L'analisi
Mediobanca, la vera posta in gioco, il W-Health Management
La posta in gioco è elevatissima, più di quanto si immagini, perché la Milano del futuro sarà una tra le città più ricche al mondo: la sua cassaforte sarà nella salute e nel W-Health Management
di Paolo Gila 16 Giugno 2025 09:10

Non mi interessa chi vince. Ma che cosa vince, chi vince. Lo scopo, il premio finale è il vero protagonista della vicenda. La conquista di Mediobanca, di Banca Generali o di altre pedine sono, appunto, pedine. Guardiamo la luna e non il dito. L’astro su cui puntare ha un nome: banca dati sanitaria. Questo è il cuore della futura ricchezza di Milano. Vediamo perché e si comprenderà il come della battaglia in atto.
Guardiamoci intorno. Nella metropoli lombarda è un fiorire di centri diagnostici e di laboratori di analisi cliniche. Auxologico, Humanitas, Synlab, solo per fare alcuni nomi: decine e decine di punti dove si concentrano visite, esami. E dove si raccolgono dati, statistiche. Numeri e tendenze. Che farne? Per ora si raccolgono e si accumulano. E poi? E poi confluiranno. Dove? Questo è il punto strategico. La visione di fondo che scatena i desideri dei gruppi che si contendono il beato mondo dei centri finanziari.
Dopo l’Expo la classe dirigente di Milano ha individuato in alcune aree di Rho Fiera (Cascina Merlata) la possibilità di far emergere realtà come Mind, dove il gruppo San Donato ha edificato il nuovo ospedale Galeazzi affiancato dal centro di ricerca Human Technopole. Accanto a questo centro Ibm ha portato il suo Watson Health: l’intelligenza artificiale applicata alla sanità e a tutto quanto ci gira intorno. Questo è il cuore del futuro, che si dipana e si articola in altri nodi di una rete complessa. Come ad esempio la Città della Salute a Sesto San Giovanni, nell’area ex-Falck, i cui lavori termineranno nel 2026 e dove si prevedono circa 2 milioni di visite ambulatoriali all’anno.
Il quadro comincia a formarsi. Milano, Monza, Pavia e le altre province lombarde hanno ospedali e centri di ricerca di eccellenza. Basti anche pensare all’Istituto dei Tumori e allo Ieo, che non sono certo da dimenticare. Lo Ieo, detto per inciso, se lo voleva prendere Del Vecchio, che nel 2019 propose l’acquisto a Nagel, che invece rifiutò… Ricordiamo che tra i soci azionisti di Ieo si ritrovano i protagonisti dell’economia bancaria, imprenditoriale e assicurativa: Mediobanca, Unipolsai, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Pirelli, solo per citare alcuni nomi.
Non solo ospedali, centri di ricerca, ambulatori, test diagnostici. Milano e la Brianza sono la capitale italiana di altri tre settori collegati: biotecnologie, farmaceutica, apparecchiature diagnostiche. Un trio di comparti forti, molto forti. La farmaceutica è ad esempio tra le prime voci di esportazione del Made in Italy negli Stati Uniti, non dimentichiamolo. Ecco allora i nomi che dominano la scena di questo mondo complesso. Ci troviamo cognomi come Bracco, Dompè, Rocca, che affiancano i milanesi emergenti come Angelucci, che da proprietario delle cliniche abruzzesi è salito al vertice del San Raffaele. Non solo, per ingraziarsi l’opinione pubblica si è comprato anche giornali. Il re delle cliniche possiede anche le testate milanesi Il Giornale, Libero, La Verità. Un altro proprietario di media, Caltagirone, che in Mediobanca non è ignoto, è entrato in sordina nel capitale di MF-Milano Finanza.
Case di cura, ospedali, cliniche, centri diagnostici, giornali. La Milano che conta è qui. E sarà qui anche in futuro. Uniamo i puntini e mettiamo insieme i pezzi. Il quadro apparirà chiaro. Intorno alla sanità e alla salute si muovono affari miliardari, per le ovvie ragioni che tutti conosciamo. Ma questo è niente rispetto alle possibilità future. Immaginiamo un collettore di tutti i dati dei pazienti di quelle case di cura, degli ospedali, dei centri diagnostici. Un immenso oceano di informazioni utili per fare calcoli probabilistici. Del tipo: nell’82% dei diabetici si è sviluppato il 43% dei casi di un’altra patologia. E via di seguito, per migliaia e migliaia di casi, patologie, medicine, effetti collaterali, diagnosi, cure.
Il cuore informatico di intelligenza artificiale c’è ed è Watson. La rete degli ospedali e di tutto quello che si muove intorno, pure. I costruttori abbondano. I giornali amici ci sono. Che cosa manca? Manca una legge che consenta di poter travasare tutti quei dati dai centri di raccolta diretti (ambulatori, ospedali, cliniche, etc.) al centro Watson e agli altri che potranno sorgere. Una volta che si aprirà questa possibilità con qualche legge in parlamento o in regione, il gioco sarà fatto. Nella tutela della privacy, ovvio. Milano diventerà il centro di eccellenza europeo, se non mondiale, della intelligenza artificiale applicata alla medicina, alla salute. Dove sta il business? È semplice, nella vendita delle informazioni statistiche a case farmaceutiche, assicurazioni, operatori della longevità e chissà quali altri!
Dunque, anche se non sappiamo ancora quali saranno gli equilibri e i rapporti di forza, visto che l’assemblea di Mediobanca per decidere su Banca Generali è stata rimandata a settembre, possiamo però immaginare cosa vogliono le cordate che si muovono per la contesa. Non è in ballo solo la conquista di posizioni nel Wealth Management, c’è anche la corsa verso l’Healt Management, la gestione degli asset che si muovono in campo sanitario. Ecco perché c’è tanto fermento. E forse anche, perché il Cda di Piazzetta Cuccia ha deciso di prendere tempo.
Il W-Health Management è la vera miniera. E in Mediobanca, nelle banche, nei gruppi assicurativi lo sanno. Lo sanno persino nei giornali. E anche la politica non è immune da questa visione contagiosa. Nella sfida per l’elezione a sindaco di Roma vinte da Roberto Gualtieri, il candidato perdente di centrodestra Roberto Michetti propose in campagna elettorale di “togliere il primato della città della salute a Milano per riportarla nella capitale”. Ora da Roma qualcuno è forse partito per prendersela.
UNA CITTÀ IN SALUTE
Guardiamoci intorno. Nella metropoli lombarda è un fiorire di centri diagnostici e di laboratori di analisi cliniche. Auxologico, Humanitas, Synlab, solo per fare alcuni nomi: decine e decine di punti dove si concentrano visite, esami. E dove si raccolgono dati, statistiche. Numeri e tendenze. Che farne? Per ora si raccolgono e si accumulano. E poi? E poi confluiranno. Dove? Questo è il punto strategico. La visione di fondo che scatena i desideri dei gruppi che si contendono il beato mondo dei centri finanziari.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ANCHE QUI
Dopo l’Expo la classe dirigente di Milano ha individuato in alcune aree di Rho Fiera (Cascina Merlata) la possibilità di far emergere realtà come Mind, dove il gruppo San Donato ha edificato il nuovo ospedale Galeazzi affiancato dal centro di ricerca Human Technopole. Accanto a questo centro Ibm ha portato il suo Watson Health: l’intelligenza artificiale applicata alla sanità e a tutto quanto ci gira intorno. Questo è il cuore del futuro, che si dipana e si articola in altri nodi di una rete complessa. Come ad esempio la Città della Salute a Sesto San Giovanni, nell’area ex-Falck, i cui lavori termineranno nel 2026 e dove si prevedono circa 2 milioni di visite ambulatoriali all’anno.
LA MINIERA DEI DATI SANITARI
Il quadro comincia a formarsi. Milano, Monza, Pavia e le altre province lombarde hanno ospedali e centri di ricerca di eccellenza. Basti anche pensare all’Istituto dei Tumori e allo Ieo, che non sono certo da dimenticare. Lo Ieo, detto per inciso, se lo voleva prendere Del Vecchio, che nel 2019 propose l’acquisto a Nagel, che invece rifiutò… Ricordiamo che tra i soci azionisti di Ieo si ritrovano i protagonisti dell’economia bancaria, imprenditoriale e assicurativa: Mediobanca, Unipolsai, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Pirelli, solo per citare alcuni nomi.
LA CORTE DEI GIORNALI
Non solo ospedali, centri di ricerca, ambulatori, test diagnostici. Milano e la Brianza sono la capitale italiana di altri tre settori collegati: biotecnologie, farmaceutica, apparecchiature diagnostiche. Un trio di comparti forti, molto forti. La farmaceutica è ad esempio tra le prime voci di esportazione del Made in Italy negli Stati Uniti, non dimentichiamolo. Ecco allora i nomi che dominano la scena di questo mondo complesso. Ci troviamo cognomi come Bracco, Dompè, Rocca, che affiancano i milanesi emergenti come Angelucci, che da proprietario delle cliniche abruzzesi è salito al vertice del San Raffaele. Non solo, per ingraziarsi l’opinione pubblica si è comprato anche giornali. Il re delle cliniche possiede anche le testate milanesi Il Giornale, Libero, La Verità. Un altro proprietario di media, Caltagirone, che in Mediobanca non è ignoto, è entrato in sordina nel capitale di MF-Milano Finanza.
PIATTO RICCO
Case di cura, ospedali, cliniche, centri diagnostici, giornali. La Milano che conta è qui. E sarà qui anche in futuro. Uniamo i puntini e mettiamo insieme i pezzi. Il quadro apparirà chiaro. Intorno alla sanità e alla salute si muovono affari miliardari, per le ovvie ragioni che tutti conosciamo. Ma questo è niente rispetto alle possibilità future. Immaginiamo un collettore di tutti i dati dei pazienti di quelle case di cura, degli ospedali, dei centri diagnostici. Un immenso oceano di informazioni utili per fare calcoli probabilistici. Del tipo: nell’82% dei diabetici si è sviluppato il 43% dei casi di un’altra patologia. E via di seguito, per migliaia e migliaia di casi, patologie, medicine, effetti collaterali, diagnosi, cure.
LA MINIERA NEI DATI SANITARI
Il cuore informatico di intelligenza artificiale c’è ed è Watson. La rete degli ospedali e di tutto quello che si muove intorno, pure. I costruttori abbondano. I giornali amici ci sono. Che cosa manca? Manca una legge che consenta di poter travasare tutti quei dati dai centri di raccolta diretti (ambulatori, ospedali, cliniche, etc.) al centro Watson e agli altri che potranno sorgere. Una volta che si aprirà questa possibilità con qualche legge in parlamento o in regione, il gioco sarà fatto. Nella tutela della privacy, ovvio. Milano diventerà il centro di eccellenza europeo, se non mondiale, della intelligenza artificiale applicata alla medicina, alla salute. Dove sta il business? È semplice, nella vendita delle informazioni statistiche a case farmaceutiche, assicurazioni, operatori della longevità e chissà quali altri!
ANCHE IL BUSINESS HA IL SUO CAMPO LARGO
Dunque, anche se non sappiamo ancora quali saranno gli equilibri e i rapporti di forza, visto che l’assemblea di Mediobanca per decidere su Banca Generali è stata rimandata a settembre, possiamo però immaginare cosa vogliono le cordate che si muovono per la contesa. Non è in ballo solo la conquista di posizioni nel Wealth Management, c’è anche la corsa verso l’Healt Management, la gestione degli asset che si muovono in campo sanitario. Ecco perché c’è tanto fermento. E forse anche, perché il Cda di Piazzetta Cuccia ha deciso di prendere tempo.
IL W-HEALTH MANAGEMENT, LO VEDIAMO ARRIVARE
Il W-Health Management è la vera miniera. E in Mediobanca, nelle banche, nei gruppi assicurativi lo sanno. Lo sanno persino nei giornali. E anche la politica non è immune da questa visione contagiosa. Nella sfida per l’elezione a sindaco di Roma vinte da Roberto Gualtieri, il candidato perdente di centrodestra Roberto Michetti propose in campagna elettorale di “togliere il primato della città della salute a Milano per riportarla nella capitale”. Ora da Roma qualcuno è forse partito per prendersela.
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