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Focus sull'inflazione

GAM: spazio di crescita per i bond governativi indicizzati

Sul trend di recupero rispetto ai minimi di marzo, sostenuto dalla ripartenza, si è innescata la svolta della Fed sull’inflazione, che ha aperto nuovi margini di crescita per le TIPS

di Virgilio Chelli 11 Settembre 2020 15:06
financialounge -  daily news Federal Reserve GAM inflazione obbligazioni Paolo Mauri Brusa Scenari Treasury Inflation Protected Security

Tra gli effetti ‘collaterali’ dell’esplosione della pandemia da Covid e del conseguente shock su mercati prima ed economie poi, c’è stata sicuramente anche una vuolenta correzione delle obbligazioni inflation-linked, che ha per certi versi ricalcato quanto successo nel 2008 sul mercato del reddito fisso. La forte contrazione della domanda dovuta al lockdown e il crollo del prezzo delle materie prime hanno infatti innescato un sell-off dei titoli di debito governativi indicizzati per i timori di un prolungato periodo di deflazione. Questo ha portato il tasso di breakeven delle TIPS, acronimo che indica le Treasury Inflation-Protected Securities americane, a toccare i minimi a metà marzo al livello di 0,5% mentre quello del governativo australiano è addirittura arrivato a zero.

MOVIMENTO FAVORITO DAL QUADRO MACRO


Ma, sottolinea in un commento Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM SGR, si è trattato solo di una “temporanea dislocazione di mercato” causata dalle vendite forzate da parte degli investitori che hanno prosciugato la liquidità, e a pagarne le conseguenze sono stati ovviamente i prezzi, anche quelli delle asset class più liquide. Superata però la fase acuta della crisi, prosegue l’esperto di GAM SGR, il calo dall’1,4% allo 0,5% si è rapidamente invertito, grazie soprattutto alle misure senza precedenti messe in campo dalla Federal Reserve per incrementare la liquidità e contrastare i timori di recessione, con una accelerazione del movimento rialzista negli ultimi due mesi dovuto al miglioramento del quadro macro, sia per quanto riguarda il mercato del lavoro che i consumi.

ATTESE DI INFLAZIONE AL RIALZO


Secondo Brusa inoltre, anche se il Covid ha avuto conseguenze sui tessuti produttivi ancora difficili da quantificare, in prospettiva ci sono diversi elementi che potrebbero ulteriormente spingere al rialzo le attese d’inflazione, dal recupero del prezzo del petrolio da livelli estremamente bassi, all’aumento dei disavanzi di bilancio e del rapporto debito/PIL, alla tendenza alla “de-globalizzazione” iniziata con la guerra commerciale USA-Cina. A tutto questo si è aggiunta ad agosto la svolta della Fed sull’inflazione, con la nuova strategia di tolleranza sul superamento del target del 2%.

MAGGIOR FLESSIBILITÀ DELLA FED


L’esperto di GAM SGR ritiene che la maggior flessibilità permetterà alla Banca Centrale americana di focalizzarsi maggiormente sul sostegno dell’attività economica e dell’occupazione lasciando fluttuare l’inflazione in un range che dovrebbe essere tra l’1,5% e il 2,5%. Inoltre, l’emissione record di titoli a lunga scadenza da parte del Tesoro americano, combinata con il livello estremamente basso delle cedole, rischia di rendere i Treasury molto più sensibili che in passato alle fluttuazioni dei tassi d’interesse. In quest’ottica invece le TIPS, conclude Brusa, esposti alla componente reale del tasso ma protetti dal rischio inflazione, malgrado la recente performance, presentano ancora spazio per un ulteriore rafforzamento.
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