A una
Electronic Arts che annuncia risultati da record, in queste ora fa da contraltare
Ubisoft, terzo più importante sviluppatore al mondo di videogiochi third party, che annuncia risultati contrastanti. Col termine “third party” s’intendono tutte quelle realtà che producono esclusivamente
software senza possedere alcuna piattaforma da gioco. Nei “first party”, invece, rientrano realtà quali Nintendo, Sony e Microsoft, che oltre a commercializzare le proprie console, sviluppano anche i videogiochi che girano in esclusiva su di esse.
LIEVE FLESSIONE
La chiusura dell’anno fiscale, che nel caso del colosso franco-canadese si conclude il 31 marzo, ha visto per la prima volta nella storia di
Ubisoft tre licenze superare i
316 milioni di euro di net booking. Ci riferiamo ad
Assassin's Creed,
Far Cry e
Tom Clancy's Rainbow Six. Ciò nonostante, nell’ultimo anno fiscale le vendite sono calate del 4%, passando dai $2,2 miliardi dello scorso anno ai $2,1 miliardi di quest’anno. Da questi valori sono risultati utili per $84 milioni contro i $111 milioni dello scorso anno.
FUTURO IN CRSCITA
Il catalogo della prossima stagione, che nell’ambito dei videogiochi inizia solitamente a fine settembre, inizio ottobre, vedrà il lancio di
Rabbids: Party of Legends, Roller Champions, Just Dance e il tanto atteso (e rimandato) Skulls & Bones, oltre alle espansioni di titoli quali
Rainbow Six, Riders Republic,
The Division e Assassin's Creed Valhalla. Quest’ultimo, e ci riallacciamo a quanto scritto sempre nella notizia relativa a Electronic Arts, è uscito nel novembre del 2020 ed è uno dei migliori esempi di transizione di un videogame dal modello di business tradizionale a live service.
PAROLA DI GUILLEMOT
Le proiezioni di Ubisoft per l’attuale trimestre vedono una contrazione dei net booking del 12.5% a $295 milioni, che dovrebbe però essere compensata da una “
crescita significativa” nel resto dell’anno. “Abbiamo ambiziosi piani di crescita per i nostri franchise più importanti, ai quali si affiancheranno nuove IP (o Intellectual Properties, che nell’ambito del gaming significano videogame inediti) e quattro giochi mobile già in produzione”, ha dichiarato
Yves Guillemot, CEO di
Ubisoft.
APPETIBILE
Per dovere di cronaca dobbiamo ricordare che dopo l’acquisizione da parte di
Microsoft di Activision Blizzard, nessun colosso del
gaming pare essere più intoccabile. E mentre al momento tutto tace sul fronte di Electronic Arts, ultimamente si sono rincorse numerose voci (a partire da Bloomberg) per quanto riguarda una possibile vendita di Ubisoft. La quale, va detto, dopo la travagliata e burrascosa relazione con
Vivendi, negli ultimi anni ha trovato una certa tranquillità grazie ai capitali di
Tencent. Ma proprio commentando le speculazioni su una potenziale offerta pubblica d’acquisto, Guillemot in questi giorni s’è sentito di commentare che “il consiglio di amministrazione di Ubisoft esaminerà qualsiasi offerta nell'interesse di tutti gli azionisti e dei nostri grandi team”. Nel frattempo, secondo ad alcuni insider la famiglia Guillemot starebbe valutando la possibilità di collaborare con una società di
private equity per acquisire Ubisoft e togliere di fatto l’azienda dal mercato. Chi vivrà, vedrà.