proporzionalmente la forza lavoro, modificando in modo strutturale il legame tra produzione economica e occupazione”, spiega Springer. Ma l’esperta sottolinea anche i punti di tensione di questo passaggio, come per esempio i tassi di disoccupazioni più alti affrontati dai neolaureati odierni rispetto al passato. Senza contare le preoccupazioni espresse dai dipendenti delle aziende che stanno adottando soluzioni basate sull’intelligenza artificiale.
L’esperta di Columbia Threadneedle Investments vede “rischi e opportunità per gli investitori”. Per esempio, le aziende che sviluppano soluzioni per l’invecchiamento della popolazione possono beneficiare della crescita della spesa sanitaria, destinata a raggiungere l’8,1% del PIL. Con l’automazione, le imprese che adottano soluzioni automatizzate possono ottenere un vantaggio competitivo in contesti caratterizzati da scarsità di manodopera. “Nel complesso, la nostra tesi d’investimento appare chiara: a emergere saranno le aziende che sapranno adattarsi per prime, sfruttando la tecnologia per compensare la carenza di manodopera o sviluppando prodotti e servizi su misura per una popolazione che invecchia. Il vento demografico contrario è reale. Ma lo sono anche le opportunità di investimento per quanti, tra gli investitori, saranno in grado di individuare le realtà che stanno già rispondendo a questo nuovo scenario”, conclude Sally Springer.
CRISI DEMOGRAFICA E INVESTIMENTI, COSA SUCCEDE
A fare il punto sulle implicazioni tra trend demografico e investimenti è Sally Springer, Senior Sustainable Research Analyst, Global Research di Columbia Threadneedle Investments. Il punto di partenza dell’analisi è una ricerca dell’Università della Pennsylvania, secondo la quale il 2023 è il primo anno nella storia dell’umanità in cui il tasso di fertilità globale è sceso al di sotto del livello di sostituzione. Il picco della popolazione globale, inizialmente stimato all’anno 2086, secondo le revisioni più recenti potrebbe essere raggiunto nel 2055.
IL CASO DEL GIAPPONE
Dal punto di vista economico e fiscale l’andamento demografico comporta una maggiore pressione sui conti pubblici. In Giappone, spiega Springer, l’invecchiamento ha portato il Paese dal 18% del Pil globale nel 1994 all’attuale 4%. La maggior parte degli investimenti pubblici, per forza di cose, dovrà riguardare pensioni e sanità, a scapito degli investimenti per la crescita. A fronte di popolazioni attive in calo costante, l’unico modo per sostenere la crescita economica è migliorare la produttività.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E PRODUTTIVITÀ
E qui entra in gioco l’intelligenza artificiale. Come sottolinea l’esperta di Columbia Threadneedle Investments, di fronte a mercati del lavoro sempre più rigidi, le imprese stanno accelerando l’adozione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per incrementare la produttività. Gli investimenti riguardano trasversalmente tutti i settori, dal manifatturiero al retail, fino ai servizi. “Il punto chiave è che queste tecnologie consentono di sostenere la crescita economica futura senza dover aumentare proporzionalmente la forza lavoro, modificando in modo strutturale il legame tra produzione economica e occupazione”, spiega Springer. Ma l’esperta sottolinea anche i punti di tensione di questo passaggio, come per esempio i tassi di disoccupazioni più alti affrontati dai neolaureati odierni rispetto al passato. Senza contare le preoccupazioni espresse dai dipendenti delle aziende che stanno adottando soluzioni basate sull’intelligenza artificiale.
CRISI DEMOGRAFICA, TRA OPPORTUNITÀ E RISCHI
L’esperta di Columbia Threadneedle Investments vede “rischi e opportunità per gli investitori”. Per esempio, le aziende che sviluppano soluzioni per l’invecchiamento della popolazione possono beneficiare della crescita della spesa sanitaria, destinata a raggiungere l’8,1% del PIL. Con l’automazione, le imprese che adottano soluzioni automatizzate possono ottenere un vantaggio competitivo in contesti caratterizzati da scarsità di manodopera. “Nel complesso, la nostra tesi d’investimento appare chiara: a emergere saranno le aziende che sapranno adattarsi per prime, sfruttando la tecnologia per compensare la carenza di manodopera o sviluppando prodotti e servizi su misura per una popolazione che invecchia. Il vento demografico contrario è reale. Ma lo sono anche le opportunità di investimento per quanti, tra gli investitori, saranno in grado di individuare le realtà che stanno già rispondendo a questo nuovo scenario”, conclude Sally Springer.