Agenzia delle Entrate
Via ai nuovi accertamenti del Fisco, ecco quali movimenti sul conto scatenano i controlli
L’Agenzia delle Entrate si attiva in alcune situazioni particolari che non riguardano solo i movimenti di denaro contante. Ripartono anche gli accertamenti del Fisco dopo i rinvii e proroghe dell’ultimo anno
di Fabrizio Arnhold 19 Aprile 2021 12:46
Al Fisco spione non sfugge quasi nulla. I movimenti sul conto corrente, per esempio, sono da sempre sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate. Ricevere un bonifico, anche se disposto da un familiare, potrebbe comportare una serie di controlli da parte del Fisco. Ci sono, infatti, alcune operazioni che sono più a rischio di finire nel mirino delle Entrate. E sarebbe meglio conoscerle, proprio per evitare di trovarsi in situazioni spiacevoli.
Dal 1° luglio 2020 il governo ha modificato la soglia di utilizzo del contante per i pagamenti, fissando il limite a 1.999,99 euro. Questo vuol dire che il nuovo limite non riguarda solo il pagamento di un divano nuovo in un negozio, per esempio, ma interessa anche il passaggio di denaro da genitore a figlio. Se un genitore volesse donare somme in contanti al figlio, quest’ultimo potrà fare acquisti pagando in contanti solo fino a 2mila euro. Superato questo tetto, occorrerà utilizzare strumenti di pagamento tracciabili quali bonifico, carta di debito o di credito.
Disporre il versamento di una somma di denaro importante sul proprio conto corrente può comportare un controllo da parte del Fisco. La legge non prevede alcuna limitazione nei versamenti sul conto di contanti, nessun limite anche ai bonifici che si possono ricevere. Il fatto è che poi bisogna renderne conto. Il Fisco può controllare e chiedere da dove provengono questi soldi. Il contribuente che riesce a dimostrare la provenienza lecita del denaro, può stare tranquillo.
La rete di controlli dell’Agenzia delle Entrate si attiva anche quando vengono spostate somme di denaro superiori ai 5mila euro, soprattutto se vengono trasferiti su conti correnti esteri. Tra le ipotesi, quella di riciclaggio che comporta quasi sempre controlli approfonditi da parte del Fisco. Secondo l’articolo 648-bis del codice penale, le pene previste per il reato di riciclaggio sono più severe per chi esercita un’attività professionale. In questo caso, la banca può richiedere una dichiarazione scritta in cui il titolare di conto corrente fornisca una motivazione sul passaggio di denaro su conti esteri.
Terzo aspetto da considerare, sempre in tema di versamenti, sono quelli su carte di credito ricaricabili, prodotti assicurativi, conti deposito o investimenti. Ai controllori dell’Erario, questi movimenti potrebbero saltare all’occhio come sospetti, perché potrebbero essere riconducibili a somme di dubbia provenienza, oppure entrate in nero, che sfuggono al rendiconto della dichiarazione dei redditi. Vale sempre il principio della giustificazione della provenienza delle somme di denaro.
Il fronte accertamenti resta caldissimo. Dopo i rinvii e le proroghe dell’ultimo anno, infatti, il Fisco si prepara a notificare 15 milioni di atti, tra accertamenti, avvisi bonari e lettere di compliance. Il recente decreto Sostegni ha bloccato l’invio delle cartelle esattoriali fino alla fine di aprile. Si tratta di uno stop a circa 35 milioni di accertamenti ma non è stato disposto alcun rinvio per tutti gli altri tipi di accertamenti.
Le prime notifiche che arriveranno ai contribuenti riguardano gli atti sospesi durante l’emergenza Covid, scaduti tra l’8 marzo e il 31 dicembre 2020. Nello specifico, si tratta di accertamenti, contestazioni, irrogazione di sanzioni, recupero crediti di imposta, liquidazione e rettifica. Confermata, invece, la sospensione delle cartelle fino alla fine di aprile 2021.
Il termine per tutti gli altri atti era inizialmente previsto per l’inizio del 2021, con il decreto Rilancio. Questa scadenza, hanno precisato dell’Agenzia delle Entrate, è stata interessata da diverse modifiche. Il termine è stato prima prorogato dall’articolo 1 del decreto-legge n. 3 del 15 gennaio 2021, che lo aveva spostato tra il 1° febbraio 2021 e il 31 gennaio 2022. In un secondo momento, con l’articolo 1 del decreto-legge n. 7 del 30 gennaio 2021, il termine è stato ulteriormente spostato tra il 1° marzo 2021 e il 28 febbraio 2022. È stata quindi avviata la ripresa delle attività degli uffici di controllo e accertamento.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha disposto che le notifiche saranno inviate distribuendole in modalità pressoché uniforme, seguendo prioritariamente l’ordine cronologico di emissione. Per la notifica degli atti - è stato specificato dall’Agenzia - verrà considerato il tempo necessario per l’espletamento degli adempimenti propedeutici al regolare esercizio delle attività di riscossione, tenendo conto anche degli inviti elaborati dopo il 31 dicembre 2020.
L’UTILIZZO DI DENARO CONTANTE
Dal 1° luglio 2020 il governo ha modificato la soglia di utilizzo del contante per i pagamenti, fissando il limite a 1.999,99 euro. Questo vuol dire che il nuovo limite non riguarda solo il pagamento di un divano nuovo in un negozio, per esempio, ma interessa anche il passaggio di denaro da genitore a figlio. Se un genitore volesse donare somme in contanti al figlio, quest’ultimo potrà fare acquisti pagando in contanti solo fino a 2mila euro. Superato questo tetto, occorrerà utilizzare strumenti di pagamento tracciabili quali bonifico, carta di debito o di credito.
ATTENZIONE AI VERSAMENTI
Disporre il versamento di una somma di denaro importante sul proprio conto corrente può comportare un controllo da parte del Fisco. La legge non prevede alcuna limitazione nei versamenti sul conto di contanti, nessun limite anche ai bonifici che si possono ricevere. Il fatto è che poi bisogna renderne conto. Il Fisco può controllare e chiedere da dove provengono questi soldi. Il contribuente che riesce a dimostrare la provenienza lecita del denaro, può stare tranquillo.
IL LIMITE DI 5MILA EURO ALL’ESTERO
La rete di controlli dell’Agenzia delle Entrate si attiva anche quando vengono spostate somme di denaro superiori ai 5mila euro, soprattutto se vengono trasferiti su conti correnti esteri. Tra le ipotesi, quella di riciclaggio che comporta quasi sempre controlli approfonditi da parte del Fisco. Secondo l’articolo 648-bis del codice penale, le pene previste per il reato di riciclaggio sono più severe per chi esercita un’attività professionale. In questo caso, la banca può richiedere una dichiarazione scritta in cui il titolare di conto corrente fornisca una motivazione sul passaggio di denaro su conti esteri.
LOTTA AL SOMMERSO
Terzo aspetto da considerare, sempre in tema di versamenti, sono quelli su carte di credito ricaricabili, prodotti assicurativi, conti deposito o investimenti. Ai controllori dell’Erario, questi movimenti potrebbero saltare all’occhio come sospetti, perché potrebbero essere riconducibili a somme di dubbia provenienza, oppure entrate in nero, che sfuggono al rendiconto della dichiarazione dei redditi. Vale sempre il principio della giustificazione della provenienza delle somme di denaro.
ACCERTAMENTI IN ARRIVO
Il fronte accertamenti resta caldissimo. Dopo i rinvii e le proroghe dell’ultimo anno, infatti, il Fisco si prepara a notificare 15 milioni di atti, tra accertamenti, avvisi bonari e lettere di compliance. Il recente decreto Sostegni ha bloccato l’invio delle cartelle esattoriali fino alla fine di aprile. Si tratta di uno stop a circa 35 milioni di accertamenti ma non è stato disposto alcun rinvio per tutti gli altri tipi di accertamenti.
QUALI ATTI SONO INTERESSATI
Le prime notifiche che arriveranno ai contribuenti riguardano gli atti sospesi durante l’emergenza Covid, scaduti tra l’8 marzo e il 31 dicembre 2020. Nello specifico, si tratta di accertamenti, contestazioni, irrogazione di sanzioni, recupero crediti di imposta, liquidazione e rettifica. Confermata, invece, la sospensione delle cartelle fino alla fine di aprile 2021.
LO SPOSTAMENTO DEI TERMINI
Il termine per tutti gli altri atti era inizialmente previsto per l’inizio del 2021, con il decreto Rilancio. Questa scadenza, hanno precisato dell’Agenzia delle Entrate, è stata interessata da diverse modifiche. Il termine è stato prima prorogato dall’articolo 1 del decreto-legge n. 3 del 15 gennaio 2021, che lo aveva spostato tra il 1° febbraio 2021 e il 31 gennaio 2022. In un secondo momento, con l’articolo 1 del decreto-legge n. 7 del 30 gennaio 2021, il termine è stato ulteriormente spostato tra il 1° marzo 2021 e il 28 febbraio 2022. È stata quindi avviata la ripresa delle attività degli uffici di controllo e accertamento.
ORDINE CRONOLOGICO DI EMISSIONE
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha disposto che le notifiche saranno inviate distribuendole in modalità pressoché uniforme, seguendo prioritariamente l’ordine cronologico di emissione. Per la notifica degli atti - è stato specificato dall’Agenzia - verrà considerato il tempo necessario per l’espletamento degli adempimenti propedeutici al regolare esercizio delle attività di riscossione, tenendo conto anche degli inviti elaborati dopo il 31 dicembre 2020.
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