Scrivere un curriculum vincente: ecco i consigli per fare colpo sulle aziende

Nel secondo trimestre del 2021 si è registrata una crescita di dimissioni volontarie. Quasi 500mila, 290mila uomini e 190mila donne hanno deciso di provare a cambiare lavoro. La fascia di età più interessata riguarda lavoratori tra i 26 e i 35 anni con mansioni impiegatizie e residenti nelle regioni del Nord Italia. Tra i motivi, quello di migliorare la qualità della vita, con un nuovo equilibrio tra vita privata e lavoro. Il Covid, si sa, ha cambiato tutto. Ma una cosa resta importante per trovare un nuovo impiego: il curriculum. Ecco come scriverlo per farsi notare e riuscire a ottenere un colloquio in azienda.

MEGLIO ESSERE ORIGINALI

Il vecchio curriculum formato europeo è meglio evitarlo. Troppo standard, difficile emergere tra cv che sono praticamente tutti uguali. Il curriculum dovrebbe rappresentare la persona che descrive. Tra i tanti programmi disponibili, Canva propone una buona varietà di modelli, da scegliere con semplicità e una buona dose di originalità grafica. Decidere di inserire anche una fotografia, potrebbe essere un particolare apprezzato per differenziarsi da altri curriculum.

PUNTARE SU QUELLO CHE SI SA FARE

Meglio essere precisi. Scrivere quello che si trova su tanti modelli come “Problem solving”, “Team working” e via di seguito, non sono certo una maniera consigliata per catturare l’attenzione del selezionatore. Diversamente, scrivere quello che davvero si sa fare, potrebbe rivelarsi una scelta vincente e, nella maggior parte dei casi, molto apprezzata.

ADATTARE IL CV

In caso di auto-candidature, è opportuno indicare il ruolo che si vuole ricoprire o l’area di attività di interesse. Un’altra buona idea potrebbe essere quella di adattare il cv all’annuncio per cui si sta rispondendo. Stanno cercando qualcuno che parli un inglese fluente? Inserire in evidenza il periodo trascorso all’estero potrebbe aumentare le chances di selezione.

VIETATO IMBROGLIARE

Mentire sul proprio cv non è mai una buona idea. Oggi i recruiter controllano anche i social network, e non solo LinkedIn, molte informazioni sono praticamente di dominio pubblico, quindi risulta un rischio mettere nel curriculum dati palesemente falsi o esperienze inventate. Se dovesse saltare fuori che quell’informazione non corrisponde alla realtà, difficile pensare che ci sia poi ancora una possibilità per essere assunti.