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Mercati nervosi

Biden rilancia: “Russia pronta a invadere”

Wall Street in negativo, con gli investitori che sono preoccupati anche dell’aumento dei tassi della Fed per contrastare l’inflazione. Mosca espelle il numero due dell’ambasciata Usa

di Fabrizio Arnhold 17 Febbraio 2022 16:13
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Resta alta la tensione. L’Ucraina ha affermato che i separatisti filo-russi nell’Est del Paese hanno aperto il fuoco, colpendo un asilo nido nel Donbass. La Nato accusa la Russia di ammassare nuove truppe ai confini e anche le immagini satellitari testimonierebbero una possibile evoluzione della crisi. A livello diplomatico – come riporta l’agenzia Sputnik – la Russia espelle il numero due dell’ambasciata americana a Mosca, Bart Gorman.

MERCATI NERVOSI


Wall Street apre in calo. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones cede 227,98 punti (-0,65%), lo S&P 500 perde 31,61 punti (-0,71%) e il Nasdaq cala dello 0,84%, lasciando 118,82 punti. In calo anche il prezzo del greggio, con il petrolio Wti al Nymez che scende del 2,38% a 91,43 dollari al barile. A preoccupare gli investitori, oltre alla situazione tesa in Ucraina, anche le prossime mosse della Fed che si prepara ad alzare i tassi di interesse. In rosso anche i principali listini europei.

“IN RUSSIA INVASIONE IMMINENTE”


Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è convinto che la Russia proceda “verso un’invasione imminente”. Si parla di “un attacco nei prossimi giorni, ci sono chiare indicazioni che la Russia sia pronta a invadere”. Nessuna call in programma con il presidente Putin. La Nato si dice preoccupata che “la Russia crei un pretesto per attaccare l’Ucraina”. Dal Cremlino arrivano smentite, dichiarando che si tratta di “isteria” occidentale. Ieri Wall Street aveva chiuso sulla parità, con gli indici in recupero, dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultimo incontro della Fed, da cui è emersa la volontà di un aumento dei tassi più rapido del previsto.

RIALZO DEI TASSI IN ARRIVO


La maggior parte degli analisti è convinta che arriverà un rialzo di 50 punti base al termine di entrambe le prossime riunioni, in programma a marzo e a maggio. La Fed non alza i tassi di interesse di 50 punti base due volte di fila dal 1994. I timori degli investitori riguardano sempre l’inflazione, che potrebbe restare su livelli preoccupanti nonostante l’intervento della banca centrale Usa.
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