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Buste paga, dal 2026 si potrà sapere lo stipendio medio dei colleghi

Secondo una direttiva Ue, le aziende dal 2026 dovranno fornire informazioni sugli stipendi ai colleghi che svolgono la stessa mansione, con l’intento di ridurre il “gender gap pay”

di Redazione 4 Luglio 2025 09:30

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Nel 2026 arriverà una piccola rivoluzione nei rapporti di lavoro: sarà possibile conoscere lo stipendio medio dei colleghi. Una misura destinata a cambiare il panorama della trasparenza salariale in Italia e nell’intera Unione europea, che promette di ridurre il gender pay gap e rafforzare la parità retributiva.

LA DIRETTIVA UE


La svolta arriva da Bruxelles. Il Parlamento europeo ha approvato definitivamente la direttiva sulla trasparenza salariale, obbligando le aziende a fornire informazioni dettagliate sugli stipendi medi, divisi per genere e per categorie professionali. In concreto, ogni lavoratore potrà sapere quanto guadagna, in media, chi svolge lo stesso lavoro all’interno della propria azienda.

OBIETTIVO: RIDURRE IL DIVARIO RETRIBUTIVO DI GENERE


Non è solo una questione di diritto all’informazione. Dietro questa mossa c’è una strategia precisa: scardinare quelle dinamiche silenziose che, ancora oggi, portano a una persistente disparità salariale tra uomini e donne. Secondo Eurostat, il gender pay gap nell’Ue si aggira intorno al 13%, in Italia è più contenuto (circa il 5%), ma non per questo meno significativo, soprattutto se si considera il cosiddetto adjusted pay gap, che tiene conto di ruolo, anzianità e ore lavorate.

COSA CAMBIA PER AZIENDE E COLLEGHI


A partire dal 7 giugno 2026, le imprese saranno tenute a pubblicare annualmente un report retributivo, evidenziando eventuali scostamenti ingiustificati superiori al 5% tra lavoratori di sesso diverso che ricoprono ruoli simili. In caso di discrepanze non motivate, scatteranno indagini e, se necessario, sanzioni. I lavoratori potranno richiedere informazioni sui livelli retributivi medi dei colleghi; il datore di lavoro dovrà rispondere entro e non oltre due mesi dalla data in cui è stata presentata la richiesta.

COME CAMBIA IL COLLOQUIO


Inoltre, in fase di colloquio, i datori di lavoro non potranno più chiedere informazioni sulla retribuzione percepita nel precedente impiego e saranno obbligati a dichiarare il livello salariale previsto per la posizione offerta. Per i lavoratori questo significa maggiore potere contrattuale. Per le imprese, invece, sarà una chiamata alla responsabilità, ma anche un’occasione per migliorare la propria reputazione sul mercato del lavoro e attrarre talenti in un contesto in cui il capitale umano è sempre più scarso.

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