Space economy
Il riso delle future colonie spaziali sarà italiano
Dal progetto Moon-Rice, diretto dall'Agenzia Spaziale Italiana, una qualità di riso coltivabile nelle colonie spaziali e ad elevato contenuto proteico
di Antonio Cardarelli 11 Luglio 2025 16:06

Il progetto si chiama Moon-Rice e punta a sviluppare una particolare qualità di riso che potrebbe essere coltivato nelle colonie spaziali del futuro. Sulla Luna o su Marte, il riso degli astronauti avrà quindi il marchio Made in Italy grazie al progetto dell'Agenzia Spaziale Italiana, condotto in collaborazione con l'Università Statale di Milano, la Sapienza di Roma e l'Università Federico II di Napoli.
I risultati preliminari ottenuti nei primi nove mesi dall'avvio del programma quadriennale sono stati presentati alla conferenza annuale della Society for Experimental Biology di Anversa. La prima sfida da affrontare è stata quella delle dimensioni. Per la coltivazione fuori dal pianeta Terra, servono varietà più piccole e per questo motivo i ricercatori dell'Università di Milano stanno isolando varietà di riso mutanti che possono raggiungere un'altezza di soli 10 centimetri. Per ovviare al rischio di una produzione meno efficiente, gli studiosi della Sapienza hanno identificato geni in grado di alterare l'architettura della pianta per massimizzare la produzione. Inoltre, per compensare la mancanza di carne fresca nello spazio, il team sta valutando la possibilità di arricchire il contenuto proteico del riso.
L’esperienza dell’Università Federico II di Napoli sulle colture spaziali permette di simulare la microgravità ruotando continuamente le piante, così da sottoporle a una forza gravitazionale uniforme, spiega Marta Del Bianco, biologa dell’Asi. Svolgere esperimenti nello spazio è complesso e costoso, quindi questa tecnica rappresenta la soluzione più praticabile a Terra. Coltivare piante nello spazio può contribuire al benessere degli astronauti, offrendo un'attività come il giardinaggio e fornendo cibo fresco per la loro alimentazione. Inoltre, le varietà di piante selezionate per l'ambiente spaziale potrebbero trovare applicazioni anche sulla Terra. Secondo Del Bianco, una coltura sviluppata per lo spazio potrebbe essere impiegata in regioni come l'Artico, l'Antartico, i deserti o in spazi interni limitati.
DIMENSIONI DEL RISO E CONTENUTO PROTEICO
I risultati preliminari ottenuti nei primi nove mesi dall'avvio del programma quadriennale sono stati presentati alla conferenza annuale della Society for Experimental Biology di Anversa. La prima sfida da affrontare è stata quella delle dimensioni. Per la coltivazione fuori dal pianeta Terra, servono varietà più piccole e per questo motivo i ricercatori dell'Università di Milano stanno isolando varietà di riso mutanti che possono raggiungere un'altezza di soli 10 centimetri. Per ovviare al rischio di una produzione meno efficiente, gli studiosi della Sapienza hanno identificato geni in grado di alterare l'architettura della pianta per massimizzare la produzione. Inoltre, per compensare la mancanza di carne fresca nello spazio, il team sta valutando la possibilità di arricchire il contenuto proteico del riso.
RISO NELLE COLONIE SPAZIALI E NON SOLO
L’esperienza dell’Università Federico II di Napoli sulle colture spaziali permette di simulare la microgravità ruotando continuamente le piante, così da sottoporle a una forza gravitazionale uniforme, spiega Marta Del Bianco, biologa dell’Asi. Svolgere esperimenti nello spazio è complesso e costoso, quindi questa tecnica rappresenta la soluzione più praticabile a Terra. Coltivare piante nello spazio può contribuire al benessere degli astronauti, offrendo un'attività come il giardinaggio e fornendo cibo fresco per la loro alimentazione. Inoltre, le varietà di piante selezionate per l'ambiente spaziale potrebbero trovare applicazioni anche sulla Terra. Secondo Del Bianco, una coltura sviluppata per lo spazio potrebbe essere impiegata in regioni come l'Artico, l'Antartico, i deserti o in spazi interni limitati.
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