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Guerra commerciale

Ecco le condizioni per migliorare le relazioni Usa-Cina

Secondo Brian Bandsma (Vontobel Asset Management), affinché la guerra commerciale si attenui, ci dovrà essere la volontà di negoziare e di essere aperti al compromesso da parte sia della Cina che degli Usa

di Leo Campagna 11 Dicembre 2020 19:00
financialounge -  commercio investimenti Scenari Vontobel

Joe Biden, che dovrebbe insediarsi alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio, ha già specificato che seguirà un approccio più multilaterale nella politica estera e sembra pertanto probabile che possa ripristinare rapidamente il legame storico con l’Europa. “Se ciò dovesse accadere, le politiche commerciali di Washington dovrebbero puntare a ridurre la dipendenza dalla Cina come parte della catena di approvvigionamento globale”, fa sapere Brian Bandsma, Portfolio Manager di Vontobel Asset Management.

UN NUOVO SCENARIO NEGLI EQUILIBRI ECONOMICI E COMMERCIALI


Questo definisce un nuovo scenario negli equilibri economici e commerciali a livello mondiale in cui, secondo l’esperto, molto (se non tutto) si giocherà sulla rinuncia all’idea che il commercio sia una battaglia e che ci deve essere un vincitore e un perdente (win-lose). Un concetto chiaro al presidente Trump, che si è impegnato nell’usare la forza economica del Paese a proprio vantaggio e a scapito degli altri. Ma che è ben radicato anche tra i policymaker in Cina, alla luce delle azioni messe in atto da Pechino in questi ultimi anni.

LA VOLONTÀ DI NEGOZIARE E DI ESSERE APERTI AL COMPROMESSO


Tutto questo, fa notare Bandsma, va contro la storia del libero scambio, che ha dimostrato di essere un modello vincente per tutti fino a poco tempo fa. “Affinché la guerra commerciale si attenui, ci dovrà essere la volontà di negoziare e di essere aperti al compromesso. Un'ulteriore apertura dell'economia contribuirà a migliorare il sostegno da parte della business community”, afferma l’esperto di Vontobel Asset Management. In quest’ottica la Cina dovrebbe continuare ad aprire i suoi mercati dei capitali alle imprese straniere ma Stati Uniti potrebbero continuare a considerare con sospetto le intenzioni delle aziende cinesi che hanno legami con il governo e con l’esercito.

PRESSIONI PER LA MODERAZIONE NELLE RELAZIONI COMMERCIALI


“È tuttavia evidente che le aziende statunitensi, qualora dovessero ritenere il mercato cinese come una fonte di opportunità e di concorrenza leale, faranno pressione sui politici di Washington per la moderazione nelle relazioni commerciali”, spiega Bandsma. Secondo il quale è indispensabile scongiurare una focalizzazione sulle pene e su una mentalità win-lose. Washington deve comprendere che Pechino ha la necessità di avere la certezza che gli Stati Uniti non ostacoleranno l'obiettivo della Cina di diventare più autosufficiente. Al contempo, gli Stati Uniti devono essere certi che la crescita impetuosa della Cina non avrà un impatto sulle norme internazionali esistenti in materia di confini o di proprietà intellettuale. Richieste che non sono in conflitto tra di loro e per le quali una soluzione può essere trovata.

MENO CERTEZZE PER IL PROSSIMO FUTURO


Resta il fatto che l'amministrazione Trump ha avuto un successo limitato nel ridurre il deficit commerciale del Paese nonostante l'attenzione quasi maniacale a questo tema. Nel frattempo, mentre le aziende che si concentrano sul consumo domestico delle famiglie e che hanno specifici motori di crescita sembrano ben posizionate, quelle che invece dipendono in modo significativo dal commercio restano esposte ad ulteriore volatilità a causa delle crescenti tensioni geopolitiche. Per l’esperto di Vontobel Asset Management a questo punto ci sono tre aspetti piuttosto certi. “Le filiere produttive cercheranno una diversificazione più ampia a fronte di crescenti tensioni e di maggiori rischi di interruzione. In secondo luogo, Pechino accelererà il suo obiettivo di diventare più autosufficiente, soprattutto nell'area dei semiconduttori che il Paese vede come un'industria critica dove è ancora fortemente dipendente dall'offerta dall'esterno. Infine, ci sono meno certezze sul prossimo futuro”.
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