Le prospettive
Con i dazi un iPhone potrebbe arrivare a costare fino a 2.100 euro
I dazi al 54% imposti da Trump alla Cina rappresentano un grave problema per Apple, che nel Paese asiatico produce l’85% dei suoi iPhone. Forti aumenti dei prezzi in vista anche per le sneaker Nike
di Antonio Cardarelli 4 Aprile 2025 12:06

Gli iPhone potrebbero essere una delle prime vittime dei dazi di Trump. Apple ha già registrato pesantissimi ribassi nella prima seduta post Liberation Day (-9,05%) ed è in calo anche nel pre-market. I dazi del 34% imposti da Trump alla Cina, che si aggiungono al 20% già in essere come misura punitiva per gli scarsi controlli sul Fentanyl, rischiano di avere ripercussioni molto serie per Apple.
Ormai da anni Apple produce l’85% dei suoi iPhone in Cina. In occasione della guerra commerciale del 2018, sempre scatenata da Trump contro la Cina, Apple aveva ottenuto un’esenzione per i suoi prodotti. Cosa che non è accaduta questa volta con i dazi del Liberation Day. Ultimamente la società di Cupertino ha cominciato a spostare parte della produzione in Vietnam e India, ma anche questi due Paesi non sono stati risparmiati da Trump.
Una situazione complessa per Apple, che oltre agli iPhone produce in Cina anche iPad, AirPod e Macbook. Secondo una stima di Rosemblatt Securities, riportata da Reuters, l’intera gamma di iPhone subirà pesanti rincari. Il modello base dell’iPhone 16, venduto negli Usa a 799 dollari, potrebbe arrivare a costare 1.142 dollari nel caso in cui Apple decidesse di trasferire il costo dei dazi sui consumatori finali. Il modello più costoso, l’iPhone 16 Pro Max con 1 terabyte di memoria, attualmente venduto a 1.599 dollari, costerebbe 2.300 dollari, che convertiti in euro sarebbero 2.100. Senza contare l’eventualità che l’Unione europea, per rispondere ai dazi di Trump, possa introdurre controdazi che in qualche modo avrebbero impatti sui prodotti Apple venduti in Europa.
Tuttavia, secondo Angelo Zino, analista azionario di CFRA Research, per Apple sarà difficile trasferire l’intero peso dei dazi sui consumatori finali. Secondo le stime di Woodring, Apple potrebbe aumentare i prezzi del 17-18% negli Stati Uniti, ma ciò ovviamente andrebbe a impattare sui margini e quindi sui conti dell’azienda, che infatti sta già pagando un prezzo altissimo in Borsa. Per calmierare i prezzi Apple potrebbe aumentare la pressione sui fornitori per ridurre i margini, compito tuttavia non facile.
Anche Nike si trova in una situazione simile a quella di Apple, e non a caso ha ceduto il 12% nella seduta di ieri a Wall Street. Circa la metà delle sneaker Nike vengono prodotte in Vietnam, paese colpito da dazi reciproci al 46%. E anche in questo caso per l’azienda, che stava già attraversando una crisi di vendite, non sarà facile trasferire gli aumenti agli acquirenti finali. Di sicuro il prezzo delle scarpe Nike aumenterà, anche se secondo gli analisti di UBS la crescita del prezzo sarà di massimo il 12%.
EFFETTO DAZI SUGLI IPHONE
Ormai da anni Apple produce l’85% dei suoi iPhone in Cina. In occasione della guerra commerciale del 2018, sempre scatenata da Trump contro la Cina, Apple aveva ottenuto un’esenzione per i suoi prodotti. Cosa che non è accaduta questa volta con i dazi del Liberation Day. Ultimamente la società di Cupertino ha cominciato a spostare parte della produzione in Vietnam e India, ma anche questi due Paesi non sono stati risparmiati da Trump.
CON I DAZI FINO A 2.100 EURO PER L’IPHONE PIÙ COSTOSO
Una situazione complessa per Apple, che oltre agli iPhone produce in Cina anche iPad, AirPod e Macbook. Secondo una stima di Rosemblatt Securities, riportata da Reuters, l’intera gamma di iPhone subirà pesanti rincari. Il modello base dell’iPhone 16, venduto negli Usa a 799 dollari, potrebbe arrivare a costare 1.142 dollari nel caso in cui Apple decidesse di trasferire il costo dei dazi sui consumatori finali. Il modello più costoso, l’iPhone 16 Pro Max con 1 terabyte di memoria, attualmente venduto a 1.599 dollari, costerebbe 2.300 dollari, che convertiti in euro sarebbero 2.100. Senza contare l’eventualità che l’Unione europea, per rispondere ai dazi di Trump, possa introdurre controdazi che in qualche modo avrebbero impatti sui prodotti Apple venduti in Europa.
COSA FARÀ APPLE
Tuttavia, secondo Angelo Zino, analista azionario di CFRA Research, per Apple sarà difficile trasferire l’intero peso dei dazi sui consumatori finali. Secondo le stime di Woodring, Apple potrebbe aumentare i prezzi del 17-18% negli Stati Uniti, ma ciò ovviamente andrebbe a impattare sui margini e quindi sui conti dell’azienda, che infatti sta già pagando un prezzo altissimo in Borsa. Per calmierare i prezzi Apple potrebbe aumentare la pressione sui fornitori per ridurre i margini, compito tuttavia non facile.
EFFETTO DAZI ANCHE SUL PREZZO DELLE NIKE
Anche Nike si trova in una situazione simile a quella di Apple, e non a caso ha ceduto il 12% nella seduta di ieri a Wall Street. Circa la metà delle sneaker Nike vengono prodotte in Vietnam, paese colpito da dazi reciproci al 46%. E anche in questo caso per l’azienda, che stava già attraversando una crisi di vendite, non sarà facile trasferire gli aumenti agli acquirenti finali. Di sicuro il prezzo delle scarpe Nike aumenterà, anche se secondo gli analisti di UBS la crescita del prezzo sarà di massimo il 12%.
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