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La crisi del gas in Europa può impattare anche gli spread del credito

Il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan AM avverte che la chiusura del Nord Stream 1 potrebbe innescare una crisi del gas in Europa con conseguenze per investitori e BCE

di Virgilio Chelli 17 Luglio 2022 12:00
financialounge -  Gas JP Morgan Asset Management

La chiusura completa del gasdotto Nord Stream 1 rappresenta un rischio elevato per gli investitori obbligazionari. Gli spread del credito dovrebbero aumentare in misura significativa e le curve dei rendimenti appiattirsi, in un clima di diffusa avversione al rischio. La crisi del gas potrebbe non risolversi a breve termine, e gli investitori dovrebbero aspettarsi volatilità di rendimenti e spread. L’alta inflazione continua a preoccupare la BCE, che dovrebbe alzare i tassi a luglio e settembre, malgrado il rischio di una crisi del gas naturale. Ma le aspettative di mercato e della stessa BCE per il 2023 mostrano che i rischi di recessione continuano a essere in agguato.

NEUTRALI SULLA DURATION EUROPEA


Sulla base di queste considerazioni, il Team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, nel Bond Bulletin settimanale, preferisce un posizionamento neutrale sulla duration europea. Mentre di recente l’andamento dei mercati dei titoli di Stato è stato determinato soprattutto dai timori su crescita e inflazione, in Europa, è tornato prepotentemente alla ribalta la crisi del gas naturale, con l’annuncio della Russia di chiusura temporanea del gasdotto Nord Stream 1 per manutenzione. Crescono i timori che Mosca possa chiudere per sempre i rubinetti, peggiorando un contesto di per sé già difficile.

ACCUMULO DI SCORTE INSUFFICIENTE


I governi europei stanno accumulando scorte in vista dell’inverno perché la nuova normativa UE prevede che i siti di stoccaggio siano riempiti almeno all’80% entro novembre. Al momento hanno raggiunto una capacità del 58% che, secondo le stime del Team di J. P. Morgan AM assicurerebbe gas per 40 giorni. Se l’UE raggiunge l’obiettivo l’autonomia arriverebbe a due mesi. Ma se il gasdotto viene chiuso, sarà molto difficile raggiungere l’80%, e anche se la Russia riprendesse le forniture, il rischio che il gasdotto diventi un’arma politica resterà elevato e resteranno volatili i prezzi del gas, che alla fine, peseranno sull’alta inflazione in Europa.

GLI SPREAD SEGNALANO RISCHIO ELEVATO


Il Team di J. P. Morgan AM sottolinea che una crisi europea del gas naturale è un rischio elevato per il reddito fisso, come mostra il recente ampliamento degli spread nei mercati del credito e il rally dei titoli di Stato. Resta da vedere che cosa faranno le Banche Centrali. Il Bond Bulletin non si aspetta che la BCE rinunci ad alzare i tassi per i rincari del gas naturale. Le aspettative di mercato sono rimaste relativamente stabili, scontando un rialzo di 25 punti e 50 punti rispettivamente a luglio e a settembre. Nel lungo termine, non c’è certezza sui prezzi, mentre l’inflazione resta ostinatamente alta e i rincari del gas naturale non aiuteranno.

RECESSIONE NEL 2023 ALL’80%


Le preoccupazioni su inflazione e crescita hanno indotto il mercato a rivalutare la politica della BCE e ad anticipare il rischio di una recessione. Al momento, secondo il Team di J. P. Morgan AM i gli spread sulle obbligazioni europee Investment Grade indicano una probabilità di recessione il prossimo anno all’80%. A fine giugno, il mercato prevedeva che il tasso sui depositi della BCE avrebbe raggiunto il 2,3% entro fine 2023, ma da allora la previsione è scesa all’1,5%, per rispecchiare proprio la probabilità di una recessione.

FIACCA DOMANDA DI REDDITO FISSO


Infine la domanda di titoli a reddito fisso continua a essere fiacca, ma secondo il Bond Bulletin il peggio potrebbe essere ormai alle nostre spalle. Il posizionamento degli investitori mostra che, con il consolidarsi dei timori sulla crescita, gli operatori che sottopesavano la duration si avvicinano alla neutralità. Una totale interruzione totale delle forniture di gas dalla Russia potrebbe spingere a una diffusa avversione al rischio, facendo alla fine allargare gli spread e generando, potenzialmente, valutazioni più interessanti.

MA POSSIBILE FORTE RITORNO


In un contesto del genere, conclude l’analisi del Team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management “ci aspetteremmo di registrare un forte aumento della domanda di reddito fisso che potrebbe spingere al ribasso i rendimenti”.
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