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I titoli da seguire

Robeco: perché puntare su titoli di aziende che fanno più investimenti

Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, sottolinea che l’uscita dalla pandemia spinge a preferire i titoli delle società che investono in nuove attrezzature per soddisfare la maggiore domanda

di Virgilio Chelli 15 Luglio 2021 20:00
financialounge -  azioni investimenti Peter van der Welle Robeco Scenari

Le spese per investimenti sono la chiave di una ripresa economica autosufficiente per un mondo che riemerge dalla pandemia in cui l’attenzione si sta concentrando sulla domanda accumulata di beni e servizi rimasti inaccessibili per gran parte dell’ultimo anno. Ad essere messa in discussione è infatti la capacità delle aziende di star dietro alla domanda di beni e i servizi, visti i vincoli sul lato dell’offerta emersi durante la riapertura dell’economia. Questo sta alimentando una risalita delle spese in conto capitale, indirizzando gli investitori verso titoli di società che investono in nuove attrezzature per soddisfare la maggiore domanda.

L’INDICE CAPEX INTENTIONS DELLA FED


Lo sottolinea un commento a cura di Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, che cita a supporto il Capex Intentions Index della Federal Reserve, che evidenzia un marcato incremento delle spese programmate in conto capitale, un effetto che promette bene per la ripresa del ciclo capex nel breve termine. Il mercato ha già ripreso il tema, come dimostra la sovra performance da inizio anno dei titoli di aziende a capex elevato rispetto al mercato nel suo complesso. L’esperto di Robeco indica cinque elementi a supporto della ripartenza del capex da qui in avanti, a partire da un quadro macro dominato dalle politiche fiscali, anche perché per le banche centrali hanno è ormai difficile ridurre ancora i tassi reali.

RUOLO CENTRALE DELLA POLITICA FISCALE


Per questo la politica fiscale si presta meglio ad affrontare lo shock negativo dell’offerta causato dal Covid-19 e si traduce anche nelle ingenti spese per le infrastrutture in programma negli USA, dove è già partito l’American Rescue Plan da 1.900 miliardi di dollari, mentre i 2.000 miliardi dell’American Jobs Plan aspettano l’approvazione del Congresso. In Europa, i 750 miliardi di Euro previsti del Recovery Fund dovrebbero essere distribuiti a partire da fine luglio.

RIPRESA DEI CONSUMI E "Q DI TOBIN"


In secondo luogo c’è la ripresa dei consumi, che tra il 2009 e il 2019 sono cresciuti sottotono sia negli USA che nel resto del mondo. Ora negli Stati Uniti la situazione si sta rovesciando, la politica fiscale ha sostenuto il reddito delle famiglie durante la crisi da Covid-19, mentre il forte incremento della domanda nella fase di riapertura potrebbe essere più duraturo, visto il continuo miglioramento delle prospettive occupazionali nel medio termine. Il terzo motivo che indica la ripartenza del capex dipende dalla “Q di Tobin”, ovvero il rapporto tra il valore di mercato di una società e il costo di sostituzione dei suoi beni. Se il valore è superiore a 1, spiega l’esperto di Robeco, all’azienda conviene investire direttamente nei beni sottostanti, invece di acquistare un’altra società al suo valore di mercato per acquisire gli stessi asset.

IL FATTORE PRODUTTIVITÀ


Oggi gli USA hanno una Q di Tobin a 1,7, che rende le operazioni di M&A molto costose, per cui alle aziende conviene fare investimenti diretti in beni capitali. Il quarto elemento citato da Robeco sono le severe limitazioni sul lato dell’offerta registrate nell’economia globale a seguito delle chiusure provocate dalla pandemia. A pandemia finita, la questione è legata all’offerta più che alla domanda, il che stimolerà una maggiore consapevolezza nella necessità di spingere avanti la frontiera della produttività e incentivare le spese di capitale.

IL CAPITALE SOSTITUISCE IL LAVORO


Quinto e ultimo elemento è la parziale sostituzione della manodopera a favore del capitale negli USA, dove il basso tasso di partecipazione alla forza lavoro mostra che la gente non ha fretta di tornare a lavorare, disincentivata dai sussidi e/o dai cambiamenti strutturali nel rapporto tra lavoro e vita privata legati alla pandemia. Quando il costo del lavoro aumenta, per i datori diventa più interessante sostituirlo con il capitale, e di solito, il punto di flessione dove le intenzioni di investimento diventano positive si raggiunge quando, come oggi, i costi unitari del lavoro aumentano di più del 2% su base annua.

UITLI PIÙ ALTI PIÙ A LUNGO


Anche sul fronte degli utili, sottolinea in conclusione l’esperto di Robeco, c’è un significativo rapporto tra intenzioni di investimento e produttività, anche se possono trascorrere fino a 7 anni per passare dall’intenzione di investire all’effettivo raggiungimento di una maggiore produttività. Un capex più elevato, in grado di aumentare la crescita della produttività, va a sostenere il ciclo degli utili, perché riducendo drasticamente il costo del lavoro, la maggiore produttività aumenta il potere delle aziende di determinare i prezzi, consentendo ai margini di profitto di mantenersi elevati più a lungo.
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