L'analisi
La Cina e i Paesi anti occidente minano il predominio Usa: una chiara sfida al dollaro
Secondo Alexis Bienvenu de La Financière de l’Échiquier, oggi il blocco dello SCO si propone come un'alternativa solidale e cooperativa agli Stati Uniti. E i capitali globali iniziano a premiare Pechino
di Davide Lentini 11 Settembre 2025 09:07

La Cina, a capo di un blocco di Paesi anti occidente, mette in pericolo il predominio statunitense. Il recente vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) ha segnato un punto di svolta nei rapporti geopolitici e geoeconomici internazionali. Una sfida esplicita al dollaro, all’egemonia americana e a un sistema multilaterale che, sempre più, non riflette più i reali equilibri mondiali.
Come osserva Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier, "l’ascesa della Cina sta minacciando lo status di prima potenza mondiale degli Stati Uniti". E questo proprio mentre alla Casa Bianca siede un presidente eletto sulla promessa di “Make America Great Again”. Ma paradossalmente sono proprio le politiche americane a favorire il declino della propria influenza. “Piuttosto che sforzarsi di mantenere la sua influenza mondiale consolidando la dipendenza degli altri Paesi nei suoi confronti e riaffermando l’antico ordine che gli era favorevole - spiega Bienvenu - Washington si sta oggi adoperando perché il resto del mondo gli si metta contro, tanto gli alleati storici quanto i concorrenti tradizionali”. Larry Summers, ex segretario al Tesoro americano ha riassunto la situazione così: “In politica estera la massima classica consiste nel riunire gli amici e dividere i nemici. Ora, abbiamo intrapreso politiche che sono riuscite a coalizzare i nostri nemici e a dividere i nostri amici”.
Il vertice della SCO, che raggruppa dieci Paesi tra cui Cina, India, Russia, Iran e Pakistan, rappresenta 3,5 miliardi di persone e un quarto del PIL mondiale. Il messaggio lanciato dal summit è stato chiaro: il mondo multipolare è realtà, e si muove senza (o contro) Washington. Secondo Bienvenu non si tratta solo di simboli. Le decisioni assunte delineano una strategia di lungo termine, alternativa e coerente: una banca di sviluppo per infrastrutture sostenibili, cooperazione energetica sul fronte della transizione green, sostegno all’istruzione superiore, difesa dell’Omc e una spinta verso una governance globale rafforzata. Tutto ciò in netta contrapposizione con il ripiegamento americano su politiche protezionistiche e il disimpegno da trattati e istituzioni multilaterali.
Bienvenu sottolinea come “l’Organizzazione si oppone sistematicamente alla posizione americana”, scegliendo “una strategia decennale di cooperazione chiara” invece di quella “frammentaria” portata avanti da Washington. Il risultato? I capitali globali iniziano a premiare Pechino. Il dato è evidente: a inizio settembre l’MSCI China ha segnato +29% (in dollari) dall’inizio dell’anno, contro l’11,5% dell’S&P 500. Lo yuan, invece, ha guadagnato oltre il 2% sul dollaro. "Se i capitali sono attratti dalla crescita e dalla visibilità, non è forse logico che in piena tempesta politica si orientino più verso Est che verso Ovest?” si chiede retoricamente Bienvenu.
La sfida non è solo economica, ma anche ideologica. Mentre gli Stati Uniti mettono in discussione gli accordi sul clima, le istituzioni multilaterali e il welfare, il blocco della SCO si propone come un’alternativa solidale e cooperativa. “È pur vero - conclude Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier - che come ricordava il presidente cinese citando Lao Tzu, che ‘chi segue la Via raggiunge l’armonia’”.
GLI USA E LE POLITICHE CHE COALIZZANO I NEMICI
Come osserva Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier, "l’ascesa della Cina sta minacciando lo status di prima potenza mondiale degli Stati Uniti". E questo proprio mentre alla Casa Bianca siede un presidente eletto sulla promessa di “Make America Great Again”. Ma paradossalmente sono proprio le politiche americane a favorire il declino della propria influenza. “Piuttosto che sforzarsi di mantenere la sua influenza mondiale consolidando la dipendenza degli altri Paesi nei suoi confronti e riaffermando l’antico ordine che gli era favorevole - spiega Bienvenu - Washington si sta oggi adoperando perché il resto del mondo gli si metta contro, tanto gli alleati storici quanto i concorrenti tradizionali”. Larry Summers, ex segretario al Tesoro americano ha riassunto la situazione così: “In politica estera la massima classica consiste nel riunire gli amici e dividere i nemici. Ora, abbiamo intrapreso politiche che sono riuscite a coalizzare i nostri nemici e a dividere i nostri amici”.
LA STRATEGIA A LUNGO TERMINE DELLA CINA
Il vertice della SCO, che raggruppa dieci Paesi tra cui Cina, India, Russia, Iran e Pakistan, rappresenta 3,5 miliardi di persone e un quarto del PIL mondiale. Il messaggio lanciato dal summit è stato chiaro: il mondo multipolare è realtà, e si muove senza (o contro) Washington. Secondo Bienvenu non si tratta solo di simboli. Le decisioni assunte delineano una strategia di lungo termine, alternativa e coerente: una banca di sviluppo per infrastrutture sostenibili, cooperazione energetica sul fronte della transizione green, sostegno all’istruzione superiore, difesa dell’Omc e una spinta verso una governance globale rafforzata. Tutto ciò in netta contrapposizione con il ripiegamento americano su politiche protezionistiche e il disimpegno da trattati e istituzioni multilaterali.
I CAPITALI GLOBALI INIZIANO A PREMIARE LA CINA
Bienvenu sottolinea come “l’Organizzazione si oppone sistematicamente alla posizione americana”, scegliendo “una strategia decennale di cooperazione chiara” invece di quella “frammentaria” portata avanti da Washington. Il risultato? I capitali globali iniziano a premiare Pechino. Il dato è evidente: a inizio settembre l’MSCI China ha segnato +29% (in dollari) dall’inizio dell’anno, contro l’11,5% dell’S&P 500. Lo yuan, invece, ha guadagnato oltre il 2% sul dollaro. "Se i capitali sono attratti dalla crescita e dalla visibilità, non è forse logico che in piena tempesta politica si orientino più verso Est che verso Ovest?” si chiede retoricamente Bienvenu.
IL BLOCCO SCO ALTERNATIVA SOLIDALE
La sfida non è solo economica, ma anche ideologica. Mentre gli Stati Uniti mettono in discussione gli accordi sul clima, le istituzioni multilaterali e il welfare, il blocco della SCO si propone come un’alternativa solidale e cooperativa. “È pur vero - conclude Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier - che come ricordava il presidente cinese citando Lao Tzu, che ‘chi segue la Via raggiunge l’armonia’”.