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Conflitto Israele-Iran in escalation, possibile intervento Usa aumenta i timori

Lo sottolinea Generali Asset Management in un commento di Antonio Cavarero: mercati e economie esposti a inflazione da petrolio, con impatto sulla crescita e con forte volatilità

di Stefano Caratelli 19 Giugno 2025 17:47

financialounge -  economia Generali Asset Management guerra israele
Il recente attacco di Israele all'Iran rappresenta una significativa escalation del conflitto, ma le preoccupazioni sono ancora più alte a fronte di un possibile intervento USA. Il prezzo del petrolio è il principale canale di contagio per i mercati globali, e ulteriori escalation potrebbero portare a un aumento significativo dei prezzi. Il peggior scenario sarebbe o la distruzione degli impianti o la chiusura dello Stretto di Hormuz da parte dell'Iran dove passa circa il 25% del petrolio mondiale via mare.  In teoria, l’Iran non dovrebbe avere interesse a creare ulteriori difficoltà alla sua economia, né a infastidire l’Arabia Saudita, ma a fronte di una forte riduzione del flusso di petrolio, il prezzo potrebbe salire fino a 100-130 dollari.

IMPATTO INFLAZIONE DA PETROLIO SULLE ECONOMIE AVANZATE


Sono le indicazioni di Antonio Cavarero, Head of Investments di Generali Asset Management, che in un commento sulla guerra tra Israele e Iran aggiunge che l'aumento dei prezzi del petrolio avrebbe un impatto inflazionistico sulle economie avanzate. Per ora, il mercato resta ampiamente rifornito e ancora sotto i livelli di un anno fa in area 80 dollari, limitando le preoccupazioni e tenendo ancorate le aspettative di inflazione, Ma la Fed e in misura minore la BCE potrebbero decidere di ritardare i tagli dei tassi fino all'autunno in attesa di dati più chiari su economia e inflazione.

SHOCK STAGFLAZIONISTICO E REAZIONI DI FED E BCE


L’esperto di Generali AM ritiene che l'aumento del rischio geopolitico e da petrolio agisca come uno shock stagflazionistico, citando stime della Fed secondo cui un aumento di 10 dollari del petrolio possa aumentare l'inflazione dello 0,4% e ridurre la crescita di altrettanto. Ci sono già segnali di rallentamento per l'estate, con l'inflazione legata ai dazi che potrebbe ridurre il potere d'acquisto dei consumatori USA.

MERCATI IN MODALITÀ RISK OFF


I mercati hanno reagito in modalità "risk-off" agli attacchi, con un aumento dei prezzi del petrolio e una diminuzione dei mercati azionari, mentre il dollaro, tradizionalmente favorito nei momenti di tensione, ha guadagnato relativamente poco e in maniera piuttosto incerta, confermando i dubbi degli investitori a fronte di alcune scelte di politica economica dell’amministrazione USA.

RISCHIO ALTA VOLATILITÀ E CALO AZIONARIO SE IL CONFLITTO SI ALLARGA


In sintesi, secondo Cavarero, un'ulteriore escalation con allargamento del conflitto tra Israele e Iran potrebbe avere significative ripercussioni sui mercati globali via aumento dei prezzi del petrolio, impatto inflazionistico probabilmente temporaneo, e rallentamento della crescita. Per ora, la comunità finanziaria appare relativamente fiduciosa che anche questo conflitto resti contenuto tra i due paesi con limitati effetti all’esterno. Ma se questo non dovesse accadere, secondo l’esperto di Generali AM ci sarebbero le condizioni per volatilità più alta e mercati azionari in ribasso, anche in modo importante.

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