Risiko bancario
Assemblea Mediobanca per ops su Banca Generali, lunedì si decide. Cosa succederà?
Troppe incognite in vista dell'appuntamento al centro del risiko bancario. Al no di Caltagirone si assocerà Delfin? E Benetton che farà? L'operazione voluta dall'ad Nagel si gioca su pochi voti
di Davide Lentini 13 Giugno 2025 14:51

Per ora la certezza, forse l'unica, è che l'affluenza all'assemblea dei soci Mediobanca di lunedì sarà da record. Si parla addirittura dell'82% del capitale. Segno dell'attenzione verso una delle operazioni più interessanti del risiko bancario, destinata a ridisegnare il panorama del risparmio gestito italiano. Per il resto sono ancora tante le incognite attorno all'assise, a partire dal suo esito. Affinché l'ops lanciata da Mediobanca su Banca Generali vada in porto, servirà la maggioranza dei voti. E se davvero l'affluenza sarà dell'82%, vuol dire più del 41%. Una soglia non così facile da raggiungere. Proviamo allora a capire cosa è successo nelle ultime settimane e che cosa potrebbe accadere lunedì, alla luce anche degli ultimi sviluppi giudiziari attorno all'operazione.
Partiamo dall'inizio, ovvero da quando è stata lanciata l'ops. Siamo a fine aprile, la lista di Mediobanca vince l'assemblea di Generali, di cui è socia col 13,1% delle azioni. Pochi giorni dopo Alberto Nagel, ceo di Mediobanca, annuncia di voler dar vita all'offerta pubblica di scambio su Banca Generali. E lo fa, sembra, per ostacolare l'ops lanciata poco prima da Monte dei Paschi sulla stessa Mediobanca, offrendo così agli azionisti un’alternativa alle mire espansionistiche di Siena. Ma obiettivo di Nagel è anche quello di integrare Banca Generali nella divisione wealth management di piazzetta Cuccia, che si rafforzerebbe quindi come leader nel panorama italiano del risparmio gestito, con masse gestite per 210 miliardi di euro, ricavi annui superiori ai 2 miliardi e una capacità di raccolta netta di oltre 15 miliardi ogni anno.
L'offerta pubblica di scambio volontaria lanciata da Mediobanca riguarda il 100% delle azioni di Banca Generali, del valore di 6,3 miliardi di euro. E viene pagata interamente con le azioni di Generali in possesso della stessa Mediobanca, sfruttando il momento positivo del Leone con le azioni ai massimi. Il rapporto di cambio è di 1,70 azioni Generali per ogni azione di Banca Generali. In sostanza, ogni 10 azioni di Banca Generali verranno corrisposte 17 azioni di Generali. Il prezzo implicito di offerta è di 54,17 euro per azione, con un premio dell'11,4% rispetto ai prezzi del 25 aprile, prima dell’annuncio, e del 6,5% sulla base del prezzo medio dei 3 mesi.
Come si diceva, l'esito dell'ops non è scontato. Uno dei soci di rilievo di piazzetta Cuccia, Francesco Gaetano Caltagirone, si è infatti detto contrario all'operazione e ha chiesto di rimandare l'assemblea di lunedì per "assoluta incompletezza e indeterminatezza dell’offerta su Banca Generali". Caltagirone lamenta la mancanza di informazioni sul contratto tra Mediobanca, Banca Generali e Generali, indispensabile per la fattibilità dell'ops stessa. Nel frattempo ha incrementato la sua quota di azioni, arrivando ora a detenere il 9,9% del capitale. In queste settimane i bene informati dicono che abbia lavorato a raccogliere il più alto numero di consensi per bloccare l'operazione.
Del "fronte Caltagirone" potrebbe far parte anche Delfin, primo azionista di Mediobanca, sebbene non sia così scontato. Da sempre le loro posizioni sono allineate, ma questa volta c'è molta incognita su come voterà la lista che fa capo alla famiglia Del Vecchio. Di recente Leonardo Maria Del Vecchio, a chi gli ha chiesto delucidazioni, ha risposto con un laconico "No comment". Francesco Milleri, presidente di Delfin, ha invece espresso il suo sostegno all'ops di Mediobanca su Banca Generali "purché venga dimostrato che l'operazione porta valore ad entrambe le società". Delfin pesa per il 19,8% del capitale. Se quindi dovesse schierarsi assieme a Caltagirone, votando contro, la percentuale contraria all'ops nell'assemblea Mediobanca sarebbe vicina al 30%. Altra incognita è legata alla posizione della Edizione holding della famiglia Benetton che detiene il 2,2% del capitale Mediobanca e che potrebbe rafforzare il fronte contrario, così come gli enti previdenziali, che pesano per il 5,5% e che non si sono ancora espressi.
Chi invece ha già preso posizione a favore dell'ops lanciata dall'ad di Mediobanca Nagel sono il Patto di Consultazione con l'11,8%, il fondo sovrano norvegese Norges Bank con l'1,45%, Mediolanum con il 3,49% e Unipol con il 2%. Pronti ad appoggiare l'operazione anche New York City Comptroller e Calvert, due tra gli investitori istituzionali. BlackRock, azionista Mediobanca per il 3,5% non si è invece ancora espresso, così come altri fondi. La sensazione, quindi, è che l'esito dell'assemblea di lunedì possa giocarsi su una manciata di voti.
PERCHE MEDIOBANCA LANCIA L'OPS
Partiamo dall'inizio, ovvero da quando è stata lanciata l'ops. Siamo a fine aprile, la lista di Mediobanca vince l'assemblea di Generali, di cui è socia col 13,1% delle azioni. Pochi giorni dopo Alberto Nagel, ceo di Mediobanca, annuncia di voler dar vita all'offerta pubblica di scambio su Banca Generali. E lo fa, sembra, per ostacolare l'ops lanciata poco prima da Monte dei Paschi sulla stessa Mediobanca, offrendo così agli azionisti un’alternativa alle mire espansionistiche di Siena. Ma obiettivo di Nagel è anche quello di integrare Banca Generali nella divisione wealth management di piazzetta Cuccia, che si rafforzerebbe quindi come leader nel panorama italiano del risparmio gestito, con masse gestite per 210 miliardi di euro, ricavi annui superiori ai 2 miliardi e una capacità di raccolta netta di oltre 15 miliardi ogni anno.
COME FUNZIONA L'OPS SU BANCA GENERALI
L'offerta pubblica di scambio volontaria lanciata da Mediobanca riguarda il 100% delle azioni di Banca Generali, del valore di 6,3 miliardi di euro. E viene pagata interamente con le azioni di Generali in possesso della stessa Mediobanca, sfruttando il momento positivo del Leone con le azioni ai massimi. Il rapporto di cambio è di 1,70 azioni Generali per ogni azione di Banca Generali. In sostanza, ogni 10 azioni di Banca Generali verranno corrisposte 17 azioni di Generali. Il prezzo implicito di offerta è di 54,17 euro per azione, con un premio dell'11,4% rispetto ai prezzi del 25 aprile, prima dell’annuncio, e del 6,5% sulla base del prezzo medio dei 3 mesi.
LA POSIZIONE DI CALTAGIRONE CONTRO L'OPS
Come si diceva, l'esito dell'ops non è scontato. Uno dei soci di rilievo di piazzetta Cuccia, Francesco Gaetano Caltagirone, si è infatti detto contrario all'operazione e ha chiesto di rimandare l'assemblea di lunedì per "assoluta incompletezza e indeterminatezza dell’offerta su Banca Generali". Caltagirone lamenta la mancanza di informazioni sul contratto tra Mediobanca, Banca Generali e Generali, indispensabile per la fattibilità dell'ops stessa. Nel frattempo ha incrementato la sua quota di azioni, arrivando ora a detenere il 9,9% del capitale. In queste settimane i bene informati dicono che abbia lavorato a raccogliere il più alto numero di consensi per bloccare l'operazione.
LE INCOGNITE DELFIN E BENETTON
Del "fronte Caltagirone" potrebbe far parte anche Delfin, primo azionista di Mediobanca, sebbene non sia così scontato. Da sempre le loro posizioni sono allineate, ma questa volta c'è molta incognita su come voterà la lista che fa capo alla famiglia Del Vecchio. Di recente Leonardo Maria Del Vecchio, a chi gli ha chiesto delucidazioni, ha risposto con un laconico "No comment". Francesco Milleri, presidente di Delfin, ha invece espresso il suo sostegno all'ops di Mediobanca su Banca Generali "purché venga dimostrato che l'operazione porta valore ad entrambe le società". Delfin pesa per il 19,8% del capitale. Se quindi dovesse schierarsi assieme a Caltagirone, votando contro, la percentuale contraria all'ops nell'assemblea Mediobanca sarebbe vicina al 30%. Altra incognita è legata alla posizione della Edizione holding della famiglia Benetton che detiene il 2,2% del capitale Mediobanca e che potrebbe rafforzare il fronte contrario, così come gli enti previdenziali, che pesano per il 5,5% e che non si sono ancora espressi.
IL FRONTE NAGEL A FAVORE DELL'OPS
Chi invece ha già preso posizione a favore dell'ops lanciata dall'ad di Mediobanca Nagel sono il Patto di Consultazione con l'11,8%, il fondo sovrano norvegese Norges Bank con l'1,45%, Mediolanum con il 3,49% e Unipol con il 2%. Pronti ad appoggiare l'operazione anche New York City Comptroller e Calvert, due tra gli investitori istituzionali. BlackRock, azionista Mediobanca per il 3,5% non si è invece ancora espresso, così come altri fondi. La sensazione, quindi, è che l'esito dell'assemblea di lunedì possa giocarsi su una manciata di voti.
Trending