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Volatilità in aumento

Evergrande campanello d’allarme, ma Amundi resta positiva sulla Cina

Pascal Blanqué Group Chief Investment Officer, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief Investment Officer di Amundi, si aspettano volatilità anche sul fronte Usa, ma sono costruttivi sugli asset cinesi nel lungo periodo

di Virgilio Chelli 25 Settembre 2021 09:30
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Dopo il caso Evergrande, Amundi si aspetta maggior volatilità nei mercati globali nei prossimi mesi e non solo dalla Cina ma anche per i negoziati sul tetto del debito USA e per l'impennata dei prezzi dell'energia in Europa. Il tutto con valutazione tirate dei mercati finanziari, per cui è il momento di essere neutrali in termini di allocazione del rischio e aumentare il controllo sulle aree che potrebbero essere colpite da ricadute, come bond high yield asiatici e materie prime legate all’edilizia. Ma in generale, nonostante la percezione del rischio sulla Cina resti elevata nel breve, Amundi rimane costruttiva sugli asset cinesi nel lungo periodo per motivi strutturali, come riequilibrio della crescita attraverso la domanda interna, crescita nei settori strategici, internazionalizzazione del renminbi.

NON È UN RISCHIO SISTEMICO


Pascal Blanqué Group Chief Investment Officer, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief Investment Officer di Amundi spiegano che Evergrande non rappresenta un rischio sistemico, ma un campanello d'allarme in un mondo troppo indebitato. La portata di una ristrutturazione di tale entità sta gravando sui mercati del credito asiatici, con prezzi in discesa per le obbligazioni di altre società del settore immobiliare, ma valutando l’evento in un contesto più ampio, l'effetto contagio sui mercati globali è stato finora limitato, con una certa volatilità azionaria e un modesto ritracciamento dai massimi storici dell'S&P 500.

LA REAZIONE DELLE AUTORITÀ


I due esperti di Amundi notano che le autorità cinesi hanno dimostrato impegno per evitare un crollo, con la Banca Popolare Cinese che ha iniettato 460 miliardi netti di renminbi, pari a 71 miliardi di dollari, di liquidità a breve termine nel sistema bancario, mentre Pechino potrebbe intervenire nella ristrutturazione, evitando che Evergrande vada in default incontrollato. Ma hanno anche dato chiari segnali al mercato della volontà di fermare la speculazione immobiliare e ridurre la leva finanziaria. Amundi si aspetta comunque che il settore resti sotto pressione nel breve periodo, anche se la riduzione della leva finanziaria dovrebbe essere vantaggioso nel medio periodo.

PROBABILI ALTRI CASI IN FUTURO


Evergrande è anche un avvertimento nei confronti di settori ad alta leva e con valutazioni stratosferiche, e secondo gli esperti di Amundi è probabile che in futuro vengano allo scoperto altre problematiche di indebitamento, che richiederanno ulteriore attenzione nella selezione del credito in tutti i settori. Le implicazioni sulla crescita sono rilevanti, e il rallentamento dell’edilizia residenziale è uno dei fattori negativi che ha portato al downgrade delle previsioni di Amundi sul PIL della Cina. Inoltre, i dati in calo sull'attività cinese hanno ampiamente sorpreso nel terzo trimestre, con le esportazioni unica eccezione.

LIMATE LE STIME DI CRESCITA 2021-22


L'inasprimento delle politiche, le restrizioni autoimposte su Covid-19, de-carbonizzazione, tagli alla produzione, razionamento dell'elettricità, e la carenza globale di chip, hanno contribuito al rallentamento. Per questo Amundi si aspetta più che la crescita riprenda nel quarto trimestre e prevede un PIL reale all'8,3% nel 2021, sotto la stima precedente dell'8,7% precedente, con una crescita del 2022 al 4,9% rispetto al 5,4% precedente stimato. Per questo, conclude l’analisi degli esperti di Amundi, il rallentamento della Cina rispetto ai principali partner commerciali dovrebbe essere monitorato con attenzione.
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