Scelte di portafoglio

abrdn: corporate bond emergenti restano interessanti nel lungo termine

Per Leo Morawiecki (abrdn) i fondamentali dei corporate bond dei mercati emergenti sono ancora solidi ma spiega perché resta particolarmente importante operare con selettività a livello geografico, settoriale e di singoli titoli

di Leo Campagna 18 Maggio 2022 08:00

financialounge -  abrdn corporate bond Leo Morawiecki mercati emergenti
Da inizio anno le obbligazioni corporate dei mercati emergenti hanno sofferto sulla scia della situazione del mercato immobiliare cinese, il cui indebitamento continua a rischiare di contagiare tutto il settore, nonostante alcune misure di allentamento che non bastano a rassicurare gli investitori. Una situazione aggravata dall'invasione russa dell'Ucraina, che ha destabilizzato i mercati dei capitali, soffocando la rapida ripresa economica post-pandemica.

LE ANALISI DEL PREZZO DEI CREDIT DEFAULT SWAP (CDS)


Nonostante tutto questo, Leo Morawiecki, associate investment specialist fixed income di abrdn, resta moderatamente ottimista. “Dall'inizio del XXI secolo i mercati emergenti sono stati interessati da numerosi shock geopolitici. Tuttavia le analisi del prezzo dei Credit Default Swap (CDS) suggeriscono che l'impatto dei precedenti shock geopolitici è stato minimo, con i prezzi tornati ai livelli pre-shock nello spazio di circa 90 giorni”, commenta l'esperto di abrdn.

LO SPREAD DEL DEBITO EMERGENTE


Inoltre, se è vero che l'aumento dei tassi d'interesse negli Stati Uniti possa risultare negativo per la maggior parte degli asset rischiosi, un'analisi dei dati storici evidenzia come gli spread del debito corporate emergente abbiano spesso avuto la tendenza a salire una volta iniziati i rialzi della Fed.

SENZA ESPOSIZIONE AL RISCHIO VALUTA LOCALE


“A questo proposito occorre ricordare che i tassi d'interesse USA di solito vengono alzati per frenare l'inflazione in presenza di una crescita robusta. I corporate bond dei mercati emergenti espressi in valuta forte sono protetti da eventuali ribassi delle valute locali legati al rialzo dei tassi d'interesse statunitensi. Questo permette agli investitori in corporate bond emergenti di ricavare rendimenti maggiori senza esposizione al rischio valuta locale” spiega Morawiecki.

IL RISCHIO DI INSOLVENZA


Analizzando i recenti rialzi dei tassi, il manager riferisce che sono dovuti sia all'aumento dei rendimenti dei Treasury che alla crescita degli spread sul credito. Una combinazione che ha reso il rendimento iniziale atteso delle obbligazioni corporate EM sensibilmente migliorato nell'ultimo anno. Certo, ammette il manager di abrdn, questo incremento dei rendimenti segnala in sostanza un premio per l'aumento del rischio, tra cui il rischio di insolvenza.

I FONDAMENTALI DEL MERCATO CORPORATE EMERGENTE


“Nonostante una contrazione dall'inizio del 2021, la nostra tesi è che nel 2022 i tassi di default possano tornare a salire in Asia e nell’area EMEA. Non deve tuttavia sfuggire, che il 99% delle obbligazioni distressed asiatiche appartiene al mercato immobiliare cinese, e che i default nella regione EMEA interesseranno in particolare le obbligazioni russe e ucraine. Al di fuori di queste aree, i fondamentali del mercato corporate emergente ci sembrano ancora solidi” puntualizza Morawiecki.

UNA POSIZIONE DI RELATIVA FORZA


Secondo il manager di abrdn, dall'inizio del 2022 le aziende dei mercati emergenti vantano una posizione di relativa forza, in virtù della diversificazione delle vendite a livello globale e della minore sensibilità ai cambi sviluppata nel corso degli anni. Nel complesso, molti indicatori fondamentali si mantengono solidi grazie anche alla straordinaria ripresa economica nel 2021 che ha più che compensato la debolezza dei profitti aziendali nel 2019 e 2020. Una situazione che vede un rendimento dell'indice generale obbligazioni corporate dei mercati emergenti di quasi il 6%, decisamente interessante per un'asset class non esposta al rischio valuta.

UN PUNTO D’INGRESSO POTENZIALMENTE INTERESSANTE


“Al netto dei fattori negativi di breve termine riteniamo che possa celarsi un punto d'ingresso potenzialmente interessante per un investimento a lungo termine. Detto questo, resta sempre cruciale operare nei prossimi mesi, alla luce dello scenario attuale, con selettività sia a livello geografico che settoriale e di singoli titoli” conclude l’associate investment specialist fixed income di abrdn.

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