"Sul mercato del credito i buoni affari non sono più garantiti"

All'inizio del 2020, quando ancora il Covid non aveva fatto irruzione sulla scena globale, direttori finanziari e tesorieri delle aziende in tutto il mondo avevano piani di finanziamento chiaramente definiti grazie a un quadro di certezze fatto di tassi bassi e  spread di credito ridotti. Alcuni hanno avuto la fortuna di entrare a gennaio e febbraio, poi è arrivata la crisi, seguita da una riapertura dei mercati all’insegna della qualità che ha guidato la ripresa, con enormi volumi di nuove operazioni soprattutto Investment Grade, seguite dall'offerta High Yield, con gli investitori che hanno operato chiare scelte settoriali evitando gli emittenti più colpiti dalla crisi.

ATTESE EMISSIONI DI CHI È RIMASTO INDIETRO

Nell'ultimo trimestre di quest’anno, decisamente fuori dall’ordinario, i mercati sono ancora una volta pienamente aperti e, con forse sei settimane di nuove emissioni, sarà particolarmente interessante vedere quali piani di finanziamento dei debitori vadano ancora completati. Mark Holman, CEO di TwentyFour AM, prevede che insieme agli emittenti più frequenti e scontati, soprattutto banche e assicurazioni, si affacceranno sul mercato nomi con storie di credito meno resistenti, un gruppo al quale il mercato si è aperto solo di recente.

OPPORTUNITÀ MA ANCHE RISCHI

Per gli investitori obbligazionari, alcune di queste emissioni potrebbero rappresentare delle opportunità per aggiungere un po' di pro-ciclicità ai portafogli, mentre secondo Holman altre dovrebbero essere accompagnate da un forte avvertimento sul rischio collegato al virus. La caccia al rendimento è tornata, e con i tassi ancorati dove sono, secondo TwentyFour AM sarà ancora più forte di quanto visto nel ciclo precedente, quindi ci si può aspettare che la maggior parte di queste emissioni trovi ampia domanda.

ASPETTARSI VINCITORI E VINTI

In ogni caso, avverte l’esperto di TwentyFour AM, ora più che mai gli investitori dovrebbero anche pensare a proteggere il proprio credito, dato che il tasso di insolvenza aumenta verso il picco previsto per il 2021. A differenza degli ultimi sei mesi, dove quasi tutte le nuove operazioni hanno avuto un buon andamento sul mercato secondario, secondo Holman d'ora in poi questo è tutt'altro che garantito, e bisogna quindi aspettarsi vincitori e vinti.